
Visitare un posto nuovo e trovarvi un pezzettino di casa è una sensazione che riscalda il cuore, ci si sente un po’ meno straniero. Un monumento, una statua, un edificio dai lineamenti familiari, un elemento storico presente nei ricordi fanno nascere nel visitatore curiosità e voglia di comprende il legame che unisce due luoghi geograficamente distanti. Così i tre leoni marciani che dominano piazza San Servolo a Buie hanno affettuosamente accolto i ragazzi del Liceo scientifico “Primo Levi” di Montebelluna, che in questi giorni stanno partecipando allo scambio culturale con la SMSI “Leonardo Da Vinci” di Buie. Un gemellaggio che li porterà a scoprire l’Istria e il suo patrimonio culturale, ripercorrendo tappe fondamentali per la storia di questo territorio. Tra uscite didattiche, lezioni di istroveneto e tempo libero, la scolaresca avrà modo di conoscere e consolidare il nesso indissolubile che unisce il Veneto all’Istria: due regioni divise dall’Adriatico con un passato in comune. La scolaresca è accompagnata dalle professoresse Rossella Zanni e Sabrina Cappellotto e dal dirigente scolastico Ezio Toffano, mentre gli alunni di Buie sono seguiti dalle professoresse Tamara Tomasich, Arianna Brajko Gall e Samanta Jugovac.
La prima mattinata gli alunni l’hanno trascorsa nella sede della “Leonardo Da Vinci” partecipando a laboratori didattici e simpatici quiz, per poi fare un tour nel centro storico, passeggiando per le vie di Buie, contraddistinte da una tipica impronta della Serenissima. Un’occasione per salire sulla torre di San Martino, accolti da una bora alquanto “rinfrescante”, e ammirare il panorama a 360 gradi che si estende a perdita d’occhio sulle campagne e sul mare, fino a intravedere quasi il campanile di San Marco. Al termine del tour la comitiva ha raggiunto l’aula magna dell’Università popolare aperta, accolta dal vicesindaco in quota CNI, Corrado Dussich, dalla vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita, dalla presidente del Consiglio della minoranza italiana della Città di Buie Eleonora Gardoš e dal sindaco di Grisignana, Claudio Stocovaz. Il preside della SMSI “Leonardo Da Vinci” ha introdotto la parte ufficiale dell’incontro, augurando ai ragazzi di portare a casa dei ricordi da custodire nel cuore. “Le persone che ho conosciuto durante esperienze come questa quando avevo la vostra età sono ancora mie amiche e questo è ciò che conta”, ha ribadito Gergorić.

Simboli visivi
A prendere la parola anche Jessica Acquavita, la quale aveva già passato parte della mattinata con gli alunni, parlando loro dell’Istria e delle sue peculiarità. “In questi giorni respirerete l’aria della nostra Regione, ne avete avuto già un assaggio sulla torre di San Martino – ha scherzato Acquavita –. Avete già potuto notare alcune somiglianze con il Veneto, durante la vostra permanenza ne conoscerete ancora delle altre. Credo che questi siano dei simboli visivi di quello che è il nostro patrimonio culturale comune. Sono sicura che la parte migliore arriva dopo, nasce dalle amicizie e dal tempo libero ed è quello che vi porterete dietro di più”.
A dare il benvenuto a nome della Città di Buie è stato il vicesindaco Corrado Dussich, che si è scusato per l’assenza del sindaco Fabrizio Vižintin, impossibilitato a partecipare all’incontro per problemi di salute. “Avete visto i bei leoni di San Marco, avete sentito parlare l’istroveneto, avete ancora molto da ammirare e imparare, ma divertitevi. Più vi divertirete, più avrete voglia di tornare a farci visita”.
Tra i presenti anche un ospite speciale: Claudio Stocovaz, oggi sindaco del Comune di Grisigana, ma per anni docente e preside della “Leonardo Da Vinci”. “La comune radice linguistica veneta ci lega, è importante riscoprire questo idioma comune, soprattutto per chi non lo parla più o lo sente solo di sfuggita dai nonni. Ritrovare questa parlata in Istria arricchirà il vostro bagaglio culturale, perciò mi fa piacere che gemellaggi come questi continuino”.

Una terra unica
Il dirigente scolastico del Liceo scientifico “Primo Levi” di Montebelluna ha ricordato un episodio del passato quando un anziano di Pola gli aveva raccontato di aver cambiato sei cittadinanze senza mai muoversi dalla sua città. “Penso che questa sia una caratteristica unica nel suo genere, non so se esista un’altra terra che abbia cambiato tante amministrazioni nel giro di 80 anni – ha commentato Ezio Toffano –. Bisogna fare un plauso a tutte quelle persone che nel corso del tempo hanno lottato per il mantenimento del bilinguismo e della cultura italiana in queste terre, soprattutto in tempi difficili”.




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