Una collaborazione di successo tra i due cantieri navali fiumani

Ancora incerto il futuro dello stabilimento di Cantrida «3. maj». Il mandato del direttore Edi Kučan scade oggi, ma non è ancora dato sapere se verrà rieletto. «Sono propenso ad aiutare»

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Una collaborazione di successo tra i due cantieri navali fiumani
Il momento del varo. Foto: RONI BRMALJ

È sempre una giornata speciale al cantiere navale “3. maj” quando c’è di mezzo un varo. Questa volta a scendere in mare è stato il secondo pontile galleggiante commissionato dal cantiere navale “Viktor Lenac”. Un evento che sicuramente non è paragonabile al varo di una nave vera e propria, ma che genera ottimismo e vigore in una situazione complessa come lo è quella dello storico stabilimento di Cantrida. Numerose sono state però anche le domande che sono state poste al riguardo.

Alla cerimonia di ieri hanno preso parte i dirigenti di punta dei due cantieri navali: l’attuale direttore del “3. maj” Edi Kučan, per il “Viktor Lenac” la presidente della Direzione, Sandra Uzelac e il membro della stessa, Luka Hrboka. Per conto delle istituzioni governative erano presenti Robert Blažinović, direttore dell’Amministrazione per l’industria del ministero dell’Economia e il direttore della Cantieristica navale croata “Jadranbrod” (Hrvatska brodogradnja), Ruđer Friganović. In loco pure i rappresentanti dell’amministrazione locale, ovvero la capodipartimento per gli affari marittimi, i trasporti e le comunicazioni della Regione litoraneo-montana, Izabela Linčić Mužić e il sindaco di Fiume Marko Filipović nonché i rappresentanti dell’armatore “Benetti”. Madrina del varo è stata l’ingegnere Aleksandra Masar, responsabile del controllo qualità del “Viktor Lenac”.
Il pontile varato, noto come la “commessa 736”, sarà una componente del bacino di carenaggio “Dock 11”. “Ponton H” è il nome che gli è stato assegnato. Questo pontile, assieme a quello precedente, fa parte di un investimento di oltre 17 milioni di euro ed è l’ultimo della serie. Come il primo, è lungo 78 metri per 24,38 m di larghezza e 7,9 m di altezza. Il “Dock 11” è il più grande dei bacini di carenaggio presenti nello stabilimento di Martinšćica e i lavori volti a rimetterlo in piena funzione sono in corso.
Durante la cerimonia è stato rivolto un ringraziamento particolare al premier Andrej Plenković per il suo impegno personale, come pure a tutto il Governo. Kučan ha voluto ringraziare anche il presidente della Regione, Zlatko Komadina, per il suo costante sostegno. “L’evento di oggi (ieri per chi legge, nda) mette assieme due cantieri navali della zona di Fiume, il che dimostra che la cantieristica è sviluppata eccome sul territorio e rappresenta una parte rilevante della produzione industriale della Croazia, che bisogna salvaguardare e sviluppare”, ha detto Kučan, ringraziando gli operai per il lavoro svolto in condizioni “disumane”, viste le alte temperature.
Anche Blažinović ha ricordato i cantierini nel suo discorso: “Ne abbiamo superate molte, io non direttamente come voi, che siete esposti a queste pesanti calure. Come rappresentante del Consiglio di sorveglianza e come rappresentante del ministero dell’Economia, credo che qui a Fiume esistano persone competenti che possono garantire la sopravvivenza e il futuro non soltanto del ‘3. maj’, ma anche delle altre società. Crediamo nel futuro del ‘3. maj’. Nessuno vi dirà che sarà facile, ma lottiamo tutti per lo stesso scopo e per questo i posti di lavoro e il futuro della società non vengono messi in discussione”.
“È nell’interesse del ‘Viktor Lenac’ che il ‘3. maj’ sopravviva perché ci troviamo sullo stesso mercato del lavoro. Raduniamo assieme le piccole compagnie che offrono servizi specializzati. Oltre al costo dei due pontili, di circa 17-18 milioni di euro, ci sono stati ulteriori investimenti nel ristrutturazione delle strutture esistenti del ‘Dock 11’”, ha detto Uzelac.

I rappresentanti dei cantieri navali, delle amministrazioni locali e regionali e del Governo.
Foto: RONI BRMALJ

L’attività prosegue
Il direttore Kučan è stato l’interlocutore più… richiesto da parte dei media in seguito all’attuale problematica con la commessa 527, la portarinfuse in grado di caricare e scaricare autonomamente, ordinata dalla compagnia canadese “Algoma”. Visto il ritardo nella consegna, che doveva essere realizzata il 15 giugno, sono presenti dei dubbi su quale sarà la somma versata effettivamente al cantiere navale di Cantrida per il lavoro svolto. “Attualmente – ha chiarito Kučan – si lavora sulla commessa 527, la sfortunata ‘Algoma’. Siamo nelle fasi finali dei negoziati tra committente e produttore, gli esiti dei quali saranno resi pubblici, secondo me, tra circa due settimane. Il nuovo contratto che verrà firmato sarà come quello precedente, cambieranno solo le cifre”.
“Dobbiamo muoverci rapidamente per completare questa nave”, ha aggiunto il direttore. “Abbiamo pianificato un tot di investimenti solo per essa, mentre dopo abbiamo la consegna della commessa 737. Fare una sovrapposizione con più di due navi nell’arco di un mese non è fattibile, non lo era neanche quando il cantiere aveva 2mila operai”. La commessa 737, come ha spiegato Kučan, è una nave cisterna adibita al trasporto di prodotti chimici.
La “nuova costruzione detiene probabilmente il primato su scala mondiale in termini di attrezzamento conclusivo ed equipaggiamento”, aveva in precedenza valutato un testo sul sito pomorac.hr. La nave è stata varata nel 2006 in Russia ed è stata presa in consegna dal “3. maj” per conto dell’armatore Viterlef Mangement.
A ottobre, ha riferito Kučan, si prevede il varo del quarto yacht per l’armatore “Benetti”, mentre un mese prima dovrebbe essere consegnato un fumaiolo per la Fincantieri.
Commentando il varo di ieri, Kučan ha detto che “questo lavoro è stato meno impegnativo, eravamo interessati anche a costruire un terzo pontile assieme al ‘Lenac’. Spero che potremo trovare un nuovo accordo per continuare”.

«Tutto sotto controllo»
Il mandato del direttore Edi Kučan scade oggi e nonostante ciò non è ancora dato sapere se gli verrà affidato un nuovo mandato. Su questo tema il responsabile del “3. maj” non ha voluto esprimersi: “Dovete chiederlo al Consiglio di sorveglianza, non a me. Personalmente, sono pronto ad aiutare l’azienda. Ho un obbligo, ed è quello che mi aspetto anche dai miei dipendenti”. Ottimista su un esito favorevole è stato Blažinović, affermando che “si sa tutto, tutto si svolge in modo trasparente, però bisogna permettere alla società di decidere quale sarà il momento giusto per rendere pubblica la cosa. Dovrebbe essere la settimana prossima”. Il ministero, da creditore, ha sempre dato il proprio sostegno. “È tutto sotto controllo”, ha dichiarato Blažinović.

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