Albona, nuove irregolarità nel caso di Portolongo?

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Albona, nuove irregolarità nel caso di Portolongo?

ALBONA | Se l’atto in base al quale era stata avviata la compilazione della Valutazione del paesaggio della costa meridionale della Città di Albona non è in vigore dal 12 agosto 2018, è lecito chiedersi se sia legale o meno la delibera con cui il documento è stato sottoposto a consultazione pubblica due mesi dopo. Lo ritiene Nevina Miškulin, consigliere indipendente del Consiglio cittadino di Albona, la quale alla riunione consiliare tenutasi ieri, nell’ambito del punto riservato all’approvazione della Valutazione, ha dimostrato di condividere i dubbi espressi riguardo allo stesso documento pochi minuti prima del suo intervento da Tanja Pejić, degli Indipendenti insieme, anche lei attiva nelle file dell’opposizione.

Un’importante questione giuridica

Si tratta delle stesse incertezze su cui si erano soffermati due giorni prima i rappresentanti dell’iniziativa civica “Volim Prtlog”, (“Amo Portolongo”), avviata alla fine del 2016 da un gruppo di cittadini, tra cui pure la Pejić, con lo scopo di prevenire la cementificazione della penisola e l’edificazione di due zone di sviluppo turistico pianificate nella località, in un’area naturale protetta. Pure loro considerano irregolare la procedura nell’ambito della quale è stata compilata la Valutazione essendo scaduta in agosto la delibera che aveva portato alla sua compilazione, ovvero l’atto legato alla compilazione delle quarte modifiche e integrazioni al Piano ambientale della Città di Albona.
Nei mesi successivi sono scadute pure le delibere per la redazione dei piani d’assetto urbanistico per le due zone di sviluppo turistico a Portolongo. Come spiegato da Anamarija Lukšić, assessore all’Assetto territoriale, gli stessi atti non potevano rimanere in vigore perché era scaduto il termine legale entro il quale essi avrebbero dovuto essere sottoposti a dibattito pubblico. “È un’importante questione giuridica che dovrebbe essere discussa prima dell’approvazione della delibera sulla Valutazione del paesaggio della costa meridionale della Città di Albona”, è intervenuta la Miškulin, la quale fino a poco tempo fa faceva parte del personale degli uffici dell’assessorato all’Assetto territoriale della Città di Albona.
Sottolineando che si tratta pure di una questione molto complessa, Miškulin ha invitato gli uffici cittadini a esaminarla con attenzione, facendo presente al sindaco albonese, Valter Glavičić (DDI), che è responsabile anche per la legalità delle delibere del Consiglio cittadino. Secondo Miškulin, prima della presentazione del documento in Consiglio a fine ottobre e prima di sottoporlo a consultazione pubblica, la Città avrebbe dovuto compilare un altro atto per garantire la regolarità della procedura.
“Il tempo che avevate a disposizione era più che sufficiente”, ha rilevato, elencando una serie di iniziative che confermano la necessità di basare la compilazione di un documento del genere su un atto valido.

La (non) attendibilità del documento

Le critiche di Tanja Pejić, la quale in ottobre era stata la prima a lodare il documento, erano legate al metodo della sua compilazione, ovvero all’utilizzo dei dati riguardo alla flora, alla fauna e altre caratteristiche del territorio che erano stati raccolti per le analisi effettuate negli anni Settanta dello scorso secolo, quando la costa in parola era dichiarata paesaggio naturale protetto. Stando alle sue, uno studio che si basa su dati di così lunga data e per il quale non “sono state eseguite le necessarie ricerche nel territorio” non può essere ritenuto attendibile. Tale parere è stato condiviso pure dal consigliere Darko Martinović, della stessa lista, e da Željko Ernečić (SDP). Secondo quest’ultimo, pure il testo della delibera discussa in Consiglio avrebbe dovuto essere diverso e contenere, oltre al titolo dell’atto, pure dei particolari sul Piano di gestione dell’area del paesaggio protetto che deve essere redatto dall’ente per la gestione delle aree naturali protette nella Regione istriana “Natura Histrica”. Stando all’opposizione, si tratta di un documento che sarebbe dovuto già essere compilato e sarebbe solo uno dei documenti che, a loro avviso, dovrebbero essere indispensabili per poter procedere con gli interventi edili in un’area protetta.

La strada giusta?

“Questa è la strada e l’ordine giusto”, ha reagito il sindaco Valter Glavičić, ricordando che la Valutazione è stata compilata, assieme allo Studio sulla ricettività turistica del territorio albonese, dopo la seduta consiliare sul tema di Portolongo tenutasi nell’ottobre 2017, su iniziativa dell’opposizione. Il documento, approvato ieri con 10 voti favorevoli, 3 astenuti e uno contrario, sarà uno dei documenti di base per il futuro Piano di gestione dell’area del paesaggio protetto. Secondo il sindaco, la Valutazione interessa un’area di 500 ettari che fanno parte di una superficie totale di 1.125 ettari, per cui “sarebbe illusorio attendersi che in un’area così vasta non ci sia alcun intervento prima dell’approvazione di tutti i piani possibili”. “Questo non significa che intendiamo costruirvi qualcosa”, ha aggiunto. La coordinatrice del team che ha compilato il documento, Tena Birov, della “Oikon – Istituto dell’ecologia applicata”, ha detto che il documento si basa sulle analisi eseguite da “esperti con una lunga esperienza” a metà dell’anno scorso per cui “sono inaccettabili le affermazioni riguardo alla sua (non) attendibilità”. Stando alle sue, è vero che la decisione di discutere il documento in Consiglio e di sottoporlo a consultazione pubblica è uno “sforzo aggiuntivo dell’esecutivo, in quanto ciò non è un obbligo previsto dalle leggi” applicabili in questo caso, compresa quella sulla tutela dell’ambiente e la Legge sull’assetto territoriale. Che si tratti di un’eccezione, lo ha confermato pure l’assessore Lukšić, la quale ha cercato di offrire una risposta all’ex collega, Nevina Miškulin, riguardo alla regolarità della procedura. Secondo Lukšić, i documenti come quello approvato ieri vengono di solito discussi in Consiglio come parte integrante dei piani ambientali delle autonomie locali e regionali e vanno considerati dei “documenti di base simili a quelli degli addetti alla sovrintendenza dei beni culturali”. Come tali, ritiene, possono essere sottoposti a consultazione pubblica a prescindere dalla validità degli atti in base ai quali è stata avviata la loro compilazione. “No, non ho avuto la risposta alla mia domanda, ma non ho insistito più perché non voglio polemizzare”, ci ha dichiarato la Miškulin dopo l’approvazione della delibera. Lei si è astenuta dal voto, assieme a Martinović e a Ernečić, mentre Pejić si è detta sfavorevole.

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