Albona non recede: «Rivogliamo la loggia»

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Albona non recede: «Rivogliamo la loggia»

ALBONA | La Città di Albona vorrebbe che la loggia civica fungesse da terrazza del futuro albergo a conduzione familiare, che sarà inaugurato nella struttura con la quale il monumento condivide parte della sua parete di fondo. Lo ha confermato alla recente seduta del Consiglio cittadino di Albona il sindaco Valter Glavičić (DDI) nell’ambito del question time, rispondendo alle domande di Tanja Pejić, consigliere degli “Indipendenti insieme”.

Il sindaco: «Siamo a buon punto»

“Di recente la Città ha avviato una causa legale contro lo Stato con cui viene chiesto che la loggia ci venga restituita. Ci è stato confermato, da parte degli uffici polesi della Procura di Stato, che la nostra richiesta è giustificata, mentre la settimana prossima dovremmo avere un’altra riunione con gli esponenti del Ministero del Patrimonio statale”, ha detto Glavičić, confermando di aver già avuto degli incontri con i rappresentanti dello stesso dicastero. Inoltre, l’assessore all’Assetto territoriale, Anamarija Lukšić, avrebbe discusso la questione della restituzione della loggia alla Città con i rappresentanti della Sovrintendenza ai beni culturali di Pola, attiva in seno al Ministero croato della Cultura. “L’idea è quella di trasformarla nella terrazza del futuro hotel e ristorante. Credo che riusciremo nell’intento di riappropriarci della loggia”, ha aggiunto il sindaco, confermando così anche il desiderio della Città di annullare il contratto con gli uffici statali competenti in base al quale il monumento, dichiarato bene culturale sotto protezione, deve essere a uso pubblico. Nel reagire all’osservazione della Pejić, secondo la quale la loggia non sembrerebbe un bene culturale protetto perché “già da anni si utilizza, purtroppo, come bagno pubblico”, Glavičić ha detto che la Città non può essere responsabile anche della maleducazione di alcune persone.

Controlli più rigidi nei parcheggi

Sempre rispondendo alle domande di Tanja Pejić, Glavičić ha confermato che nel corso del 2018 sarà introdotto un nuovo sistema di controllo dell’utilizzo dei posti parcheggio nel centro storico di Albona, in particolare quelli tra piazza San Marco e la Fortezza, tra cui la prima è “divisa” dalla piazza principale della Cittavecchia da un dissuasore a scomparsa, rotto più volte e riattivato di recente. Il nuovo sistema permetterà l’utilizzo dei posti parcheggio nella stessa zona soltanto ai veicoli per i quali verrà appurato che sono di proprietà degli utenti dei posti macchina. “Al passaggio dei veicoli in possesso del permesso la torretta a scomparsa si abbasserà automaticamente, mentre quelli le cui targhe non risulteranno riconoscibili alle telecamere di videosorveglianza non potranno entrare”, ha precisato Glavičić, stando al quale, l’obiettivo dell’introduzione del nuovo sistema è quello di eliminare la possibilità di utilizzo dei posti macchina da parte di chi non ne ha diritto.

Niente piazza per il trenino

L’attuale sistema con il dissuasore a scomparsa funziona tramite un lettore delle schede rilasciate (vendute) dalla Città, le quali, dice il sindaco, spesso vengono date ad altre persone. “Sono numerosi gli abusi registrati dalle nostre telecamere di videosorveglianza”, ha aggiunto Glavičić, secondo il quale, l’introduzione del nuovo sistema è stata voluta anche dagli abitanti del centro storico. I titolari delle strutture ricettive nella stessa parte della Cittavecchia avranno la possibilità di introdurre per un periodo di tempo limitato anche le targhe dei loro ospiti, mentre per i servizi d’emergenza sono previsti telecomandi che potranno essere utilizzati per abbassare e alzare le torrette a scomparsa.
Tanja Pejić ha sollevato anche la questione del trenino turistico, il cui itinerario comprende la stessa zona del centro storico e che alcuni abitanti della Cittavecchia accusano dei danni alle loro automobili. Secondo quanto detto nel corso della riunione, questa stagione turistica il trenino non potrà entrare in piazza San Marco.

I divieti di Portolongo

Nell’ambito dell’ora riservata alle domande dei consiglieri si è parlato anche dei divieti entrati in vigore di recente a Portolongo, conformemente alle aggiunte al Regolamento sui criteri per la definizione dell’uso di una parte dei porti come aree aperte al traffico pubblico di importanza regionale e locale. Alla domanda di Renata Kiršić (HNS), consigliere della maggioranza, ha risposto Antonela Mohorović Kožuh, direttrice dell’Autorità portuale di Porto Albona, della cui rete fa parte anche il porto di Portolongo.
Secondo lei, in armonia con le leggi, viene considerato porto ogni luogo che disponga di ormeggi, per cui il cartello con i divieti di balneazione, immersione e surf, alla cui collocazione avevano reagito gli attivisti dell’iniziativa civica “Amo Portolongo”, doveva essere collocato anche a Portolongo. “Se qualcuno vuole fare il bagno, lo faccia pure, ma non incolpate l’Autorità portuale se succederà qualcosa”, ha concluso Antonela Mohorović Kožuh.

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