
È stata inaugurata la rinnovata Casa memoriale “Joakim Rakovac”, ossia la casa natia dell’eroe popolare. Divenuta nel 1975 Casa memoriale, l’anno dopo è stata proclamata monumento culturale e dal 1980 è gestita dal Museo del territorio parentino.
Nel nuovo allestimento, al suo interno, sono sintetizzati la storia del movimento antifascista e l’attività dei suoi esponenti di spicco. Sono esposte fotografie e documenti del Museo del territorio parentino, di quello storico e navale dell’Istria e di altre istituzioni, utili a comprendere le cause e le conseguenze degli eventi della Seconda guerra mondiale, il ruolo svolto dai partecipanti e lo spirito del tempo. L’allestimento è accompagnato da testi trilingui (croato, italiano e inglese).
La cerimonia
La cerimonia è stata moderata da Ajna Temimović, che ha ricordato il contributo del Museo del territorio parentino alla realizzazione del progetto e delle istituzioni che hanno collaborato. Il costo dei lavori è stato sostenuto dal Municipio parentino e dal Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia. Dopo il minuto di raccoglimento in onore ai caduti della LPL e alle vittime del fascismo e del nazismo, è stata la direttrice del Museo del territorio parentino Elena Uljančić a esporre il progetto, con il titolo dell’allestimento “Naprid” (“Avanti). Trattasi dell’unico allestimento inaugurato dopo il 1990 dedicato alla LPL, che ricorda le 700 e più vittime immolate nel Parentino contro l’oppressione fascista e nazista, in opposizione ai tentativi revisionistici. Alla realizzazione del concetto espositivo ha contribuito lo storico Milan Radošević, mentre il design è di Kristina Kalčić. Importante è stato il contributo dei figli di Joakim Rakovac, lo scrittore Milan (che non ha potuto partecipare alla cerimonia in quanto impossibilitato per malattia) e Živko, presente tra il pubblico. Importanti sono state le insistenze di Božo Štifanić, Arduino Matošević e Nada Rakovac e la volontà del sindaco Loris Peršurić di rinnovare la Casa memoriale. La Casa è stata intesa come una base di partenza per realizzare una memoria della LPL nel Parentino, da presentare alle scuole. Arduino Matošević, presidente dell’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti di Parenzo, ha visto in quest’opera un riconoscimento ai meriti di Rakovac e degli altri combattenti e un atto di coraggio ovviante ai tentativi di revisionismo storico. L’assessore regionale alla Cultura e alla Territorialità Vladimir Torbica ha salutato a nome del presidente della Regione Boris Miletić, rilevando il ruolo storico di Joakim Rakovac che, come Fulvio Tomizza e Juraj Dobrila, ha avuto al centro dell’interesse la libertà. La sovrintendente regionale ai Beni culturali Lorella Limoncin Toth, inviata del ministro della Cultura e dei Media Nina Obuljen Koržinek, si è detta orgogliosa per il fatto che detto Ministero abbia appoggiato questo progetto. Il sindaco di Parenzo Loris Peršurić ha poi ufficialmente aperto le porte della Casa memoriale, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.
Sonja Vojinović ha letto una poesia di Milan Rakovac e una di Drago Gervais. Ascoltata anche una poesia registrata che Milan Rakovac ha dedicato al padre. Adrian Deković, della Scuola artistica di Parenzo, si è esibito alla fisarmonica. Tra il numeroso pubblico presenti pure molti parenti vicini e lontani dell’eroe popolare, esponenti della vita politica del Parentino e delegazioni delle associazioni antifasciste regionali.
La biografia
Joakim Rakovac (Jovakin), è nato il 14 settembre 1914 ed è rimasto ucciso in un conflitto a fuoco il 18 gennaio 1945. Dopo gli studi elementari in lingua italiana a Mompaderno, si dedicò alla vitivinicoltura. Mobilizzato nell’Esercito italiano alla vigilia dell’invasione della Jugoslavia, si finse malato e venne rilasciato alla fine del 1942. Grazie all’eroe popolare Jože Šuran si unì alla lotta partigiana nel Parentino. Nel febbraio del 1943 creò a Racovaz il Comitato popolare di liberazione del luogo e alcuni mesi dopo divenne membro del Partito comunista croato. Assieme a Šuran organizzò l’invio di un primo gruppo di partigiani istriani in Lika e in Gorski kotar. Nell’agosto 1943 divenne presidente del Comitato popolare di liberazione dell’Istria. Nei giorni della capitolazione dell’Italia partecipò al disarmo delle guarnigioni di Cerreto e di Borruto e alla liberazione di Pisino e di Parenzo. Dopo che il Comitato circondariale per la liberazione dell’Istria decretò l’annessione di questa parte della penisola alla Jugoslavia il 13 settembre 1943, ribadita il 25 e il 26 dello stesso mese dal Comitato popolare di liberazione distrettuale presieduto da Joakim Rakovac, quest’ultimo continuò a lavorare in modo organizzato e sistematico. Diventò membro del Comitato circondariale del Partito comunista croato per l’Istria e consigliere del Consiglio antifascista territoriale di liberazione popolare della Croazia (ZAVNOH), partecipando all’assise del Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (AVNOJ) del 29 e 30 settembre 1943, che sancì l’unione dell’Istria alla Jugoslavia. Il 9 dicembre 1952 fu proclamato eroe popolare.

Foto: DENIS VISINTIN
Domani l’incontro a Rušnjak
E l’81º anniversario della partenza organizzata del primo gruppo di partigiani istriani verso la Lika e il Gorski kotar sarà ricordato domani sul vicino colle di Rušnjak alle ore 11 con il tradizionale incontro antifascista e un programma artistico-culturale. L’evento è organizzato dall’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti di Parenzo, in collaborazione con il Comitato per l’organizzazione dell’anniversario di Rušnjak e le associazioni dei combattenti antifascisti e della guerra patriottica, con il patrocinio della Città di Parenzo.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.