Albona «CR Abitare» condannata a… morte?

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Albona «CR Abitare» condannata a… morte?

ALBONA | Si sta spegnendo la produzione delle case mobili della ditta “CR Abitare” a Dubrova? Secondo il Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia (SIQD), è molto probabile che la risposta a questa domanda sia affermativa. Lo confermerebbero, in primo luogo, le parole dei dipendenti assunti a tempo indeterminato, i quali avrebbero informato anche i loro colleghi interessati al rinnovo del contratto stagionale che la produzione, dopo la pausa estiva, non sarebbe ripresa in ottobre non soltanto perché “manca il lavoro”, Infatti, a fine settembre è iniziato il trasporto del materiale necessario per la produzione in Italia, dove si trova la sede della ditta.

Comunicato «indigesto»

Un’altra conferma, afferma il Sindacato, arriva dalla decisione del CdA dell’azienda di disdire l’incontro – richiesto dal Sindacato per fare luce sulla situazione – con i rappresentanti del SIQD che avrebbe dovuto tenersi mercoledì pomeriggio. I dipendenti speravano di poter capire in questo modo le intenzioni della dirigenza. Il motivo ufficiale della cancellazione dell’incontro è dovuto alla pubblicazione di un comunicato stampa in cui la presidente del SIQD, Marina Cvitić, aveva informato i media di quanto sembrava stesse succedendo nell’azienda. “È stata la legale della ditta, poco prima delle 14, ad avvisarci che la riunione non si sarebbe tenuta. I rappresentanti dell’azienda non hanno gradito la mossa del Sindacato e pretendono che il comunicato rilasciato martedì sia corretto, ovvero che il SIQD ritiri quanto affermato riguardo alla situazione nello stabilimento a Dubrova. Altrimenti, dicono, non solo non continueranno le trattative con il Sindacato, ma avvieranno anche una causa legale contro il SIQD per il danno d’immagine arrecato all’azienda”, ha dichiarato Marina Cvitić, avvertendo il datore di lavoro che è un suo obbligo, previsto anche dalla Legge sul lavoro, informare i dipendenti, il Consiglio dei lavoratori e il Sindacato dei propri piani legati al destino del personale.

Si ripete lo scenario «Shelbox»?

A suo avviso, l’annullamento della riunione è soltanto una conferma che le affermazioni dei lavoratori sono veritiere, compresa quella secondo la quale i dirigenti offrirebbero ora ai dipendenti, per il momento in maniera ufficiosa, un posto di lavoro in una ditta simile a Visignano. “I lavoratori non sanno nemmeno oggi quale sarà il loro destino”, ha affermato Marina Cvitić in un comunicato stampa rilasciato ieri mattina. I dipendenti, tra cui una ventina assunti a tempo indeterminato e una trentina di lavoratori stagionali, sono rimasti senza una risposta a una serie di domande. Oltre a voler avere informazioni riguardo ai loro diritti, vorrebbero che il datore di lavoro spiegasse i motivi della sua improvvisa decisione di spegnere la produzione a Dubrova, visto che nei suoi cinque anni di attività a Dubrova l’azienda aveva registrato ottimi risultati. I dipendenti e il Sindacato non vorrebbero che si verificasse lo scenario con cui si erano concluse, negli stessi spazi a Dubrova, le attività della “Shelbox”, una ditta che era attiva nello stesso settore della produzione delle case mobili e che aveva operato inizialmente con il nome “Eurohouse”. In quel caso, dopo l’avvio della procedura fallimentare, i dipendenti hanno dovuto aspettare due anni prima di ottenere, per vie legali, quanto spettava loro a titolo di stipendi arretrati e indennità di licenziamento.

La via del dialogo

Per quanto riguarda le richieste del CdA nei confronti del Sindacato, il SIQD dice di non avere alcuna intenzione di cedere alle minacce del datore di lavoro di adire le vie legali. “Il Consiglio d’amministrazione deve essere consapevole del fatto che il Sindacato era stato informato in passato di una serie di casi in cui erano state violate le norme, ma non ha mai utilizzato l’arma della minaccia. “Abbiamo sempre scelto la via del dialogo sociale. Quando non possiamo contare sul dialogo e quando si tratta di salvare i posti di lavoro, il silenzio non è certo un’opzione. La società ‘CR Abitare’ dovrà accettarlo”, conclude il comunicato firmato da Marina Cvitić.

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