Con la bici, la macchina fotografica e il cane sul nastro dell’Ipsilon istriana

L’instancabile Slađan Dragojević ci racconta la sua ultima fatica su pedali fino a Villanova

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Con la bici, la macchina fotografica e il cane sul nastro dell’Ipsilon istriana

Continua la sfida per l’ex maratoneta buiese Slađan Dragojević, che si è avventurato anche in quanto fotografo nella seconda tappa del suo percorso lungo tutta l’autostrada istriana Y. Dopo il primo percorso da Plovania a Buie, ha continuato partendo da Buie per arrivare fino a Villanova del Quieto. Un progetto non da poco, in quanto, anche se non sono molti i chilometri percorsi per ogni tappa, i sentieri non sono in tutti i tratti completamente percorribili; anzi, alcune volte pieni di ostacoli naturali o transenne che lo costringono a tornare indietro fino a uno dei punti di partenza. Ad accompagnarlo, oltre al suo inseparabile amico a quattro zampe, pure i suoi scatti in bianco e nero che vanno a creare quasi un documentario dei racconti del protagonista.

Dragojević e il suo amico a quattro zampe in un gioco di ombre e luci

“Siamo fortunati ad avere in questo periodo dell’anno condizioni meteo buone, un clima gradevole, caldo e che possiamo ancora stare in natura. Con il sole e la luna, tutti gli orizzonti sono più vicini. E io, come previsto, ho girato di nuovo ‘dall’altra parte del filo’, lungo l’autostrada istriana. Questa volta da Buie a Villanova del Quieto”, racconta Dragojević, confermando come l’idea di percorrere tutta la strada a scorrimento veloce stia facendo il suo corso e come lungo l’asfalto nascano in lui nuove idee, la fotografia si fa più complessa e tutto ciò che inizialmente era un gioco, man mano assume serietà e impegno.

“Volevi la bicicletta… pedala! Si suole dire così, no? Di tutte le cose, la più importante è che pedalo con gioia e che non rinuncio all’idea originale, quella di percorrere l’Ipsilon con una macchina fotografica”, ha rilevato il fotografo.

Sotto l’imponente cavalcavia

Prima tappa a Verteneglio

Partendo da Buie, all’inizio della viabile la recinzione si trova sulla sinistra. Nel punto dove Dragojević ha intrapreso il percorso è ricoperta da una fitta vegetazione ma, deviando per il bosco, questa volta è riuscito a evitare la difficoltà, in quanto ha riscoperto un sentiero ordinato, spazioso e trasparente. Questo fino al primo cavalcavia e poi avanti fino a Verteneglio, insediamento, come confermato da egli stesso, da visitare, se non altro per l’olio d’oliva e il San Rocco, un piccolo albergo a conduzione familiare in questa zona dove olivi e vigneti dominano il paesaggio. A rendere tutto ancora più interessante, il fatto che si mescolano ad acacie, canne di bambù e terra rossa, dando un tocco di fascino in più.

“Il poeta dice che… ci terrorizziamo a vicenda con sciocchezze, il nulla ci mangia. Di conseguenza, come visto nelle foto, c’è sempre qualcuno che disturba l’armonia. Senza sapere il perché, l’uomo ha recintato il percorso, una forte barriera chiude la strada e quindi va aggirata. Andando avanti, il viadotto che porta a Cittanova, visto da sotto sembra imponente, potente e indistruttibile al punto che per me è un problema trasmettere quella potenza attraverso la fotografia. Da lì si snoda una strada sterrata, fino a cinquanta metri dal casello di Villanova. Di nuovo s’intravede il filo nell’abbraccio della vegetazione, ma c’è una stradina laterale che attraversa l’oliveto fino alla strada e all’incrocio”.

Percorsi sbarrati dall’uomo

A sorpresa, Fachinia

“Quella sarebbe stata la fine della seconda tappa, ma volevo tornare per qualche strada laterale o dalla parte opposta senza passare dallo stesso percorso, e sono stato attratto da delle case in lontananza. Il posto si chiama Fachinia; un luogo strano, che mi ha sorpreso in quanto possiede una piazza denominata Đeko”, ha concluso Dragojević che con una piccola improvvisazione tra i vigneti e il bosco è ritornato a Verteneglio e poi a Buie.

Un dettaglio di piazza Đeko a Fachinia

Nella fase successiva il percorso lo porterà nel territorio del fiume Quieto, da lui già esplorato in precedenza in quanto protagonista del diaporama proposto all’ultimo Festival dell’istroveneto.

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