Un’esperienza straordinaria che allarga gli orizzonti

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Un’esperienza straordinaria che allarga gli orizzonti

Sono sempre più numerosi i giovani che si recano all’estero nell’ambito del Servizio Volontario Europeo (SVE), il nuovo programma della Commissione europea che offre ai giovani tra i 18 e 30 anni d’età residenti nel Paesi Ue l’opportunità di trascorrere un determinato periodo all’estero con l’obiettivo di sviluppare nuove competenze professionali svolgendo un’attività di volontariato a tempo pieno presso un’associazione o un ente pubblico. Uno di loro è l’ex studente della Scuola media superiore italiana (SMSI) di Fiume Matteo Ristić, che è da poco tornato dalla Polonia e ha voluto condividere con noi la sua esperienza.

Venezia del Nord
“Nel maggio del 2017 sono volato in Polonia per un periodo di 10 mesi nell’ambito del Servizio Volontario Europeo – racconta Matteo -. Ho scelto il settore della tutela ambientale siccome, avendo già maturato un’esperienza sia professionale che di volontariato nel campo dell’ecologia, ritenevo sarebbe stata un’ottima occasione per acquisire nuove conoscenze ed esempi di buone pratiche dall’estero, come pure un’opportunità di crescita professionale.
Risiedevo a Breslavia (Wroclaw) – spesso chiamata anche Venezia del Nord dato che giace su 12 isole del fiume Oder, interconnesse da una rete di oltre 200 ponti – nell’ambito di un programma della Fondazione per lo sviluppo sostenibile (FER). Si tratta di una delle più influenti associazioni di protezione ambientale polacche, che unisce un elevato numero di esperti in materia di inquinamento dell’aria, sviluppo rurale, trasporto pubblico verde, salvaguardia forestale, nonché sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili”.

Guerra allo smog
Negli ultimi 30 anni, il FER ha dato un enorme contributo alla città, portando avanti una miriade di progetti, dalla costruzione di centinaia di chilometri di piste ciclabili, attraverso numerose manifestazioni culturali e azioni di inclusione sociale, fino alle attività di lobbying, sollecitando una legislazione più severa in materia di tutela dell’ambiente.
Infatti, una delle maggiori sfide della Polonia è lo smog. A testimonianza di quanto la situazione sia allarmante, il fatto che nel febbraio di quest’anno Breslavia risultò essere la città con l’aria più inquinata al mondo, addirittura più di Pechino. Questa sfida ecologica viene anche pagata a caro prezzo: ogni anno più di 50mila persone muoiono in Polonia a causa dello smog, di cui oltre 3mila soltanto in questa regione. I sconcertanti dati statistici vengono corroborati anche dall’Ue, secondo la quale tra le 50 città europee più inquinate, 33 si trovano proprio in Polonia.
“Dopo mesi di pressioni pubbliche, proteste, raccolta di documentazione medica e consultazioni con esperti del settore, nel dicembre 2017 siamo riusciti a convincere il Parlamento regionale di Breslavia ad adottare una nuova e più rigida normativa – prosegue -. Essa prevede una fase transitoria di sei anni che vedrà i cittadini obbligati a sostituire tutti i forni a carbone, legna e altri impianti simili, con sistemi di riscaldamento più puliti. Inoltre, prendendo in considerazione le condizioni socio-economiche, siamo riusciti ad assicurare fondi pubblici per le sovvenzioni che aiuteranno i cittadini a sostenere i costi di questo nuovo provvedimento.
Un altro progetto di cui facevo parte, era l’educazione ambientale destinata ad alunni, studenti e cittadini in generale. Si tratta di progetti a lungo termine che mirano a incrementare la coscienza su questioni ecologiche, in particolare alle nuove generazioni. Infatti, per risolvere i problemi ambientali è necessario soprattutto un cambiamento della mentalità dei cittadini, e questo è un processo che richiede tempo.

Progresso economico
Per quanto riguarda la Polonia, sono rimasto positivamente colpito dalla sua cultura e dal progresso economico che il Paese ha fatto dall’entrata nell’Ue. Con un tasso di disoccupazione che varia dal sorprendente 1 al 4 per cento a livello nazionale, la situazione economica polacca, soprattutto per i giovani laureati, non ha niente a che vedere con la realtà croata, italiana e di altri Paesi del Mediterraneo.
Con un’efficace politica economica e fiscale, il governo polacco è riuscito ad attirare importanti investimenti e grandi corporazioni come ad esempio Google, Credit Suisse, Hewlett Packard, Dell, ecc.
Per quanto riguarda invece l’aspetto culturale, la Polonia ha un bagaglio storico di cui può andare fiera.
Da Breslavia fino a Cracovia, passando per Danzica e Varsavia, le città polacche rappresentano secolari crocevia di culture, storia e tradizioni diverse che ancora oggi rivivono nei costumi, nell’architettura e nelle minoranze etniche e nazionali.
Per concludere, lo SVE è stata un’opportunità fantastica per conoscere una nuova cultura, imparare una nuova lingua e formarmi personalmente e professionalmente.
Aver avuto la possibilità di lavorare in un ambiente internazionale mi ha permesso di essere al centro dello scambio di conoscenze, idee ed esempi di buone pratiche che mi ha arricchito considerevolmente. Un’esperienza che consiglierei fortemente a chiunque.”

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