Casanova si accomoda a Orsera

0
Casanova si accomoda a Orsera

Da qualche giorno Orsera ha un ospite in più. È la statua di Giacomo Casanova, il seduttore e rubacuori più famoso del mondo. Una statua in bronzo in formato reale del latin lover veneziano è stata collocata su una panchina davanti all’ingresso dell’ex sede dell’Ente turistico cittadino in Cittavecchia. L’idea nata un paio d’anni fa è stata finalizzata grazie alla bravura dello scultore Nikola Džaja, al tempo stesso docente di scultura presso l’Accademia d’arte e insegnante alla Scuola internazionale di scultura di Montracher.
Alla metà del XVIII secolo, Giacomo Casanova visitò Orsera. La sua prima visita avvenne nell’agosto del 1743. A quel tempo, Casanova era un semplice sacerdote, poco appariscente e ridotto in miseria, che per caso giunse in questa parte dell’Istria e vi trascorse tre giorni. Quando tornò in patria, nel suo libro scrisse solo poche righe del luogo visitato.Tuttavia, il destino ci mise lo zampino e Casanova, in viaggio dall’isola veneziana di Malamocca, tornò a Orsera. La sua nave dovette fermarsi a caricare merci e così attraccò nel porto orserese. Nel 1744 Casanova non era più un prete modesto, ma un uomo sicuro di sé, con abiti ricchi e scintillanti, certo che nessuno lo avrebbe riconosciuto. Ma cosa successe a Orsera? La leggenda racconta che in quell’occasione tornò a casa con numerose avventure e una relazione tumultuosa con una ragazza del posto, la serva di tale don Girolamo. Sta di fatto che Orsera e il suo Ente turistico hanno capitalizzato la permanenza di Casanova nel posto, dedicandogli varie manifestazioni, che di regola attirano l’attenzione di numerosi visitatori, tra le quali spicca il Casanovafest, Festival dell’amore e dell’erotismo, in programma alla fine di giugno.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display