Un viaggio lungo 13,7 miliardi di anni

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Un viaggio lungo 13,7 miliardi di anni

Che cos’è il Big Bang? Da che cosa è composto l’Universo? Come e quando è comparsa la vita sulla Terra? Siamo soli nell’Universo? A cercare di dare una risposta a queste e a molte altre domande è stato il fisico Ivica Puljak, uno degli ospiti più attesi del Festival della Scienza e della Fantascienza “Liburnicon”, andato in scena ad Abbazia. Il ricercatore spalatino, noto soprattutto per avere fatto parte del team di esperti che nel 2012 al CERN di Ginevra ha scoperto il bosone di Higgs, ovvero la celebre “particella di Dio”, ha tenuto un’appassionante lezione sui grandi misteri dell’Universo, in un lungo viaggio iniziato 13,7 miliardi di anni fa in seguito al Big Bang.

“Si tratta di una singolarità che ha prodotto l’Universo – spiega –. Se vi state domandando come mai ho utilizzato il termine singolarità anziché esplosione, allora sappiate che quella del Big Bang è una teoria, ossia un modello cosmologico che descrive come il nostro Universo si evolva e non come ebbe inizio. La prossima sfida è ora quella di descrivere correttamente la sua primissima fase. E quando parlo di primissima fase intendo 1 decimiliardesimo di miliardesimo di yoctosecondo, ovvero 10-43 secondi dal Big Bang! Ora però non chiedetemi cosa c’era prima del Big Bang perché questa risposta probabilmente non l’avremo mai”.

Materia ed energia oscura

Un’altra domanda sorge però spontanea: da che cosa è composto l’Universo.
“Secondo le ultime teorie, il 4 per cento è costituito da particelle a noi note come protoni, elettroni e neutroni che formano i pianeti, le stelle e le galassie. E qui viene il bello: il 23% è costituito da materia oscura e il 73 da energia oscura. E sapete qual è la cosa più affascinante? Il fatto di non sapere che cosa siano questi due concetti. Stiamo parlando rispettivamente di ipotetiche componenti di materia e forme di energia non direttamente osservabili né rilevabili. Insomma, sappiamo di che cosa è composto l’Universo, ma non conosciamo ancora cosa sia quel ‘cosa’”.

Esperimento di Miller-Urey

Il viaggio nel tempo prosegue spedito e tutti, noi compresi, pendono dalle labbra di Puljak. Arriviamo così alla formazione del nostro Sistema solare, avvenuta 4,6 miliardi di anni fa, della Terra, circa 30 milioni di anni più tardi, e quindi all’origine della vita.
“L’origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo compreso tra 4,4 miliardi di anni fa, quando l’acqua allo stato liquido comparve sulla superficie terrestre, e 2,7 miliardi di anni fa, quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è confermata da isotopi stabili. Com’è nata? Nel 1953 i chimici Stanley Miller e Harold Urey hanno effettuato un esperimento in laboratorio riuscendo a dimostrare come in determinate condizioni ambientali le molecole organiche si possono formare spontaneamente a partire da sostanze inorganiche più semplici”.

Passi da gigante

Il lungo viaggio ci riporta tutti nel presente.
“L’altro giorno sono stato ospite in una trasmissione radiofonica e la conduttrice mi ha chiesto di spiegare perché il genere umano stia andando alla deriva. Le ho risposto che in realtà la nostra società sta finalmente andando nella giusta direzione. E non lo dico io ma le statistiche. Rispetto a 200 anni fa, la durata della vita media è passata dai 30 ai 70 anni, la ricchezza pro capite è aumentata, il tasso di povertà è sceso, l’indice di analfabetismo è ai minimi storici. È il mondo dell’informazione a fornirci un quadro completamento distorto. Oggi, ad esempio, la prima causa di morte nel mondo è dovuta alle malattie cardiovascolari, eppure, guardando la tv o leggendo i giornali si ha la sensazione che tantissime persone muoiano per altre ragioni, come gli attacchi terroristici. Ebbene, sappiate che il terrorismo si trova in fondo a questa classifica. Quindi, nel caso doveste incontrare uno col passamontagna armato di kalashnikov, non preoccupatevi, ma piuttosto ricordatevi che una tavoletta di cioccolato può farvi molto più male… Battute a parte, è chiaro che siamo lontani anni luce da un mondo ideale, ma anche solo rispetto a 200 anni fa come società abbiamo fatto passi da gigante”.

«Ma dove sono finiti tutti?»

Da appassionato di astrofisica, Puljak non poteva esimersi dal rispondere a un’ultima domanda: siamo soli nell’Universo?
“Nell’Universo conosciuto esistono almeno 100 miliardi di galassie, comprendenti ciascuna tra i 100 e i 1.000 miliardi di stelle simili al nostro Sole. Sappiamo inoltre che esistono trilioni e trilioni di esopianeti potenzialmente abitabili. Ma allora dove sono finiti tutti? La risposta è che non lo sappiamo. Personalmente vorrei tanto che venissimo in contatto con una civiltà extraterrestre. Perché? Perché forse così finalmente ci renderemmo conto di quanto siano futili le divisioni di razza, religione e molte altre che tutt’oggi continuano a dividerci. Sono convinto che un ‘incontro ravvicinato’ ci farebbe comprendere il fatto di essere un’unica razza, quella dei terrestri”, ha concluso Puljak accompagnato da un lunghissimo e fragoroso applauso.

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