Albona. Cari Soffiatori, quanto ci costate

Ad Albona il loro uso sarebbe un’eccezione, e non la regola

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Albona. Cari Soffiatori, quanto ci costate
La rimozione delle foglie con i soffiatori. Foto: TANJA ŠKOPAC

“Ma, la ‘1. maj’ utilizza ancora le scope per pulire le aree pubbliche, compresi i parcheggi?”. Ce lo siamo chiesti diverse volte dalla scorsa primavera, in base alle osservazioni secondo le quali al posto dell’arnese menzionato si usano ormai soltanto i soffiatori che di solito si utilizzano per pulire un’area (verde) coperta di foglie, ma in via Senari, come ci risulta, pure per rimuovere tutto l’altro materiale vegetale e la sporcizia nel senso stretto della parola. Per cui, preoccupati un po’ anche per l’effetto che tanta polvere e residui vegetali soffiati in direzione delle macchine potrebbero avere per il funzionamento delle stesse automobili, abbiamo inoltrato la domanda anche alla municipalizzata preposta alla manutenzione delle aree pubbliche.
“Sì, le scope si utilizzano, per tutte le aree pubbliche, dappertutto”, hanno assicurato Lari Zahtila, addetto alle pubbliche relazioni della municipalizzata, e Lori Luketa Dagostin, coordinatrice delle attività legate alla manutenzione delle aree pubbliche. Secondo le risposte forniteci in seguito ai nostri quesiti riguardo al modo in cui a Piedalbona dalla scorsa primavera si puliscono le aree pubbliche, non sarebbe, quindi, vero che i soffiatori per foglie abbiano sostituito del tutto le scope (e i rastrelli, quando si tratta della rimozione delle foglie dalle superfici verdi) nel caso della pulizia delle aree parcheggio. Quindi, le nostre impressioni acquisite nello stesso periodo sarebbero sbagliate.

Rendere il lavoro più semplice
Nel rispondere alle domande, Luketa Dagostin ha detto che se qualcuno dei dipendenti della municipalizzata utilizza il soffiatore accanto alle automobili per rimuovere non soltanto le foglie, ma anche i rametti, la spazzatura, la polvere, la sabbia e altro sotto i veicoli, portando alla creazione, nei giorni senza pioggia, di “nuvole” di polvere e materiale vegetale attorno alle macchine, questo non lo fa sicuramente perché sono i suoi superiori a volerlo. “D’altra parte, nel caso della rimozione delle foglie, è comprensibile il desiderio, del tutto umano, di un lavoratore di cercare di rendere più semplice il lavoro che deve essere svolto, anche perché i nostri addetti alle pulizie hanno molte superfici da pulire, il che richiede molto tempo”, ci ha detto Luketa Dagostin, secondo la quale, gli esempi cui abbiamo assistito, settimanalmente, negli ultimi mesi, in uno dei parcheggi pubblici in via Senari sarebbero un’eccezione, non la regola.
Dalle risposte avute dalla “1. maj” scaturisce che agli addetti alle pulizie, dipendenti della municipalizzata, è stato detto di utilizzare i soffiatori (a motore) soltanto per la rimozione delle foglie. “Per la pulizia delle aree parcheggio di solito, anche se non esclusivamente, usiamo le scope, mentre i soffiatori si utilizzano più spesso nei periodi in cui molte foglie cadono a terra e lo facciamo a seconda delle esigenze”, ci hanno detto i due rappresentanti della “1. maj”, a giudicare dalle cui parole molte decisioni riguardo a come, dove e quando si utilizzano i soffiatori dipendono perlopiù dall’addetto alle pulizie al quale l’attrezzo viene affidato e dal suo senso di responsabilità. Una risposta riguardo alla potenza dei soffiatori utilizzati dalla ditta non ci è stata fornita. Il dipendente della “1. maj” che abbiamo fotografato stava usando un soffiatore meno rumoroso e quindi, molto probabilmente, maggiormente “friendly” (pure) per le auto.

Tema scottante in Germania e Italia
Negli anni scorsi i soffiatori sono stati oggetto di dibattiti pubblici in Germania e in Italia. E non è stato a causa dei possibili danni alle automobili, ma per questioni (ancora più) importanti, ovvero per il loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana. Come si legge in un articolo del 2019 pubblicato sul sito greenreport.it, quell’anno il governo tedesco aveva criticato l’utilizzo dei soffiatori per foglie, in particolare sui prati, le aree verdi e altri spazi aperti perché “nello strato di lettiera sul terreno vivono numerosi piccoli animali, come vermi, insetti, ragni o piccoli mammiferi, che, rimuovendo il fogliame, possono perdere il loro habitat e la loro base alimentare”. Nell’articolo si parlava pure dell’inquinamento acustico generato dagli stessi attrezzi. Il consiglio era di non usarli affatto da parte dei privati e di impiegarli nel settore pubblico “soltanto se il loro utilizzo è indispensabile”. L’anno precedente, in seguito alle lamentele dei cittadini, Legambiente Trieste e il professor Mario Mearelli, in una lettera aperta, avevano chiesto al Comune di Trieste di rinunciare all’utilizzo dei soffiatori per evitare danni alla salute della cittadinanza. Come affermato in quell’occasione e riportato dai vari media triestini, “i soffiatori hanno un getto talmente potente da sollevare e disperdere nell’aria sostanze nocive quali residui di feci animali (uccelli, cani, ratti), virus, pesticidi, erbicidi, metalli pesanti, allergeni, come pollini e muffe, polveri sottili, benzo(a)pirene e altri idrocarburi policiclici aromatici”.

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