Bruno Savron: «È mia intenzione rappresentare la continuità veneta»

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Bruno Savron: «È mia intenzione rappresentare la continuità veneta»
Foto: NICOLE MISON

Bruno Savron, prima di stabilirsi definitivamente a Buie, ha vissuto in vari Stati. “Ormai ho superato i 50 anni, nella mia vita ho studiato un po’ di tutto: ho finito le elementari a Buie, ho frequentato il Seminario classico di Pisino, ho fatto due anni di teologia a Fiume e mi sono laureato in Lettere e filosofia a Trieste, sostenendo gli esami in tre anni”. Savron ha inoltre studiato in Finlandia e in Irlanda, dove ha conseguito il dottorato di psicologia, per poi trasferirsi in Canada, conseguendo ulteriori specializzazioni in psicologia e lavorando come professore. Ha fatto quindi ritorno in Sicilia, per poi stabilirsi prima a Trieste e in seguito definitivamente a Buie. Impegnato nello svolgimento di corsi presso la Facoltà di Medicina a Trieste, ora è attivo nel turismo, come guida certificata europea e lavoro presso la locale Torre di San Martino.
“Mi sono candidato perché dal dopoguerra non c’era un consigliere nella città vecchia, vedo un deterioramento continuo. Se guardi i tetti vedi tegole nuove, invece l’esterno dovrebbe essere mantenuto e l’interno rinnovato. Dovremmo vivere in una piccola Venezia, rispettando lo stile storico. Voglio dire che Buie dovrebbe essere conservata nello spirito veneto in cui l’antico e il nuovo si intrecciano, ma non si sovrappongono. Vedo una distruzione continua del centro storico e questo per me è una sofferenza. Per mantenere la continuità veneta, c’è bisogno di qualcuno che la rappresenti.
“Come vicesindaco – dice – rappresenterei la minoranza italiana, perciò, se eletto, valuterò seriamente quello che la Comunità degli Italiani decide, perché la CI non è mai una persona sola. Non prenderò decisioni individualmente; sarebbe un errore; mi consulterò con gli altri. Per quanto riguarda il futuro dell’edificio dell’ex scuola italiana, ritengo sia una cosa da discutere in gruppo, perché a detta di molti il suo stato di deterioramento è un vero peccato. Le nostre origini sono miste, però dobbiamo tutelare la cultura italiana e quindi voglio rappresentare quanti continuano la tradizione veneta. Per me questa è la Comunità degli Italiani. È giusto dare lavoro ai giovani, ma nei ruoli decisionali ci deve essere qualcuno con esperienza alle spalle.
Spesso il problema non è la legge, ma viene creato dagli individui. La tutela non è garantita solo dallo stato di diritto, ma anche dai membri di una comunità. Ho vissuto in Sicilia e mi piace il loro modo di affrontare la vita: la nonna decide e gli altri obbediscono. Intendo dire che si segue una linea, invece a Buie ognuno segue una propria linea di pensiero. Come facciamo a tutelarci? Essendo uniti, seguendo una persona e, anche se a volte si ha un’opinione diversa, bisognerebbe evitare di spezzare l’unione. La divisione porta alla debolezza. Noi abbiamo il morbo dell’individualismo e ciò gioca a nostro sfavore”.

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