Un’idea che rivede il ruolo dell’istruzione

L’apprendimento che non ha età: l’ingresso dell’Università di Fiume nella rete globale Age-Friendly University (AFU-GN)

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Un’idea che rivede il ruolo dell’istruzione
Marta Žuvić, Jasna Krstović, Bruno Grbac, Snježana Prijić Samaržija e Sanja Smojver Ažić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Il nostro mondo sta invecchiando, e con esso cambiano le esigenze della società. Se un tempo l’università era considerata il punto di partenza per i giovani, oggi sta diventando sempre più un luogo di apprendimento per tutta la vita. È in questo contesto che nasce la rete globale (global network) incentrata sull’Age-Friendly University (AFU-GN), un movimento che rivede un po’ il ruolo dell’istruzione, garantendo opportunità di crescita personale e professionale anche nella seconda metà della vita. Un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: università che si aprono agli adulti più anziani, offrendo loro nuovi strumenti per apprendere, insegnare e contribuire attivamente alla ricerca.

Questo nuovo approccio sta per integrarsi anche nei meccanismi dell’Università di Fiume che farà della Croazia l’undicesimo paese europeo ad aderire all’iniziativa. L’AFU-GN, che riunisce atenei di tutto il mondo impegnati a creare ambienti inclusivi e stimolanti per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, è stato presentato durante una conferenza presso il Rettorato dell’Università di Fiume con interventi interessanti della rettrice universitaria uscente, Snježana Prijić Samaržija, la prorettrice per gli studi e gli studenti prof.ssa Marta Žuvić, la prof. di psicologia Sanja Smojver Ažić, la presidente del Club dei professori in pensione Academicus Jasna Krstović e il membro del Consiglio dei professori emeriti, il prof. Bruno Grbac. Un grande e importante risultato: l’ingresso in un’altra rete globale dopo un’intensa preparazione della documentazione necessaria per raggiungere questo obiettivo.
Età media elevata
A parlare per prima è stata Snježana Prijić Samaržija dichiarando che l’Università ha approfondito il tema dell’invecchiamento della popolazione, in modo più intenso a partire dal 2020. Sono stati raccolti dati che confermano come la Croazia sia effettivamente un paese con un’età media elevata, sebbene questo rappresenti un trend globale. Ha sottolineato che tale fenomeno ha conseguenze sul mondo del lavoro, aprendo spazi a nuove sfide. La principale guida dell’università è garantire alle persone una vita soddisfacente e sana per tutti. Samardžija ha poi ricordato che le università inclusive dal punto di vista dell’età sono nate in Irlanda, con la maggior parte delle università in questa rete provenienti da quel paese, anche se la sede centrale è negli Stati Uniti. Fare parte di questa rete è un riconoscimento prestigioso e la certificazione ottenuta vale per i prossimi cinque anni. Ha aggiunto che l’Università di Fiume non sarebbe riuscita a entrare nella rete senza il lavoro di chi ha contribuito al progetto, il circolo dei professori in pensione dell’Università di Fiume, Academicus, con il contributo fondamentale dei colleghi in pensione, i professori Krstović e Grbac. Ora è necessario preparare l’Università alla presenza di studenti più anziani e adattare molti corsi per affrontare il tema dell’invecchiamento. Il principale obiettivo è garantire che la vita delle generazioni d’argento e d’oro scorra nel miglior modo possibile, con qualità e dignità.
Marta Žuvić ha sottolineato con orgoglio l’ampliamento dell’impegno dell’Università verso l’inclusività. La candidatura è stata presentata a giugno grazie al lavoro delle colleghe Stolac, Grbac, Krstović, Smojver Ažić, Deluka-Tibljaš e di lei stessa. In cinque mesi hanno condotto un’analisi approfondita e realizzato un sondaggio tra le diverse componenti dell’università per valutare come esse affrontano la questione dell’invecchiamento della popolazione. Oltre alla valutazione dello stato attuale, è stato sviluppato un piano d’azione. Ora, dice, hanno una grande responsabilità: contribuire allo sviluppo futuro di questa idea.

Grande interesse per le lezioni
Smojver Ažić ha spiegato che l’università di Fiume è l’unica in Croazia a offrire programmi strutturati per la terza età e che, fino ad ora, alcune migliaia di concittadini hanno partecipato a cicli di lezioni e programmi. È emerso che anche persone non ancora in pensione sono interessate a questa forma di educazione non formale. Un aspetto distintivo è che i docenti sono professori universitari e i cicli delle lezioni sono orientati agli interessi dei partecipanti. La soddisfazione dei partecipanti è molto alta, e questa rete internazionale offre loro ulteriore slancio per continuare sulla strada degli obiettivi già raggiunti. Questo rappresenterà un rafforzamento della solidarietà accademica internazionale.
Krstović e Grbac hanno parlato della candidatura, sottolineando l’importanza di mantenere vivo il legame con il mondo accademico anche dopo il pensionamento. Hanno spiegato che entrare in questa rete richiede il rispetto di numerosi criteri, tenendo conto della storia, delle tradizioni e delle peculiarità locali. C’è una struttura ben definita che guida le università interessate ad aderire. Questi principi stimolano la riflessione su ciò che è stato raggiunto e su come si è contribuito alla vita delle persone della terza età. Ogni università sviluppa il proprio percorso di miglioramento in base a questi principi, adattandoli alle proprie caratteristiche. Non si tratta di standard rigidi, ma di linee guida flessibili. Esistono molte sfaccettature della terza età, e ogni università può scegliere il percorso che meglio ne rispecchia la visione e la missione. Il principale obiettivo è promuovere la partecipazione attiva degli studenti più anziani. Partendo da una piccola palla di neve, si è arrivati a una grande valanga di possibilità per il futuro.

Società creativa e innovativa
Grbac ha poi parlato dell’enorme energia investita nel realizzare questo progetto ma che si è sempre lavorato in un clima di positività. “L’adesione alla rete contribuisce soprattutto a cambiare la percezione delle persone anziane, sottolineando il loro ruolo nella società. In questo modo, si rafforza il contributo complessivo alla comunità accademica. L’inclusione delle persone anziane non riguarda solo la politica o l’economia, ma anche la tecnologia, la salute mentale e la qualità della vita. Alla fine, il risultato sarà una società migliore per tutti, più creativa e innovativa” le sue parole.
In effetti, bisognerebbe dimenticarsi il concetto di università come tappa obbligata della gioventù, come trampolino di lancio per un lavoro che forse neanche esiste più. L’istruzione è destinata a diventare un percorso senza età, un diritto che non si esaurisce a vent’anni e che, anzi, può trovare nuova linfa nella seconda metà della vita. È in atto una vera e propria rivoluzione silenziosa che sta attraversando il mondo accademico: l’università del futuro deve per forza essere più accessibile e flessibile, non solo nei contenuti, ma anche nei metodi. Le piattaforme online renderanno lo studio possibile ovunque, eliminando le barriere fisiche e logistiche, mentre i campus si trasformeranno in veri e propri centri di scambio intergenerazionale, dove le competenze dei giovani incontrano l’esperienza degli adulti più anziani. Almeno questa sembra la direzione che si vuole intraprendere. I programmi di ricerca e formazione si apriranno così a chi vuole rimettersi in gioco, a chi sogna una seconda carriera o semplicemente a chi non ha mai smesso di voler imparare. Ma l’inclusione non si fermerà solo ai corsi e alle biblioteche: coinvolgerà il benessere, la cultura, gli eventi artistici, perché il sapere non è solo un accumulo di nozioni e l’apprendimento non è più un percorso lineare che si conclude con un pezzo di carta da incorniciare, ma un ciclo continuo che segue le necessità della vita. Il cambiamento sembra già essere in atto. Staremo a vedere…

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