Buie. Il capitello di Sant’Andrea rivisitato in chiave moderna

Realizzata la terza fase del progetto, sostenuto dalla Regione istriana, volto al recupero di queste costruzioni votive (24 in tutto) sparse su tutto il territorio

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Buie. Il capitello di Sant’Andrea rivisitato in chiave moderna
La benedizione di don Marcin Madej. Foto: ERIKA BARNABA

Continua il progetto della Città di Buie “Bujske kapelice – I capitelli di Buie”, che gode del pieno supporto della Regione istriana e propone la valorizzazione dei capitelli situati sul territorio cittadino con conseguente ricostruzione/conservazione. Arrivato alla sua terza fase, il progetto ha cambiato il suo stile da chiave tradizionale in quella moderna, proponendo una scultura che dovrebbe ricordare i due campanili di Buie con nel mezzo una teca in vetro contenente la rappresentazione di Sant’Andrea. Le prime due fasi hanno visto la ricostruzione e conservazione in modo storico dei capitelli in onore a San Zenone, situato nella campagna di Supiga, e quello di Santa Lucia, lungo la strada tra Buie e Verteneglio. Per il terzo, dedicato a Sant’Andrea, appunto, che si trova nei pressi del poligono di tiro, è stata proposta una soluzione a opera della giovane architetto Doria Gobić, con una statua stilizzata del Santo, creata dall’artista Lovorka Lukani. La pietra per la costruzione del monumento è stata donata dalla società “Kamen” di Pisino, mentre la Scuola media superiore “Vladimir Gortan” di Buie ha finanziato parte del progetto. Per tradizione, vicino al capitello si trovava sempre un cipresso che, una volta cresciuto, diventava punto di riferimento per la maggior parte dei contadini, come un incrocio, strada o confine e pure questa volta ne è stato piantato uno a destra del capitello. Nemmeno ora, inoltre, sono mancati i versi in dialetto buiese del poeta connazionale, Valter Turčinović, dedicati a Sant’Andrea che, come nei primi due casi, sono scolpiti su una lastra di pietra posta accanto al moderno capitello.

Valter Turčinović, Doria Gobić, Slađan Dragojević e Fabrizio Vižintin.
Foto: ERIKA BARNABA

La nascita del progetto
A margine dell’inaugurazione a raccontarci la nascita del progetto è stato proprio Turčinović, uno dei promotori del progetto assieme a Slađan Dragojević, riferendosi anche ai momenti storici in cui le cappelle e le processioni rivestivano grande importanza: “Devo ringraziare mia nonna se oggi sono a conoscenza di tante storie del nostro territorio. Ogni giorno mi tramandava le nostre tradizioni e peculiarità con vissuti che mi raccontava quand’ero ancora piccolo e dormivo con lei nel lettone. Questo progetto, che in origine avevo pensato di chiamare ‘Canpi e Santi’, titolo pure della poesia scritta e incisa su una targa in marmo posta a lato del primo capitello ricostruito, ho voluto esporlo al sindaco di Buie, Fabrizio Vižintin, sia per il bene del territorio che di tutti noi, in memoria dei nostri avi e soprattutto di mia nonna perché, ogni volta che mi raccontava questa storia, si commuoveva al pensiero di quanto male erano finiti questi capitelli subito dopo la Seconda guerra mondiale. Il capitello, sito nel luogo da secoli, è segno di una devozione popolare che si è tramandata di generazione in generazione e custodisce immagini sacre, statue, ma anche affreschi, oggetti votivi e intenzioni di preghiera. Segna un percorso, invita alla preghiera, rassicura, incoraggia. Un capitello è l’espressione di un popolo e della sua cultura ed è spesso edificato come ex voto in segno di ringraziamento alla Madonna o ai Santi per scampato pericolo da qualche calamità o altra ragione personale o sociale. Questo progetto ha alle spalle una lunga ricerca, mesi e mesi di studio. Mi sono basato pure sul Censimento del 1650 del vescovo Giacomo Filippo Tomasini, nel quale sono registrati tutti i capitelli, la loro posizione e il loro nome”, ha raccontato Turčinović, sottolineando come al progetto ha subito aderito Slađan Dragojević, oggi conosciuto come dottore in fotografia e un tempo come atleta corridore e ultra maratoneta.
Ripercorrendo i sentieri che venivano scelti come allenamento, con i suoi famosi scatti in bianco e nero, Dragojević ha pensato d’immortalare la situazione attuale dei capitelli. Fotografie che a volte ritraggono spazi vuoti o con appena qualche pietra, in quanto i capitelli sono completamente distrutti o in rovina, mentre altri sono ancora visibili ma da ristrutturare.
“I capitelli, da quello più modesto a quello più riccamente decorato, si trovano non solo all’interno dei paesi, ma spesso sono presenti all’incrocio di strade o al limite di un confine e in generale nei luoghi legati alla vita rurale di un tempo. Si trovano in molti posti, lungo le strade di campagna, agli incroci, nei borghi e paesi, nei centri, nei vicoli, nei viali e nelle periferie delle piccole e grandi città. Vengono intravisti quasi per caso, durante una passeggiata a piedi o in bicicletta o mentre si percorre una via in tutta fretta”, ci racconta ancora Turčinović, mostrando una cartina che ha creato con le proprie mani dove vengono ritratti tutti i capitelli e i percorsi che si potrebbero fare come trekking.

Valter Turčinović legge la sua poesia.
Foto: ERIKA BARNABA

Un gruppo di lavoro
Nel territorio di Buie si contavano complessivamente 24 capitelli. dopo i tre ristrutturati/ricostruiti dalla Città di Buie e quello dedicato a San Sebastiano, ricostruito dai fedeli e cittadini della località dopo un incidente nel quale era stato danneggiato, ne resterebbero ancora 20 da ricostruire e valorizzare per creare questo percorso, che sarà adibito a passeggiata, pista ciclabile e/o trekking. Come confermato dalla Città di Buie in più occasioni, è in piano pure la costruzione di un’illuminazione efficiente dal punto di vista energetico e la sistemazione di panchine. Ogni capitello dovrebbe essere accompagnato da una descrizione, storica o religiosa, in tre lingue. Per arrivare a questi obiettivi è stato costituito un gruppo di lavoro composto da persone che possono contribuire notevolmente al progetto, ossia Vladimir Torbica, assessore regionale alla Cultura e alla Territorialità, Lorella Limoncin Toth, sovrintendente ai beni architettonici e culturali per la Regione istriana, Valter Bassanese, direttore dell’Ente turistico di Buie, nonché i ricercatori storici Lucia Moratto Ugussi e Marino Dussich.
Alla recente inaugurazione e benedizione del capitello di Sant’Andrea da parte del parroco don Marcin Madej, hanno presenziato il sindaco di Buie Fabrizio Vižintin, il suo vice in quota CNI Corrado Dussich, il direttore dell’Ente turistico Valter Bassanese, l’architetto Doria Gobić, l’autrice della statua, nonché direttrice dell’Upa di Buie, Lovorka Lukani, i rappresentanti delle società e altre istituzioni donatrici, come pure alcuni cittadini.

Il capitello in chiave moderna con a destra il cipresso.
Foto: ERIKA BARNABA
La poesia di Valter Turčinović dedicata a Sant’Andrea.
Foto: ERIKA BARNABA

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