Un tuffo nel passato per guardare al futuro

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Un tuffo nel passato per guardare al futuro

Dunque, 130 anni di storia, scolastica e mondiale, raccontata in due ore. Si potrebbe riassumere così il bellissimo evento che si è svolto ieri pomeriggio nell’Aula magna della Scuola media superiore italiana di Fiume, ovvero la grande festa per l’importante anniversario della scuola. Numerosi gli ospiti che hanno aderito alla celebrazione, tra i quali il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, il presidente dell’Assemblea regionale, Erik Fabijanić, il vicesindaco Marko Filipović, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, la presidente del Consiglio per la minoranza italiana di Fiume, Irene Mestrovich, la responsabile del settore Scuola ed educazione dell’UI, Iva Bradaschia Kožul, la presidente della CI Melita Sciucca, il direttore del Dramma Italiano, Giulio Settimo, i rappresentanti della Società di Studi Fiumani, Giovanni Stelli e Marino Micich, la direttrice dell’Ente per il turismo del Quarnero, nonché ex alunna del Liceo, Irena Peršić Živadinov, la preside del Primo ginnasio croato, Jane Sclaunich, il direttore della SE Belvedere, Denis Stefan, Corinna Gherbaz, capodipartimento di Italianistica della Facoltà di filosofia, il direttore del Centro delle micro e nanotecnologie Saša Zelenika, a sua volta ex allievo della SMSI, Alessandro Rossit, da anni molto vicino alla realtà della CNI, nonché numerosi ex allievi.

130 anni ma non li dimostra

Come detto dal preside, Michele Scalembra, la scuola ha 130 anni, ma non li dimostra. Sia dal lato estetico che da quello didattico e istruttivo. Nel salutare i presenti, il preside ha voluto entrare nella macchina del tempo e fare un tuffo nel passato, digitando l’anno 1888, più precisamente l’8 gennaio, quando venne inaugurato l’ex Liceo. In quel periodo, come spiegato da Scalembra, c’era un grande bisogno di nuove scuole perché quelle esistenti non soddisfacevano più le necessità per istruire tutti i bambini. Il numero degli abitanti di Fiume era in costante crescita e quindi si rendeva necessario aprire nuove scuole. Nel corso del primo anno di vita, ovvero nel 1888-1889, nell’allora Scuola cittadina maschile c’erano 8 classi: 4 inferiori e 4 superiori. “La scuola cambiò più volte nome. Oggi siamo fieri dell’imponente monumento storico-architettonico, posto sotto tutela, che è la nostra sede. Dobbiamo essere orgogliosi perché abbiamo dimostrato di saper tenere alto il nome della scuola”, ha detto il preside.

Il giornalino simbolo dell’istituto

Concluso il discorso di Michele Scalembra, è stata la volta dell’iniziativa promossa dalle prof. Gianna Mazzieri-Sanković e Dolores Močinić, con la collaborazione di Diana Smocovich, dal titolo “I 40 anni del Menabò”, ovvero dell’ormai storico giornalino scolastico, con l’ausilio di immagini relative a tutte le edizioni precedenti, a partire dagli anni Settanta fino al giorno d’oggi. La prof. Mazzieri-Sanković ha raccontato i tratti salienti di quello che è diventato nel tempo un simbolo della scuola. “Chi ha frequentato quest’istituto porta con sé tantissimi ricordi fatti di amicizie, amori, competizioni, gite, gare, ovvero tutto quello che ci ha visti crescere. Non a caso possiamo dire che quelli erano i migliori anni della nostra vita, parafrasando il titolo di una famosa canzone. Il Menabò di oggi viene realizzato con tecniche moderne a differenza di quello di tanti anni fa. La prof. Dolores Močinić ha ripescato un giornalino del 1975-1976 che portava allora il nome ‘Insieme’”, ha detto Gianna Mazzieri-Sanković, facendo scorrere le immagini delle 40 copertine e i nomi degli allievi che facevano parte della redazione. Tra questi riconosciamo anche quelli di diversi giornalisti della CNI e non, quali Ardea Sušanj, Ilaria Rocchi, Alessandro Superina, Lucio Vidotto, Virna Bachich, Marko Balen, Christiana Babić, Damir Cesarec… “La svolta più grande è avvenuta nel 2003-2004 quando il Menabò venne ‘costruito’ con l’aiuto dei grafici dell’Edit”, ha voluto ricordare la prof. Gianna Mazzieri-Sanković. Nel corso degli anni il giornalino ha cambiato stile, forma e grandezza, però ha saputo sempre presentare in modo serio, ma anche simpatico, tutti gli avvenimenti che succedevano all’interno della scuola e nel corso delle uscite. La mostra dei giornalini è stata allestita al terzo piano.

Musical hollywoodiano

Prima della parte artistico-culturale, a rivolgersi ai presenti è stato anche Giovanni Stelli, il quale ha dichiarato che nell’Aula magna, nel 1923, venne istituita la Società di Studi Fiumani. Stelli ha inoltre ricordato la grande amicizia e collaborazione che dura da tantissimi anni con la SMSI, con iniziative quali il concorso per San Vito, che ha segnato la collaborazione “non solo tra esuli e rimasti, ma anche tra gli esuli e la cittadinanza croata”.
È stata poi la volta del coro della SAC Fratellanza, diretto da Nicoletta Olivieri, che ha cantato il ‘Va pensiero’ e ‘Dime Rita’, ovvero il vecchio inno fiumano, seguito dallo spettacolo musicale intitolato “Mamma mia 130 anni del Liceo”. Un’esibizione che ha visto protagonisti una quindicina di alunni, degna di un vero musical hollywoodiano. I bravissimi ragazzi, preparati dalla prof.ssa Patricia Alberini, con l’aiuto di Ilenia Sekulić e della prof.ssa Rina Brumini, hanno dato dimostrazione della loro bravura nel ballo e nel canto, ma anche nel cambio tempestivo di vestiti e costumi. E mentre alle loro spalle scorrevano gli eventi più importanti di questi 130 anni, presentati da Jan D’Alessio, i ragazzi hanno cantato e ballato All that jazz (del musical Chicago), Funiculì Funiculà, con alla tromba Dorian Superina affiancato dal tenore Antonio Mozina (la cui esibizione ha scatenato una standing ovation), Un bacio a mezzanotte, del quartetto Cetra, Tintarella di Luna di Mina, You’re the one that I want (tratto da Grease), Mamma mia, degli ABBA, Billie Jean di Michael Jackson e infine We will rock you dei Queen. Hanno recitato inoltre la poesia “Grazie” di Barbara Fattur, oggi insegnante alla Dolac, mentre Mia Barić si è esibita al pianoforte con il pezzo di Erik Satie, Gymnopèdie No.1.
La bellissima festa, durante la quale ovazioni e applausi non sono sicuramente mancati, si è conclusa come tradizione vuole, ovvero con il taglio della torta che rappresentava, per l’appunto, lo storico edificio della Scuola media superiore italiana. Auguri!

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