Carpano, un progetto culturale al servizio dei cittadini

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Carpano, un progetto culturale al servizio dei cittadini

CARPANO | Dopo essere stati ignorati per tanti anni, gli abitanti di Carpano e i loro problemi sono finalmente diventati “visibili” alle istituzioni competenti. La questione delle acque reflue albonesi che finiscono nel torrente della cittadina è stata attualizzata la settimana scorsa grazie a una protesta con la quale i cittadini di Carpano e della vicina Arsia hanno richiesto al Comune di Arsia un’urgente soluzione del problema. Ciò si deve pure al festival “Krapan EU Kapital”, Carpano Capitale UE, avviato nel 2012 dal Centro per la ricerca e lo sviluppo dei progetti di cultura “Polygon” dell’artista Branka Cvjetičanin con lo scopo di aiutare i cittadini di Carpano a migliorare la qualità della vita.

Missione (quasi) compiuta

In questi giorni, da sabato scorso fino al 26 luglio, è in corso l’edizione 2019 dell’ormai tradizionale manifestazione. Il programma si svolge a Pozzo Franz, nello spiazzo vicino all’edificio residenziale al numero civico 42, dove nel 17° secolo iniziarono le attività minerarie nell’Albonese. Tutti gli eventi del “Polygon”, assieme al programma cinematografico “Krapan KineDok” e a quello residenziale per artisti e ospiti di Carpano “Vila Pinka”, fanno parte dei preparativi per il gran finale pianificato per il 2020, quando Carpano e i promotori del festival parteciperanno alla terza edizione della Biennale dell’arte industriale di Albona e al programma “Fiume – Capitale europea della Cultura 2020” nell’ambito delle attività dei 27 vicinati del progetto coordinate dalla Cvjetičanin. “Circa dieci anni fa, quando siamo venuti qua per la prima volta per procedere alla mappatura, partecipando all’iniziativa della Città sotterranea, gli ingressi nelle gallerie minerarie, siamo rimasti scioccati nel vedere le condizioni in cui, nel XXI secolo, vivono gli abitanti di Carpano”, ha detto la Cvjetičanin ricordando i primi contatti con la popolazione locale e i motivi per cui alcuni anni dopo il “Polygon” aveva iniziato con le azioni con cui si voleva aiutare gli abitanti di Carpano. Oltre al canale nel quale confluiscono le acque di scarico provenienti da Albona, uno shock per gli artisti era pure il fatto che l’edificio abitativo all’indirizzo Carpano 42 ufficialmente non esisteva, per cui risultava che i cittadini vi abitassero illegalmente. Non per colpa loro, ma degli organi amministrativi nei cui documenti l’edificio costruito diversi secoli prima non era registrato. Solo di recente il Comune di Arsia ha finalmente “riconosciuto” l’esistenza della struttura e offerto agli inquilini la possibilità di acquistare i metri quadrati in cui vivono. “Però, va detto che non è chiaro chi si occuperà della ricostruzione di questo e degli altri edifici residenziali con lo stesso problema, che sono in pessime condizioni, per cui gli inquilini dovrebbero agire con prudenza”, ha detto la Cvjetičanin. Per quanto riguarda la questione delle acque fognarie che scorrono nel torrente di Carpano, la Cvjetičanin sottolinea che ciò dovrà essere risolto anche grazie alle leggi europee, secondo le quali, entro la fine del 2020 tutte le acque grigie e reflue devono essere raccolte e smaltite in un sistema chiuso. Canali aperti non saranno più tollerati. “L’anno prossimo pensiamo di organizzare l’ultima edizione del festival, dopodiché ci dedicheremo ad altre parti della Croazia, tra cui pure il Gorski kotar, che sta registrando grandi perdite di popolazione”, dice la Cvjetičanin.

La tutela dei muri a secco

Pure quest’anno gli organizzatori del Festival hanno preparato un programma molto interessante. Domenica sera era riservata a una conferenza sul tema dei muri a secco. A parlarne è stato Mario Zaccaria, archeologo di Fiume e membro dell’associazione “Dragodid”, i cui membri si occupano della tutela e della promozione di quest’importante elemento del patrimonio culturale e paesaggistico. La tecnica di fabbricazione di tali strutture, presenti anche in Croazia da migliaia di anni, è diventata patrimonio Unesco alla fine del novembre 2018. Croazia, il cui Ministero della Cultura era assistito nella candidatura dall’associazione di cui fa parte Zaccaria, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera avevano presentato una candidatura congiunta. Fanno parte dello stesso patrimonio pure i sentieri dei minatori nella zona di Carpano e Arsia, per i quali la Cvjetičanin ha detto che potrebbero diventare oggetto di uno dei futuri programmi che si svolgeranno a Carpano. Nel corso della serata si è presentata pure Romina Tominić, la quale ha interpretato alcune poesie scritte in dialetto ciacavo nell’ambito del programma dedicato alle parlate minoritarie e a rischio di estinzione. Nel seminterrato dell’edificio al numero civico 42, vicino a quello che era una volta l’ingresso nella miniera di Pozzo Franz, i visitatori hanno potuto godersi pure la mostra “Luce all’inizio del tunnel”, realizzata dalla Cvjetičanin e dalle abitanti di Carpano Anka Blažić, Sabina Buljbašić, Bahrija Okanović e Hana Mušanović. La mostra rimarrà aperta entro la fine dell’edizione 2019 del festival, che nei primi due giorni ha compreso pure una presentazione dell’aglio di Bersezio e una festa all’insegna del “mojito dei minatori”. Oltre alle persone già menzionate, i partecipanti all’evento sono pure Raif Mušanović, Ilir Krasniqi, Branko Golub, Andi Okanović, Sandro Aletić, Mirela Duda Aletić, Marko Marković, Mirjana Galo, Dean Zahtila, Marc Rader (Germania), Marijan Milevoj, il gruppo “Kombinat”, Leo Kirinčić, l’azienda agricola a conduzione familiare “Brsečki česan”, Davor Andrić, Igor Bazijanac, Matija Kezele, Silvija Šikić, il gruppo austriaco “Soda e Ghomorra” e altri. Il programma si realizza con i mezzi del Ministero della Cultura, della Fondazione “Kultura nova” e della piattaforma regionale “Miniere della Cultura” e in collaborazione con il Museo d’arte moderna e contemporanea di Fiume e l’associazione “Labin Art Express XXI”. Gli organizzatori sottolineano la collaborazione con la Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi” di Albona, oltre a quella con l’associazione per la tutela dei diritti umani HOMO di Pola.

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