Turismo, Platak e aeroporto: trinomio vincente

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Turismo, Platak e aeroporto: trinomio vincente

Il Platak e l’aeroporto di Veglia hanno un denominatore in comune: il turismo. Entrambi infatti hanno un notevole potenziale per attirare un gran numero di turisti che, una volta giunti nella nostra Regione, hanno la possibilità di godere in tutte le sue bellezze naturali, sia al mare che in montagna. Come risaputo, la Regione litoraneo-montana vanta questa peculiarità che permette di trascorrere una giornata sia in spiaggia che tra il verde. Cosa offrono e come si stanno sviluppando le due zone ce lo ha spiegato il vicepresidente della Regione, Marko Boras Mandić.
“Nel Centro sportivo Platak abbiamo investito negli ultimi anni, ovvero dal 2013, circa 30 milioni di kune. A questi vanno aggiunti ulteriori 8 milioni da parte della Direzione delle strade regionali (ŽUC). Quest’anno tra gli investimenti più importanti figura il tratto di strada che porta verso il Platak, che è stato allargato e il cui valore ammonta a circa un milione di kune. Abbiamo deciso di investire circa un milione all’anno per allargare tutta la strada che porta dalla viabile principale fino al Centro sportivo per poi terminare con il parcheggio. Il tutto per raggiungere più facilmente il Platak visto che ultimamente il numero delle persone che vi giungono è sempre maggiore”.
Lo scorso fine settimana avete avuto il pienone?
“La bellissima giornata ha attirato tantissime persone. Infatti non si poteva trovare un posto macchina libero, il che ci fa tanto piacere. È la dimostrazione che la gente aveva bisogno di un luogo dove trascorrere il proprio tempo libero anche d’estate e non soltanto d’inverno. Fino a tre anni fa una cosa del genere era impensabile. Oggi invece possiamo confermare che gli investimenti stanno dando i loro frutti. La stagione estiva rappresenta il potenziale più grande, anche perché le spese di manutenzione sono molto inferiori rispetto a quella invernale. Non è una novità che abbiamo scoperto noi. In Italia e Austria centri del genere funzionano tutto l’anno con profitti maggiori d’estate. Il Platak è conosciuto come un centro sciistico. La nostra intenzione è quella di farlo diventare una zona d’escursione per 365 giorni all’anno che verrebbe piazzata al primo posto a livello nazionale. Ora il desiderio più grande è quello di integrare la nostra offerta con quella del Parco nazionale del Risnjak. Pur essendo un posto bellissimo, il Risnjak è il Parco nazionale che registra il minor numero di visitatori, ovvero meno di 20mila all’anno, mentre la grotta Biserujka a Veglia o il Castello Nehaj a Segna ne registrano quasi 40mila. Sono dati che dimostrano che dobbiamo darci da fare perché il Risnjak è un potenziale inesplorato. Il Parco non è di nostra competenza, ma di quella nazionale, però si dovrebbe fare in modo che l’offerta venga ampliata come ad esempio nel Parco Velebit che ogni anno allarga la propria offerta e i contenuti. Ciò dimostra che si può avere quasi mezzo milione di visitatori senza venire paragonati alle isole Brioni o al Parco di Plitvice. Per questo motivo vorremmo che il Platak diventasse la zona base dei turisti, dove una volta giunti a destinazione potrebbero salire sulla cima Radeševo, a piedi o con la seggiovia, e in seguito entrare nel Parco nazionale”.
Sul Platak ci sono nuovi contenuti. Di che cosa si tratta?
“Tra tutti vorrei sottolineare il sentiero con gli attrezzi ginnici della lunghezza di circa due chilometri, lungo il quale ognuno potrà fermarsi per fare qualche esercizio seguendo le istruzioni presenti. In questo modo chi arriva sul Platak potrà rilassarsi, ma d’altra parte trascorrere una giornata attiva all’insegna dello sport e del movimento”.

Ricca anche l’offerta per quanto riguarda la ristorazione
“Negli ultimi tre anni abbiamo ampliato l’offerta anche da questo punto di vista, in collaborazione con il Comune di Čavle, in entrambi i rifugi. Questo è stato il primo passo da fare per potere offrire sia vitto che alloggio a un livello più elevato. Tutto questo è stato riconosciuto dai visitatori ma anche dalle agenzie turistiche che offrono questa destinazione agli ospiti. Quello che manca per ora sono degli investitori per quanto riguarda gli alloggi. Dal punto di vista dell’infrastruttura, l’unica cosa che manca è l’acqua. Purtroppo la Regione non ha la possibilità finanziaria per fare in modo che l’acqua venga portata sul Platak senza indebitarci sensibilmente. Questo elemento è un fattore molto importante perché avendo l’acqua ci sarebbero tutti i presupposti per creare un resort di montagna a soli 20 minuti dal mare che verrebbe riconosciuto anche a livello internazionale. Per il momento abbiamo numerose manifestazioni che attirano gli ospiti e che offrono attività di vario tipo, che vanno dallo sport come la pallacanestro, pallavolo e calcio, fino alle camminate nordiche, gite con le bici, cavalcate e vari contenuti per i più piccoli, zone picnic e per il barbecue per il quale la richiesta è altissima”.
Che cosa offre il Platak d’inverno?
“Lo scorso anno abbiamo avuto una stagione strepitosa con 100 giorni di neve. Il nostro desiderio è quello di potere offrire una bella stagione sciistica anche quando non ci sono precipitazioni nevose. E qui si ritorna sul problema dell’acqua, questa volta però a riguardo del sistema di accumulazione. Si tratta di un investimento ingente che supererebbe di oltre 5 milioni di kune il budget a disposizione. Abbiamo ripetuto il bando di concorso e vedremo se sarà un investimento che verrà approvato dall’Assemblea regionale, oppure si rinuncerà al progetto, visto che l’importo totale ammonta a circa 20 milioni di kune. Inoltre servirebbe anche una nuova seggiovia in quanto questa esistente ha più di 40 anni”.
Visto che d’inverno il parcheggio è sempre pieno e che lo scorso anno ci sono state anche delle code, com’è stato risolto il problema?
“Per adesso abbiamo risolto il problema grazie a un dipendente che all’inizio della strada che porta sul Platak informa gli ospiti di quanti sono ancora i posti liberi, visto che è in contatto con il Centro. In ogni momento abbiamo quindi sotto controllo la situazione e gli automobilisti vengono avvisati in tempo dello spazio a disposizione, sia nel parcheggio che lungo la carreggiata”.
Sul Platak si organizzano anche tantissime manifestazioni nel corso di tutto l’anno.
“Fino a poco tempo fa l’unica manifestazione era quella in maschera. Ora invece si parte dagli inizi di gennaio per continuare con in media due eventi al mese, dei quali quasi l’80 p.c. nel corso dell’estate. Sono eventi dedicati a sportivi, ma anche a tutte le famiglie, dai più piccoli ai più anziani. In futuro cercheremo di ampliare la zona picnic e, perché no, di creare anche un drive-in”.

L’aeroporto di Veglia
Ci sono stati investimenti nell’aeroporto?
“La storia dell’aeroporto è molto simile a quella del Platak. Fino a qualche anno fa si rischiava di chiudere e lo Stato aveva quasi rinunciato allo scalo. Si rischiava inoltre di vedere eliminati dalla lista degli aeroporti internazionali sia quello di Fiume che quello di Osijek, in quanto non redditizi. Per fortuna c’è stata un’iniziativa, nel 2012, da parte dell’Assemblea regionale, con lo scopo di ridare vita all’aeroporto. In quell’anno sono stati registrati appena 50mila passeggeri. Ora la storia è cambiata: fino all’8 settembre di quest’anno hanno transitato 143.523 passeggeri, il che è un record da quando è stato costruito l’aeroporto. Nel 2017 il numero complessivo ammontava a 142.111, quindi direi che siamo sulla buona strada. Si stima che entro la fine dell’anno il numero salirà a 160mila. Il tutto realizzato grazie al nostro impegno. Ci rallegra il fatto che negli ultimi due anni abbiamo il supporto di vari Ministeri competenti che confermano che l’aeroporto può lavorare alla pari con quelli di Pola e Zara. Non esiste alcun motivo per il quale il nostro aeroporto non potrebbe funzionare e dare dei risultati positivi. Il Quarnero di trova subito dietro alla Regione istriana per quanto riguarda il numero dei turisti che vi soggiornano e quindi non possiamo accettare che non si prenda in considerazione l’aeroporto. Negli ultimi anni si sta sviluppando il turismo urbano. A Fiume giungono tantissimi turisti che ci rimangono per qualche giorno e tutte le capacità ricettive registrano il pienone. Sono in calo gli ospiti che si fermano per tanti giorni. Alla gente piace viaggiare, cambiare destinazione e il modo più veloce per farlo è con l’aereo. L’aeroporto deve quindi rimanere aperto nel corso di tutto l’anno perché ogni destinazione deve essere raggiungibile in breve tempo. Il mio desiderio più grande è quello di vedere Fiume collegata con Roma”.
L’anno scorso sono stati inseriti nuovi voli, ovvero nuove destinazioni.
“Per la prima volta abbiamo introdotto la linea con Colonia l’anno scorso, mentre presto sarà a disposizione un collegamento con Monaco di Baviera nel corso di tutto l’anno. Dobbiamo abituare le persone al fatto che lo scalo è aperto tutto l’anno e che possono viaggiare senza alcun problema. La storia della bora non regge, perché in media a causa del vento, l’aeroporto è chiuso soltanto alcuni giorni all’anno. Il problema più grande riguarda i sussidi ottenuti tramite il servizio PSO (Pubblic service obbligation), per il quale vengono attinti dal bilancio fondi che dovrebbero assicurare delle linee aeree verso quelle zone che non sono sviluppate da questo punto di vista. Grazie al programma vengono sovvenzionati più di 220mila posti in aereo sulle linee per Spalato, 180mila per Ragusa, 70mila per Zara e Pola, mentre per l’aeroporto di Fiume la sovvenzione riguarda soltanto 4mila posti. Il motivo? Una decisione dello Stato. Ci sono tante richieste da parte dei turisti per visitare in giornata Ragusa, però i posti sull’aereo sono introvabili e venduti con grande anticipo. Avere più posti a disposizione aumenterebbe sensibilmente l’offerta turistica. Si dovrebbe poi investire anche sulla parte visiva dell’edificio dell’aeroporto. Per quanto riguarda la parte tecnica, invece, siamo pronti anche per il trattato di Schengen a differenza di tantissimi altri aeroporti molto più rinomati”.
Novità in vista?
“Dal prossimo anno a Veglia ci dovrebbe essere la base della Lufthansa, ovvero dell’Eurowings (ex Germanwings). Sono dati che comunque non sono stati ancora ufficializzati, anche se le conferme ci sono”.
Sia il Platak che l’aeroporto hanno i presupposti per fare aumentare il numero dei turisti.
“Esatto. Tanto più che Fiume sta diventando negli ultimi anni una delle mete preferite dai turisti. La città offre tantissimo ed è un grande potenziale per il turismo. Mi piace potere guardare al futuro e in questo contesto. Se finora i turisti venivano a Fiume per trovare spiagge, sole e mare, oggi hanno a disposizione tantissimi eventi e manifestazioni nel corso di tutto l’anno. Mancano naturalmente dei parchi per il divertimento, tipo gli acquapark che magari potrebbero venire messi a disposizione in qualche località del Quarnero. Il tutto collegato al turismo dei cruiser che potrebbe fiorire. Questo è uno dei miei sogni. Bisogna però rendersi conto che Fiume non potrà mai essere Ragusa, o Spalato oppure Zara per quanto riguardo questo tipo di turismo. Però possiamo offrire tanto e non dobbiamo permettere che le navi ‘sorvolino’ Fiume per andare più a sud. Ci sono lamentele per il fatto che il terminal Brajdica non sia adatto. Non è vero. Ho girato il mondo e posso assicurare che tantissimi cruiser attraccano nei terminal. Ai turisti questo non importa in quanto una volta scesi dalla nave li attende l’autobus per portarli verso le destinazioni scelte. Bisognerà però integrare l’offerta con Zagabria, nel senso che una volta arrivati nel capoluogo quarnerino, i turisti potranno raggiungere anche l’entroterra se lo vorranno. D’altra parte i turisti che arrivano con l’aereo a Zagabria potranno visitare Fiume e i suoi dintorni. E perché no, anche il Platak”.

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