Una mostra per ricordare la tragedia della Shoah

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Una mostra per ricordare la tragedia della Shoah

“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Questa celebre citazione dello scrittore Primo Levi è forse la più adatta per annunciare la Giornata della Memoria, che si celebrerà domenica 27 gennaio. Un giorno in cui tutto il mondo rivolge un pensiero alle vittime dell’Olocausto, in particolare agli ebrei segregati, torturati e uccisi dal folle piano nazista. Ovviamente, non bisogna dimenticare che durante la Seconda guerra mondiale non fu sterminato solamente il popolo ebreo: nei campi di concentramento e di sterminio vennero infatti deportati anche rom, omosessuali, comunisti, disabili… Inoltre, è d’obbligo ricordare anche le altre vittime del conflitto, ma di certo quello che ha subito il popolo ebraico è diventato un monito: ricordare per far sì che una tragedia del genere non si ripeta mai più. E a questo proposito ieri è stata inaugurata in Corso, davanti al Palazzo municipale, la mostra fotografica intitolata “Dall’emancipazione all’Olocausto – Gli Ebrei a Fiume e Abbazia 1867 – 1945”. L’esposizione, realizzata dall’autrice Sanja Simper, ripercorre cronologicamente il periodo dal riconoscimento dei diritti civili degli ebrei da parte dell’Impero austro-ungarico avvenuto nel 1867, fino alla tragedia della Shoah, della comunità ebraica di Fiume e della regione liburnica. La mostra rimarrà aperta fino al 1° febbraio.
“È nostro dovere ricordare il dramma dell’Olocausto che fu il risultato delle folli politiche nazifasciste – ha sottolineato il sindaco Vojko Obersnel a margine dell’inaugurazione –. È importante lanciare un messaggio forte su questo tema soprattutto oggi quando, sia in Croazia che in altri Paesi europei, c’è chi giustifica e non condanna abbastanza le politiche che portarono alla più grande tragedia del genere umano”.
Ed è proprio attraverso i momenti di riflessione come questo che si mantiene vivo il ricordo della Shoah, fornendo un piccolo, ma fondamentale contributo per tramandare la memoria in primis alle nuove generazioni, come ha infine spiegato l’autrice Sanja Simper.
“La mostra è il risultato del lavoro di ricerca pluriennale fatto su documenti conservati negli archivi sia di Fiume che di Paesi esteri come Italia, Serbia e Israele. Io insegno a scuola e cerco di trasmettere ai miei studenti la memoria dell’Olocausto perché è un tema di cui bisogna parlare con i più giovani. L’esposizione venne allestita per la prima volta nel 2013 nel Museo civico e sono felice del fatto che ora abbia trovato spazio in Corso, dove per l’occasione è stata anche tradotta in italiano, dandole così un valore aggiunto”.
Intanto, ieri sera nell’Aula consiliare si è tenuta anche la presentazione del libro “Jasenovac” del noto storico croato di origine ebraica Ivo Goldstein, incentrato sul tema degli eccidi perpetrati nel famigerato campo di concentramento, nonché sui tentativi di revisionismo del regime ustascia.

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