Celebrata la Giornata della lingua valacca

La parlata è ad alto rischio d’estinzione. La sua tutela passa anche per un ricettario della cucina tradizionale, una sorta di souvenir per il Centro d’interpretazione

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Celebrata la Giornata della lingua valacca

Una lingua salvata dall’oblio all’ultimo minuto. Secondo il sindaco di Chersano, Roman Carić, potrebbe essere anche questa la “descrizione” della lingua valacca, parlata ad alto rischio d’estinzione utilizzata oggi da pochissimi abitanti di Valdarsa (Susgnevizza) e dell’area circostante e celebrata nei giorni scorsi nella stessa località del territorio del Comune di Chersano. Infatti, il Centro d’interpretazione “Vlaški puti” (Sentieri valacchi), inaugurato nel novembre 2019 nell’edificio della sezione locale della Scuole elementare “Ivan Goran Kovačić”, e il campo sportivo della stessa SE hanno ospitato il programma organizzato dall’associazione “Spod Učke”, in collaborazione con l’Ecomuseo “Sentieri valacchi”, nell’ambito dell’edizione 2021 della Giornata della lingua valacca.

Zvjezdana Vrzić e Vivana Brkarić davanti al pubblico

Che cosa mangeremo?

Quella che è conosciuta nella stessa parlata come “Zija de vlåška limba” è una delle iniziative avviate negli anni scorsi con lo scopo di salvaguardare il valacco, diventato nel frattempo la lingua ufficiale del centro “Sentieri valacchi” e dell’omonimo Ecomuseo. Questi ultimi sono stati realizzati come parte del progetto “Učka 360°” (Monte Maggiore a 360 gradi), grazie a una collaborazione tra l’Ente pubblico del Parco naturale del Monte Maggiore e il Comune di Chersano, su progetto e iniziativa di Viviana Brkarić (ora la direttrice del Centro d’interpretazione), Tamara Nikolić Đerić e Valter Stojšić. “Sono molto felice che siamo riusciti a presentare quanto abbiamo fatto finora e che il tutto sia continuato per il dodicesimo anno consecutivo”, ha dichiarato la Brkarić alla fine della serata tenutasi nel campo sportivo e iniziata con la presentazione del libro di cucina trilingue con le ricette per alcuni dei piani tradizionali di Valdarsa intitolato “Če ran munkå?” (Che cosa mangeremo) e realizzato da lei e dal suo collega Valter Stojšić come un souvenir redatto in lingua valacca, in croato e in inglese per l’offerta del Centro d’interpretazione “Sentieri valacchi”.

Con la pubblicazione gli autori hanno voluto riportare in vita i ricordi dell’infanzia, aiutare i lettori a non scordarsi dei profumi che si diffondevano dalle cucine delle loro nonne e salvare le ricette per gli stessi piatti in valacco. Secondo la Brkarić, i piatti scelti per il libro sono semplici e una volta venivano preparati con ingredienti stagionali, di cui gli abitanti di Valdarsa e dei dintorni disponevano nei loro orti e campi, ossia “con quello che avevano a casa”. La gente era povera, per cui le cuoche e i cuochi dovevano avere una ricca immaginazione per poter sfamare con pochi ingredienti le loro famiglie numerose. Gli autori del libro di cucina dicono di aver “adattato” alcune ricette aggiungendo uova o grassi per rendere i piatti più adatti alle aspettative “moderne”. Tra le ricette che vi si possono trovare c’è quella per il pane di mais (“pâra de trukinje” in valacco) e la ricetta per il minestrone d’orzo (“maneštra ku krupe”).

Zvjezdana Vrzić, Valter Stojšić e Vivana Brkarić

La donazione all’Ecomuseo

Il programma è continuato con la presentazione e la donazione all’associazione “Spod Učke” (di cui fanno parte la Brkarić e Stojšić) e all’Ecomuseo “Sentieri valacchi” della raccolta digitale di progetti intitolata “Očuvęj vlåška ši žejånska limba” (Salvaguardia della lingua valacca e di quella di Seiane) da parte della dott.ssa ric. Zvjezdana Vrzić, docente di linguistica all’Università di Fiume e alla New York University, la quale nel 2005 aveva avviato l’iniziativa dalla quale la raccolta ha preso il nome e la cui prima presentazione si era tenuta a New York, negli spazi dell’associazione “Istria Sports Club”, durante una riunione alla quale avevano presenziato i parlanti il valacco e la lingua di Seiane. Nel 2007 il progetto è stato “portato” in Croazia, sempre con l’obiettivo di documentare, descrivere e analizzare la stessa parlata per scopi scientifici e per “restituirla” alla comunità locale. La donazione consiste in diversi tipi di materiale archivistico raccolto in più di dieci anni nel corso dei quali la Vrzić, la Brkarić e i loro collaboratori hanno lavorato alla tutela del valacco.

Si tratta di registrazioni con interviste ai parlanti la lingua, i quali hanno accettato di raccontare, in lingua valacca, diversi particolari ed episodi della loro vita, partecipando così alla creazione di una raccolta importante non solo dal punto di vista linguistico, ma anche per la tradizione e la cultura in generale. Vi sono pure diverse fotografie e le pubblicazioni realizzate negli anni scorsi, anche per bambini. “Volevo che il materiale fosse a disposizione della comunità locale presso il Centro di Valdarsa. Io continuo con le ricerche, che d’ora in poi si svolgeranno esclusivamente nel campo scientifico. Il lavoro legato alla tutela del valacco che ho fatto finora non mi ha permesso di dedicarmi quanto avrei voluto alle ricerche scientifiche”, ha dichiarato la Vrzić, la quale ha deciso di dedicare i suoi contributi alla salvaguardia del valacco, di cui oggi si occupa nelle proprie ricerche pure l’Oxford University, alla nonna Marija Ljubičić e alla mamma Marija Gržić, le quali comunicavano tra di loro nella stessa lingua quando non volevano farsi capire dagli altri.

Il ricettario della cucina tradizionale

Il film

La serata si è conclusa con la proiezione del film dedicato al contrabbando che negli anni 30 dello scorso secolo si svolgeva lungo i sentieri tra l’area di Valdarsa e quella che negli stessi anni fu, dall’altra parte del Monte Maggiore, la zona franca nell’ex Provincia del Quarnero, una parte dell’odierna Regione litoraneo-montana. Gli autori del film sono la Brkarić e Stojšić, mentre l’autore della musica è Noel Šuran. Nel presentare il documentario, Stojšić ha ricordato la realizzazione dei cosiddetti sentieri del contrabbando attraverso il Monte Maggiore che ora fanno parte dell’offerta dell’Ecomuseo con sede a Valdarsa, confermando che molti abitanti di Valdarsa furono costretti a ricorrere al contrabbando per poter sfamare le proprie famiglie. Nel film a soffermarsi sugli anni del contrabbando e sulle storie vissute o cui assistettero le loro famiglie sono stati Petar Jadreškić-Gverino, Antonia Parunich, Josip Glavina, Đani Dundara, Anton Ljubičić, Estera Komar, Ljubica Brkarić, Edvin Rutar, Josip Jurinović – Pećarski, Alfred Šaina, Nadan Uhač, Marica Galović, Katica Velčić, Zdenko Velčić e Nikica Jurdana.

La manifestazione, nell’ambito della quale si poteva pure visitare il Centro d’interpretazione a un prezzo promozionale, si è tenuta nel pieno rispetto delle misure epidemiologiche in vigore e con il sostegno della Regione istriana e del Comune di Chersano.

Roman Carić

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