
Più sviluppato è il sistema dei trasporti, più alto è lo standard di vita. Questa è una delle “regole” che bisogna tenere in mente quando si parla dello sviluppo del traffico nella Regione istriana, dove, oltre che un’adeguata rete di trasporto pubblico su strada tra le varie città, sono (quasi) inesistenti o difettose pure l’infrastruttura marittima e quella ferroviaria, molto importante, quest’ultima, per rendere il traffico e i viaggi a livello regionale sostenibili ed energeticamente (maggiormente) efficienti. Sono alcune delle questioni che si sono trattate ieri, nella piccola palestra del Centro sportivo “Franko Mileta”, alla prima delle due Giornate della transizione energetica della Regione istriana.
Cambiare abitudini
Organizzata dall’Agenzia regionale per l’energia (IRENA), in collaborazione con la Regione istriana, l’Istituto energetico “Hrvoje Požar” e la Città di Albona, la conferenza, che ha avuto l’anno scorso la prima edizione, ha compreso ieri discussioni legate al traffico, mentre il programma previsto per oggi sarà incentrato sulle comunità energetiche. “Per fare un primo passo non è mai troppo tardi”, ha detto Boris Miletić, presidente della Regione istriana, sottolineando in seguito l’importanza che ogni cittadino sia proattivo e che contribuisca nel suo piccolo al passaggio alle energie rinnovabili. Secondo lui, spesso, anche nella vita privata, per le questioni legate alla salute, si aspetta l’ultimo minuto per reagire e solo in quel momento s’inizia ad affrontare, in modo adeguato, un problema. Così anche nel caso della transizione energetica si parla ormai da decenni della necessità di cambiare “alcune nostre abitudini o sostituire le fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili”.
Per questo motivo, la Regione istriana ha deciso di avviare nuove modifiche e integrazioni al Piano ambientale regionale conformemente alle quali sarà possibile ricorrere a un maggior utilizzo dei potenziali del Sole e saranno esaminate pure le possibilità legate all’uso del vento per la produzione dell’energia. Nella sua dichiarazione rilasciata ai giornalisti dopo la prima parte dell’incontro tenutosi ieri, Miletić ha ricordato i progetti che hanno visto il montaggio delle cosiddette mini centrali elettriche sui tetti degli edifici delle istituzioni pubbliche, un’iniziativa con cui si influisce sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sugli effetti dei cambiamenti climatici. “Sono sicuro che fino al 2035, riusciremo a essere energeticamente autosufficienti e che gran parte dell’energia elettrica sarà prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili”, ha aggiunto Miletić, assieme al quale a rappresentare la Regione è stato ieri pure il vicepresidente regionale Tulio Demetlika.
Soluzioni urgenti
Dando a tutti il benvenuto nel “cuore energetico dell’Istria e della Croazia”, il sindaco albonese Valter Glavičić ha ricordato il ruolo centrale che l’Albonese ha dal secolo scorso dal punto di vista della produzione dell’energia elettrica, dalle miniere e dalla centrale di Vlaška, nella valle dell’Arsa, chiusa da decenni, fino alle due centrali termoelettriche a carbone a Porto Fianona, di cui quella inaugurata all’inizio degli anni ‘70 dello scorso secolo, Fianona 1, è stata chiusa negli anni scorsi a causa dei danni causati da un incendio. Fianona 2 dovrebbe chiudere i battenti nel 2033. Anche per questo motivo Glavičić ha voluto sottolineare l’importanza d’intraprendere quanto prima delle misure per impedire i possibili blackout in Istria, “che potrebbero succedere proprio durante la parte centrale della stagione turistica”.
Parlando delle iniziative cittadine, si è soffermato sui sostegni per il montaggio dei pannelli solari destinati alle famiglie del territorio. Negli ultimi cinque anni sono stati installati 60 impianti di questo tipo sui tetti delle case familiari. “Se tutti in Croazia avessero fatto così, oggi avremmo una quantità di pannelli solari che corrisponderebbe alla capacità di cui disponeva Fianona 1”, ha affermato Glavičić, secondo il quale a occuparsi della transizione energetica in Istria dovrebbero essere le istituzioni, gli enti e gli esperti del territorio, per impedire che anche questi investimenti, come quelli nell’infrastruttura turistica, in quella stradale e nel commercio, diventino un capitale che sarà “portato fuori”.
I collegamenti da introdurre
Dopo i saluti e la presentazione dei temi da parte della rappresentante dell’IRENA, Doris Pajković, a rivolgersi ai presenti è stato Marko Švajda, della Facoltà delle scienze dei trasporti dell’Università di Zagabria, il quale si è soffermato sul tema dell’importanza di una rete di trasporto e collegamenti sostenibile per lo sviluppo della Regione istriana. Sue sono le parole citate all’inizio del presente articolo e nello stesso contesto Švajda ha spiegato che un’infrastruttura di qualità attira investimenti di qualità e influisce in modo positivo sulla mobilità della forza lavoro, come pure sulla riduzione delle spese pubbliche derivate dai problemi di salute e dalle morti causate dalle strade inadeguate, dai veicoli troppo vecchi o dall’inquinamento da traffico, compreso quello acustico. Riguardo allo sviluppo della rete di trasporto pubblico in Istria, oltre a nuove linee bus e agli investimenti nell’infrastruttura ferroviaria, menzionati pure i possibili collegamenti marittimi.
Ai presenti è stato presentato pure un filmato legato al tema del programma, moderato da Elvis Mileta, mentre in seguito si sono avuti alcuni panel di discussione e interventi sulla connettività regionale e sull’accessibilità dell’Istria, ma anche sulla mobilità verde. Alla fine della prima giornata è stato possibile fare un giro a bordo dell’autobus elettrico prodotto dalla ditta “Novatec” di Albona.
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