Villa Dworski, custode dell’anima

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Villa Dworski, custode dell’anima

Fiume nasconde tante meraviglie e, più la si scopre, più ci si rende conto del suo ricchissimo passato, delle sue potenzialità, delle personalità che le hanno riconosciute e che hanno deciso di farsi adottare dalla città. Un esempio significativo è la costruzione, all’inizio del XX secolo, di una miriade di case estive, circondate da rigogliose aiuole e piante esotiche, per lo più di proprietà dei cittadini più ricchi di Fiume, ma anche di abbienti stranieri (polacchi, austriaci, tedeschi) i quali, nel tempo, le hanno trasformate in residenze permanenti. Tra queste spicca l’incantevole (ai suoi tempi d’oro) Villa Dworski nel rione di Pećine, il cui ambiente, in generale, ha mantenuto l’identità originaria. Il suo aspetto odierno risente, purtroppo, del passare del tempo.

Un diamante grezzo
La villa, come molte altre nelle adiacenze, edificata su progetto dell’eccellente architetto fiumano Giovanni Maria Curet, è stata inizialmente pensata quale abitazione vacanziera in stile secessionista dell’imprenditore Viktor Dworski (marito di Nada Dworski, nata Ružić). La stessa, dalle sembianze tipicamente continentali, è circondata da un meraviglioso giardino a più strati, in cui le palme fanno da assolute protagoniste, attraversato da una spettacolare scalinata che porta direttamente alla spiaggia sottostante, una delle tante a ciottoli di cui il Quarnero abbonda.
La facciata anteriore si presenta molto particolare, come parete timpano sotto un tetto a due falde spioventi. A suscitare curiosità e meraviglia è anche la deliziosa terrazza laterale (in tutto ve ne sono tre) sopra la quale sorge una vedetta. Non è difficile innamorarsi della bella sensazione di pace, benessere e tranquillità che perviene l’animo nel momento in cui ci si affaccia dalla stessa e si viene conquistati dal cinguettio degli uccellini, dalla leggera e piacevole brezza del vicinissimo mare e dal panorama mozzafiato che abbraccia tutta la costa. Le altre fronti sono altrettanto abbellite da decorazioni in stile Liberty realizzate in gesso, la ghirlanda posizionata sotto la copertura è di legno, la carpenteria e gli oggetti in ferro rispettano anch’essi lo stile secessionistico e certamente non passano inosservate le ante del portone d’entrata nel cortile, effettuate in ferro battuto.

Residenza del Console onorario polacco
Tra il 1932 e il 1941 Villa Dworski è stata anche residenza del Consolato onorario della Repubblica di Polonia, con a capo Emanuel Dworski. L’interno abbonda di preziosi oggetti antichi, opere d’arte, mobili in stile Liberty e tappeti orientali, creando un ambiente sofisticato, testimone di vissuti ricchi e nobili.
Giovanni Maria Curet si laureò in ingegneria civile a Trieste nel 1893, quindi conseguì un master a Budapest. Si distinse in qualità di imprenditore e architetto, proprietario di abitazioni e negozi. Nel 1904 realizzò anche le prime bozze della Chiesa di Nostra Signora di Lourdes (dei Cappuccini), la cui cripta fu completata alla fine del 1908. Tra il 1908 e il 1917 fu titolare dei lavori di progettazione, costruzione e ampliamento delle officine del silurificio Whitehead. Tra le sue numerose e svariate realizzazioni, ricorderemo le case Polonio-Balbi (Piazza Kobler, 1901), Jelušić-Weber (via M. Gubca, 1901), Rubelli-Smoquina (Piazza Tito,1902), Burgstaller (via Vukovar, 1911), la scalinata dei Cappuccini (1910).

Adam Dworski
Artista poliedrico e originale, Adam (Adaš) Dworski è stato il membro della benestante famiglia che maggiormente ha goduto delle bellezze e atmosfere della villa, facendovi nascere creazioni in ceramica, sculture e quadri. Sebbene sia stato ritenuto un artista molto raffinato, preferiva considerarsi un artigiano. Il suo lavoro, esposto in vari angoli e pareti della bella dimora, è ricercato ed elegante.

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