Affitti, tasse discriminanti

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Affitti, tasse discriminanti

UMAGO | Se per la tassa di soggiorno le cose sono piuttosto chiare, visto che gli affittacamere dovranno versare quest’anno 345 kune per ogni posto letto che è stato categorizzato, per l’imposta municipale, che il Ministero del Turismo ha demandato per la decisione alle autonomie locali, la partita è ancora tutta da giocare. Almeno a Umago. A proposito, c’è un po’ di apprensione, perché volendo, il Consiglio municipale potrebbe aumentarla da 300 kune a 1.500 kune per posto letto. Probabilmente non sarà così, perché l’aumento, in tale caso, sarebbe eccessivo. 

In realtà, qualsiasi aumento sarebbe scorretto, per una serie di motivi: fra questi il fatto che migliaia di stranieri possono comodamente affittare in nero e senza oneri fiscali, dichiarando i propri ospiti come parenti.
Già, come nella bella, e mai dimenticata commedia del compianto Pippo Rota “Xe tuti parenti streti” messa in scena un sacco di volte dalla filodrammatica della Comunità degli Italiani di Umago. Il male non sarebbe tale, se in mano agli stranieri in questo momento non ci fossero 12mila posti letto, dei quali 8mila fissi e 4mila aggiuntivi. Un potenziale enorme e in forte aumento.
Umago in questo momento conta 42mila posti letto, con quelli “non commerciali” degli stranieri che portano via il guadagno a chi opera alla luce del sole, in base alle regole, pagando la tassa di soggiorno, la tassa alla Città, la quota all’Ente turistico e quella all’Associazione degli affittacamere.
Gli stranieri invece pagano un contributo una tantum per tutto l’anno, nell’importo di 60 kune, e per gli altri “parenti” (perché così vengono classificati gli altri ospiti, nda.) devono versare 20 kune. Ora, è chiaro che qui si tratta di una vera e propria discriminazione che disturba ampiamente gli affittacamere locali.
Ma quello che preoccupa è anche un altro fatto: come aumentano gli ospiti “non commerciali” nelle case degli stranieri, diminuiscono gli ospiti “commerciali” nelle case dei locali. In parole povere gli umaghesi, come gli altri affittacamere regolarmente registrati, hanno l’obbligo di pagare tutto, gli stranieri no. E avendo un letto su 4 in mano agli stranieri, le perdite finanziarie per il comparto turistico sono di milioni di euro.
Per quanto concerne invece le cifre della stagione passata, queste sono buone, come lo sono le previsioni per il 2019. Nel 2018 Umago ha registrato 2 milioni e 715mila pernottamenti, ossia il 3% in più rispetto al 2017. 
Gli ospiti italiani sono aumentati dell’1%, gli sloveni del 2,5%, i cechi del 6%, gli olandesi del 25%, mentre quelli croati sono diminuiti del 7%. 
Si lavora bene tutto l’anno, e il periodo della prestagione, grazie alle decine di manifestazioni che vengono organizzate, è sempre più ricco di contenuti capaci di attirare nuove presenze. 
Inoltre, decine di club sportivi scelgono di svolgere le preparazioni a Umago, che ospita pure tornei sportivi di tutti i tipi e il grande Festival “Sea Star”, conosciuto in tutta Europa, come anche l’ATP di tennis e diversi altri eventi, senza dimenticare le manifestazioni gastronomiche dedicate alla sogliola, al calamaro e ai frutti di mare.
In quanto al cluster dell’Istria nord-occidentale, che è formato assieme ad Umago da Cittanova, Buie e Verteneglio, va detto che il 2018 è stato generoso con tutti: Cittanova chiuderà con più di 1 milione e 380mila pernottamenti, Verteneglio, grazie al grande campeggio “Park Umag” che condivide con Umago, ha registrato, invece, 668mila pernottamenti.
Importante sottolineare che Umago ha ancora molte carte da giocare, perché in base al Piano di sviluppo può costruire ancora da 3 a 5mila posti letto. Di questi, 2.800 sono già previsti nel futuro villaggio turistico “Terra Istriana”.
Resta l’incognita delle imposte per il 2019, visto che di questo si deciderà appena alla fine di gennaio, ma aumentarle di troppo risulterebbe sconveniete per tutti.

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