«Tre porcellini», esperienza immersiva che educa

L’atmosfera coinvolgente e la musica dal vivo hanno arricchito l’evento teatrale per bambini e adulti a Palazzo Modello a Fiume

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«Tre porcellini», esperienza immersiva che educa
Gli attori all’opera. Foto: Roni Brmalj

La magia del teatro, in grado di trasportare lo spettatore in mondi lontani e di farlo confrontare con emozioni profonde, è stata portata a Fiume, nel Salone delle feste di Palazzo Modello da Renata Carola Gatica, direttrice operativa del Teatro Poco Loco di Zagabria, ma anche come responsabile dello spettacolo presentato nell’occasione, ovvero “Tre porcellini”. La scenografia, semplice ma ricca di dettagli, ha trasportato i bimbi (e i loro genitori) in un’atmosfera senza tempo piena di divertimento.
Le case dei porcellini (interpretati da Andrea Tich, Serena Ferraiuolo e Giuseppe Nicodemo), i materiali di costruzione e il lupo, sono stati presentati attraverso la lavagna luminosa con un fantastico effetto ottenuto con uno strato di acqua, creando uno scenario ideale per una riflessione sulla fragilità del mondo, che, nonostante le difficoltà, riesce a resistere grazie alla forza dell’immaginazione. L’interattività dello spettacolo è stata il cuore pulsante della rappresentazione. I bambini non erano solo spettatori, ma protagonisti e sono stati coinvolti direttamente nell’azione, diventando parte integrante della storia in un’atmosfera ulteriormente arricchita dai suoni, in particolare dal clarinetto di Michele Fabbrica, il cui accompagnamento musicale ha donato ritmo e profondità all’azione, rendendo ogni scena più vibrante e drammatica. Le urla dei bambini, come “apri, apri, apri” durante i momenti di tensione, sono diventate un veicolo per invitare tutti presenti a lanciarsi nel mondo della fantasia.
Ogni gesto, ogni parola, ogni movimento erano il frutto di una partecipazione attiva che ha trasformato il teatro da semplice luogo di rappresentazione a vero e proprio spazio di vita.
L’obiettivo di questo spettacolo, però, non è stato solo quello d’intrattenere, ma anche di educare e sensibilizzare. Con un piano che mira a coinvolgere i bambini nella fascia di età compresa tra i 3 e i 7 anni, lo spettacolo è stato pensato per parlare direttamente alla minoranza italofona della città, ma anche per avvicinare il pubblico croato. La “direttrice” della lavagna luminosa, Noemi Dessardo, ha sottolineato l’importanza di portare il formato direttamente nelle scuole e negli asili, creando un’opportunità di crescita culturale per i più giovani.
Il prossimo passo prevede un tour in Istria, toccando città come Umago, Parenzo, Pola e Dignano, con l’obiettivo di portare lo spettacolo nei diversi asili della regione, sia in lingua italiana che croata. Un progetto ambizioso che non solo mira a sensibilizzare i bambini, ma anche a creare un ponte tra le diverse culture, utilizzando la forza universale del teatro.

Entusiasmo da parte dei bambini (e dei loro genitori).
Foto: Roni Brmalj

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