Conoscere il nostro passato ci rende più ricchi e responsabili

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Conoscere il nostro passato ci rende più ricchi e responsabili

BUIE | Trasferta in Veneto per gli alunni della III liceo e della III perito elettronico e informatico della SMSI “Leonardo Da Vinci” di Buie grazie a un progetto inerente la Grande Guerra che, partito nel 2014, vede nel 2018 il suo anno conclusivo. Si è trattato di un’uscita didattica organizzata dal Centro italiano di Promozione, Formazione e Sviluppo “Carlo Combi” di Capodistria, che ha dato la possibilità agli alunni accompagnati dalla prof.ssa Erika Šporčić Calabrò di visitare Vittorio Veneto. Oltre ai ragazzi della “Leonardo da Vinci”, hanno partecipato all’uscita anche i giovani connazionali delle scuole medie superiori italiane di Rovigno e Pola, accompagnati dai rispettivi professori di storia, Marta Manzin e Marko Kalčić.
Tappa, quindi, al Museo della Battaglia, nato dalla donazione, nel 1938, da parte del soldato Luigi Marson (cavaliere di Vittorio Veneto) della propria collezione di oggetti, reperti e documenti raccolti nei campi di battaglia e sul territorio, a partire dall’indomani della fatidica data del 30 ottobre 1918, che ha visto terminare la lunghissima e tremenda tragedia della Grande Guerra. Nel dopoguerra allestisce una piccola raccolta a casa sua, in via Lioni, mentre nel 1936 ha luogo una prima esposizione pubblica, per intervento della Società Dante Alighieri. Marson decide di donare il frutto del suo impegno alla città di Vittorio Veneto e l’amministrazione comunale allestisce la nuova sede museale nella sede del consiglio della comunità a Ceneda. Il 2 novembre 1938 si svolge la grandiosa cerimonia di inaugurazione del nuovo Museo della Battaglia. Sfilano le bandiere dei 538 reggimenti che avevano preso parte alla guerra e Luigi Marson viene nominato direttore del Museo, carica che terrà fino alla morte, avvenuta nel 1952. Gli alunni hanno visitato anche il Montello, la lunga collina tra Montebelluna e il fiume Piave, coinvolta durante la Battaglia del Solstizio, come pure l’ossario di Nervesa della Battaglia.
Il grande ossario raccoglie le spoglie di quasi 10mila soldati, in precedenza sepolti in un centinaio di cimiteri sparsi lungo il fronte del Piave. I ragazzi hanno potuto ammirare anche il sacello di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana caduto proprio in quei luoghi nel giugno del 1918.
Ed è così che i giovani si avvicinano sempre più allo studio della storia, che è importante in quanto con essa si capisce la trilogia “chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare”, con l’aggiunta che visti gli errori del passato è possibile non commetterli in futuro. Conoscere la storia, quindi il nostro passato, ci rende più ricchi, consapevoli e responsabili.

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