Alla CI «Fulvio Tomizza» nuove miniature di Stival

Umago. In dono al sodalizio le riproduzioni di Pirano e Parenzo

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Alla CI «Fulvio Tomizza» nuove miniature di Stival

A causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, Giancarlo Stival, noto per le sue riproduzioni dei borghi istriani in miniatura, non aveva potuto presenziare il 23 maggio scorso all’inaugurazione della sua mostra, allestita dalla Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” nella chiesa di San Rocco di Umago, ma ora è ritornato, con dei nuovi regali per il sodalizio. Dopo avere visitato la sua mostra nella chiesa, l’artista ha fatto visita alla CI, donando le riproduzioni di Pirano e Parenzo. Presenti Pino Degrassi e il tecnico Ernesto Giraldi, a nome della CI e Zlatko Ivaštanin, grande amico del sodalizio e dello stesso Stival.
Un gesto che è stato molto apprezzato pure dalla presidente della CI, Floriana Bassanese Radin: ”La mostra, molto bella, che abbiamo allestito nella chiesa di San Rocco in maggio per il patrono di Umago San Pellegrino e che rimarrà aperta al pubblico fino alla fine di agosto-inizio settembre, non solo ha avuto un grande successo di pubblico, ma ora è stata arricchita da nuove opere, che riguardano Pirano e Parenzo e che parlano dell’eccezionale vena artistica dell’autore.
Stival è un vulcano di idee, con una grande passione per l’Istria, tanto che finora ha prodotto oltre 300 miniature. E la nostra Comunità degli Italiani è ben felice di avere una sua esposizione permanente. Le sue opere rappresentano un bagaglio inestimabile, un forziere di storia, vita e tradizione della nostra penisola. Da Pola a Umago, da Fiume a Rovigno, passando per altre 300 località, Stival ha immortalato l’Istria e la sua gente, non trascurando dettagli fondamentali e semplici, direi unici dell’architettura contadina, quella vera e genuina”.

Giancarlo Stival nella chiesa di San Rocco con Zlatko Ivaštanin

Con infinita bravura e pazienza, Stival ha realizzato riproduzioni storiche di altissimo livello: dall’arena di Pola a Valdibora di Rovigno, dal monastero dei Benedettini di Daila alla tenuta dei de Franceschi di Seghetto, a Stanzia Bembo, Umago, Valle e via dicendo. Oggi la sua collezione conta circa 300 modellini storici, fatti con il materiale trovato sul posto: terra e pietra istriana. Giancarlo ha dedicato la sua vita a ricostruire l’Istria in miniatura: le sue opere sono sempre fedelissime alla realtà, tanto che, alle volte, quando si vedono in fotografia, sembrano quasi l’originale.
Giancarlo Stival è veneto di nascita e come tale ha assorbito tutta la storia istro-veneta. Ma l’ha assorbita nella forma più sublime, in quel modo che passa prima per il cuore per poi arrivare all’intelletto. Ha cominciato a conoscere la storia istriana al fianco di Graziella, sua moglie, esule fiumana, che gli manca moltissimo perché non c’è più. Oggi, dopo una vita trascorsa assieme a lei, Giancarlo vede ancora e sempre di più l’Istria e Fiume con gli occhi di sua moglie, ama queste terre perché le ha amate lei, che gli ha trasmesso tale passione con l’amore struggente e infinito dell’esule.
“In tutte le riproduzioni – dice Stival – ho inserito almeno un elemento, un piccolo particolare autenticamente istriano: il sommacco rosso per la pergola, un rametto di timo selvatico, pezzetti di pietra d’Istria rossa, bianca e grigia, i semini del sommacco in fiore per creare gli uccelli e anche un calcinaccio di una casa per creare una fontana”.

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