«Atrium Plus», la memoria parla ai giovani

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«Atrium Plus», la memoria parla ai giovani

ALBONA | “Giovani europei: i futuri ambasciatori di un turismo culturale responsabile e sostenibile” è il titolo della conferenza tenutasi ieri nella Biblioteca civica di Albona nell’ambito del terzo incontro dei partner del progetto “Atrium Plus”.

Iniziato il 1º gennaio 2018, il progetto, il cui capofila è il Comune di Forlì, è un prosieguo dell’iniziativa “Atrium”, avviata nel 2011 e incentrata sulla valorizzazione e sul riutilizzo a scopi turistici e culturali del patrimonio architettonico dei regimi non democratici del XX secolo. Il progetto iniziale aveva visto la realizzazione di una serie di attività, tra cui la definizione delle linee guida per il restauro dell’architettura moderna nel territorio delle realtà partner. Nel 2013 è stata costituita l’omonima associazione transnazionale, di cui fanno parte pure Albona e Arsia, mentre nel 2014 è stata certificata la Rotta culturale “Atrium” del Consiglio d’Europa, ricertificata nella prima metà del 2018 per i prossimi tre anni.

Rotta culturale, attrazione turistica

Oltre a Forlì e ad Albona, il partenariato include pure l’Università di Zara, il Comune di Bari e il Comune di Ferrara. “Già la parola ‘plus’ ci può dare l’idea di che cosa comporti il progetto. Vogliamo fare qualcosa di più rispetto a quanto realizzato finora, sviluppare il progetto ulteriormente e creare nuovi prodotti che promuovano ulteriormente la conoscenza della difficile e drammatica storia del Novecento, come pure quella dell’architettura prodotta e del ruolo che essa ha svolto quale strumento di propaganda dei regimi non democratici”, ha detto nel corso della conferenza Cristina Vallicelli, coordinatrice del progetto nel team del Comune di Forlì, spiegando che “Atrium Plus” intende creare itinerari turistico-culturali indirizzati agli studenti. L’obiettivo è, infatti, capitalizzare i risultati del progetto iniziale e trasformare la Rotta in un’attrazione culturale e turistica. Secondo quanto confermato da Cristina Vallicelli, gli itinerari che saranno creati andranno ad arricchire l’offerta del turismo scolastico “tenendo sempre bene a mente l’approccio etico e responsabile con cui questi itinerari devono essere creati sul territorio”.

Educazione al turismo responsabile

L’idea di avviare un progetto destinato ai giovani è scaturita dalle attività svolte finora e dal fatto che “Atrium” non è solo architettura, ma anche storia, sociologia, cultura, sport, vita quotidiana”. Parlando degli obiettivi specifici del progetto, la coordinatrice di quest’ultimo nel team del Comune di Forlì ha detto che uno di essi è legato alla formazione degli attori coinvolti nella progettazione degli itinerari “Atrium Plus” (guide turistiche, associazioni culturali, professori delle scuole, operatori culturali, tour operator), i quali “devono sapere trattare e narrare il patrimonio dissonante in questione in modo etico e responsabile”, utilizzando anche un linguaggio adatto.
Un altro obiettivo specifico è quello di definire una comune strategia di informazione rivolta ai visitatori, che consiste nell’elaborazione e nella produzione di una segnaletica uniforme che sarà utilizzata lungo gli itinerari, come pure nella realizzazione di materiale informativo cartaceo. Il terzo obiettivo specifico consiste nell’organizzazione di gite scolastiche e scambi tra le scuole operanti nel territorio dei partner nel progetto al fine di sperimentare il nuovo percorso progettato per testare il potenziale turistico-culturale dell’architettura e della memoria collegata ai regimi del Novecento. Tutto ciò dovrebbe aiutare i giovani coinvolti nel progetto a diventare turisti responsabili e informati.

Capire il Novecento

Ricordando il progetto iniziale, “Atrium”, un acronimo inglese che sta per “Architettura dei regimi totalitari nella memoria urbana europea”, e la certificazione dell’omonima rotta, Claudia Castellucci, rappresentante del Comune di Forlì e direttrice della Rotta culturale europea “Atrium”, ha sottolineato l’importanza degli scambi educativi e culturali tra le realtà partner, ma anche quella dei contribuiti dei rappresentanti della comunità scientifica coinvolti nel progetto.
“I giovani devono capire che cosa è stato il Novecento. Devono capire la memoria per poterla poi sviluppare e per non commettere gli errori che sono stati commessi nel secolo scorso”, ha dichiarato il professor Ulisse Tramonti, docente ordinario in pensione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, uno dei promotori del progetto sin dall’inizio e presidente del Comitato scientifico del progetto.

Opportunità da non perdere

La vicesindaca albonese Federika Mohorović Čekada ha sottolineato l’importanza del progetto per tutte le realtà partner, che hanno ora la possibilità di collaborare allo sfruttamento del potenziale nel loro territorio a scopi turistici. Nel rivolgersi ai presenti, Irina Belušić Maggì, coordinatrice del progetto “Atrium Plus” nel team progettuale della Città di Albona, ha detto che il progetto è una buona opportunità per completare l’itinerario turistico locale e transnazionale creato nell’ambito delle attività precedenti a Piedalbona, la cui “architettura razionalista, e soprattutto la zona industriale di Piazzale, occupa un posto particolare nella coscienza collettiva della popolazione locale”. Hanno presenziato alla conferenza circa 20 studenti della Scuola media superiore “Mate Blažina”, la cui professoressa Dijana Muškardin ha parlato delle esperienze degli alunni e delle prospettive del progetto “Atrium Plus” a livello locale. Il progetto “Atrium Plus” continuerà a svolgersi fino al 30 giugno 2019 nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera “Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020”. Il budget di cui dispone la Città di Albona è di circa 127mila euro, mentre l’importo a fondo perduto proveniente dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale è di 107.838 euro. Il terzo incontro dei partner nel progetto si concluderà oggi.

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