Un’estate tranquilla per i pompieri fiumani

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Un’estate tranquilla per i pompieri fiumani

L’estate fin qui un po’… ballerina è stata una manna dal cielo in particolare per una categoria. Stiamo ovviamente parlando dei Vigili del fuoco per i quali il periodo più critico dell’anno si sta avviando al termine senza particolari stress, salvo l’intervento della settimana scorsa per l’incendio scoppiato nella Clinica psichiatrica di Lopača. Malgrado l’assenza di criticità, il lavoro delle squadre non è mancato. Anzi, nei mesi di giugno e luglio i pompieri dell’Unità dei Vdf di Fiume hanno effettuato complessivamente 145 interventi, di cui 56 legati agli incendi e 89 di natura tecnica.

Ordinaria amministrazione

“Tutta ordinaria amministrazione – assicura il vicecomandante Dario Gauš che abbiamo raggiunto telefonicamente per tracciare un primo bilancio di quest’estate –. Luglio e agosto rappresentano chiaramente il periodo più critico e il fatto che il mese corrente si stia avviando alla conclusione senza grandi interventi è un dato molto confortante. Per fortuna negli ultimi anni da queste parti non si registrano incendi di grande portata, segno soprattutto del costante lavoro di prevenzione e monitoraggio da parte di tutte le squadre a nostra disposizione”.
I numeri di quest’estate sono in perfetta linea con quelli di 12 mesi fa. “La scorsa stagione – ricorda – è stata molto più calda rispetto a quella attuale e anche la siccità si era fatta sentire parecchio, ma nonostante ciò non ci sono state criticità. L’unica differenza è che ora non abbiamo effettuato interventi fuori dai confini regionali. Un anno fa per tutto luglio e agosto eravamo impegnati in Dalmazia che era stata messa in ginocchio da vasti roghi”.

Tre punti critici

La Regione litoraneo-montana è a medio rischio e sono tre i punti critici. Il primo riguarda l’area attorno al Monte Maggiore che è particolarmente soggetta alle scariche dei fulmini. Il secondo punto si trova sullo snodo ferroviario Meja-Hreljin-Zlobin per le scintille generate al passaggio dei treni, mentre il terzo concerne l’entroterra di Crikvenica e Novi Vinodolski, sempre a seguito di fenomeni temporaleschi.
“Non a caso il rogo più significativo con cui abbiamo dovuto fare i conti quest’estate è divampato vicino a Meja dove è bruciato mezzo ettaro di bassa vegetazione proprio in seguito al passaggio di un convoglio. Per ciò che riguarda il Monte Maggiore, è vero che è particolarmente esposto ai fulmini, ma è altrettanto vero che questi sono quasi sempre seguiti dalla pioggia che poi spegne sul nascere i focolai, tant’è che l’ultimo incendio di una certa rilevanza in quella zona risale al 2003”.

Mancanza di fondi

Più che le fiamme, il problema principale è la cronica mancanza di fondi. “Il costo dell’equipaggiamento e delle attrezzature per la dotazione completa di un singolo pompiere può arrivare fino a 10mila kune. Si tratta di una cifra alquanto onerosa soprattutto per i comuni più piccoli e per i gruppi di volontari i quali non sempre possono permettersi questo tipo di spesa. È un problema molto serio perché le attrezzature e gli strumenti non idonei espongono i nostri ragazzi a un pericolo maggiore. Inoltre, un’altra annosa grana è rappresentata dalle condizioni in cui versa il parco automezzi, con veicoli ormai obsoleti di 30, se non addirittura di 40 anni”. Quest’anno è saltato il tradizionale incontro con i colleghi della Regione istriana sulla vetta del Monte Maggiore. Un meeting quasi simbolico per suggellare la cooperazione tra le due pendici della montagna che domina la regione quarnerina.
“La volontà era quella di incontrarci nuovamente, però alla fine l’incontro è stato prima rimandato più volte e alla fine annullato. Ci tengo comunque a sottolineare che con i colleghi istriani ci sosteniamo a vicenda perché la collaborazione interregionale è quanto mai necessaria, a maggior ragione durante i mesi estivi”.

Formazione costante

Nonostante un’estate fin qui tranquilla, i Vdf fiumani non possono comunque permettersi di battere la fiacca e, quando non sono impegnati sul campo, capita molto spesso di trovarli nel Centro di addestramento di Sappiane.
“La formazione e le esercitazioni sono fondamentali per essere in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza. Il Centro va continuamente rinnovato e quindi dotato di nuove tecnologie, attrezzature ma anche di strutture. Ad esempio in futuro contiamo di munirci di una piscina, per simulare operazioni di salvataggio in acqua, e di una galleria, in quanto gli interventi negli spazi chiusi come i tunnel sono particolarmente complessi e delicati. Chiaramente, ciò comporta costi non indifferenti che però contiamo di coprire attingendo ai Fondi europei. Nel Centro inoltre ospitiamo spesso i colleghi delle altre Regioni croate e talvolta anche pompieri che giungono dalle vicine Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Macedonia”, conclude il vicecomandante Dario Gauš.

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