Tutto il fascino di un mondo raggiungibile solo a pochi

Organizzatori l’Ambasciata d’Italia in Croazia e il Consolato Generale d’Italia a Fiume. Coinvolti il Museo della tecnica di Zagabria e il Planetario fiumano

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Tutto il fascino di un mondo raggiungibile solo a pochi

Nell’immaginario collettivo la figura dell’astronauta è stata in passato avvolta da un’aura, da qualcosa di misterioso e mistico, in poche parole, di inarrivabile. L’astronauta italiano Luca Parmitano, in occasione della prima Giornata nazionale dello Spazio, ha provato (riuscendoci) a demistificare quest’immagine, avvicinando noi, costretti dalla forza di gravità a restare con i piedi per terra, a quelli che in nome della scienza e della ricerca hanno l’opportunità, il privilegio, ma anche il merito di osservare in nostro pianeta dall’alto, levitando negli spazi angusti della Stazione spaziale internazionale. Ieri abbiamo avuto modo di assistere a un incontro virtuale con il cosmonauta siciliano – che ha parlato in videocollegamento –, organizzato grazie all’impegno dell’Ambasciata italiana in Croazia e del Consolato Generale d’Italia a Fiume, coinvolgendo il Centro astronomico fiumano e il Museo della tecnica zagabrese “Nikola Tesla”. Nel Centro astronomico di Santa croce si sono raccolti gli allievi della Scuola Media Superiore Italiana di Fiume, che al termine della presentazione di Parmitano hanno approfittato dell’occasione per porgli delle domande. Prima del racconto dell’astronauta catanese e delle domande degli alunni presenti, le parole di benvenuto in un contesto virtuale sono arrivate dall’Ambasciatore d’Italia in Croazia, Pierfrancesco Sacco, intervenuto dal Museo della tecnica di Zagabria: “Sentiremo cose insospettate e insospettabili dal nostro astronauta, su un mondo che per noi pare remoto e irraggiungibile, temibile per la sua difficoltà di comprensione. Il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, anche per questo motivo, ha cercato il modo per dimostrare il contrario, spiegando che la ricerca spaziale può avere una grande importanza per la nostra vita quotidiana di oggi e per quella di domani, che sia più sostenibile, per comprendere quelli che sono i cambiamenti e di prevenirne gli effetti negativi, soprattutto sul piano ambientale”.

Il satellite Marco Polo 1

Non è un fatto molto noto, ma l’Italia è stata il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, a lanciare un proprio satellite nello spazio. Avvenne nel 1964 con il satellite Marco Polo 1. Anche oggi il Bel Paese è all’avanguardia con l’Agenzia spaziale italiana che opera nell’ambito dell’ESA, quella europea, con oltre 200 aziende impegnate nella ricerca e dieci cluster tecnologici nel campo spaziale.

Nel Centro astronomico di Fiume, assieme alla direttrice Andrea Cvitan c’era il Console Davide Bradanini.

L’evento nel Centro astronomico di Fiume. In prima fila, il Console Davide Bradanini e la direttrice della struttura, Andrea Cvitan

Domande e risposte

Partiremmo da queste domande, motivate dalla curiosità che suscita questa professione in cui troviamo molti spunti interessanti, anche aspetti, per certi versi, prosaici. Quando si soggiorna e si lavora sulla stazione spaziale ci sono le stesse esigenze di noi umani sul suolo terrestre. Parmitano vi è stato due volte per sei mesi, nel 2014 e a cavallo tra il 2019 e il 2020. “Come vi fate la doccia?”, è stata una delle domande che vorremmo porre tutti, visto che anche l’acqua, in mancanza di gravità, si comporta secondo dinamiche che possiamo soltanto immaginare. “Non abbiamo una doccia perché l’acqua non potrebbe scorrere come siamo abituati. Pertanto, usiamo delle salviette, degli asciugamani bagnati già predisposti con il sapone per lavarci più o meno come si lavano i bambini neonati. Nello spazio non facciamo sport e non c’è sporcizia, per cui è necessario soltanto rinfrescarsi”, ha risposto Parmitano a uno dei tanti quesiti di carattere pratico che possono venirci in mente quando pensiamo a un luogo privo di gravità. Eccone un altro. Dove viene posato un oggetto dopo averlo usato? Cosa succede se lo si lascia levitare? Dove va a finire? “Dove andrà a finire dipende dal flusso dei ventilatori che fanno circolare l’aria. Se non ci fossero verrebbero a crearsi delle pericolose bolle di anidride carbonica. Pertanto, quando perdiamo un oggetto andiamo a cercarlo lì dove si trovano i filtri. Ci sono centinaia di ventilatori. Se non ci fossero, l’oggetto lasciato sospeso resterebbe lì”.

In un luogo dove non c’è il sotto e il sopra, l’alto e il basso, accade spesso di battere la testa? “Molte più volte di quanto io voglia ricordare”, ha risposto divertito Parmitano. Ci sono state domande sull’allenamento e sull’addestramento, ma prima di tutto sul percorso formativo: “Sono partito dal liceo scientifico con l’ultimo anno negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio, mentre al rientro in Italia sono passato all’Accademia aeronautica studiando scienze politiche e scienze aeronautiche. Sono diventato pilota militare e quindi collaudatore sperimentale. Non ho mai avuto dubbi su cosa volevo fare nella vita”.

Tante le domande poste dagli alunni della SMSI

Divulgatore scientifico

Luca Parmitano ha raccontato le sue passeggiate extraveicolari, gli esperimenti e le varie operazioni tra cui la riparazione dei servizi igienici o della cambusa. Ha descritto quelle che sono le attività su una Stazione spaziale con l’utilizzo dei robot e di ogni sorta di strumenti tecnologici. Manutenzione e riparazioni, l’attracco e la partenza delle navicelle cargo e quelle che trasportano personale, esperimenti sofisticati su colonie di batteri, ma anche su cellule tumorali. In quest’ultimo caso, si tratta di ricerca a scopo commerciale. In poche parole, c’è di che appassionarsi, soprattutto se a presentare questo straordinario mondo è un uomo che lo ha conosciuto e che ha tutte le carte in regola per intraprendere una carriera di divulgatore scientifico.

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