Tomislav Klarić: «Dobbiamo sapere sfruttare le risorse di cui disponiamo»

Ad ampio raggio con il sindaco di Buccari sul passato, presente e futuro della città

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Tomislav Klarić: «Dobbiamo sapere sfruttare le risorse di cui disponiamo»
Tomislav Klarić guida Buccari dal 2005. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“Mi affligge e, in un certo senso, m’infastidisce, il fatto che in Croazia tendiamo a essere sempre pessimisti e insoddisfatti. Penso che ciò sia dovuto più al fatto che i giovani se ne stiano andando, che per quella che è la qualità di vita in generale”. Con questa sua considerazione, abbiamo concluso la nostra intervista al sindaco i Buccari e deputato dell’HDZ al Sabor, Tomislav Klarić, il quale ci ha parlato a lungo del presente e del futuro della città che guida dal 2005. “Non soltanto a Buccari, ma un po’ in tutta la Regione, ci sono stati dei cambiamenti epocali, mai visti prima – ha esordito al nostro arrivo nel suo ufficio –. Faccio qualche esempio, partendo da Molo Zagabria a Fiume, al secondo tubo della galleria del Monte Maggiore, dal nuovo Centro clinico-ospedaliero alla rete fognaria, dall’area imprenditoriale Bodulovo alla statale D403, fino a tutto ciò che succede a Viškovo, Abbazia, Mattuglie, Veglia e via dicendo. Naturalmente, anche qui da noi a Buccari stanno cambiando tante cose. Mai nella nostra storia ci sono stati tanti cambiamenti in un periodo così breve. Vorrei che tra i giovani ci fosse un po’ più di ottimismo. È una cosa che cerco di trasmettere ai miei giovani collaboratori”.

Non è cambiato soltanto il paesaggio
Nel 1993, Buccari ha acquisito lo status di Città con l’istituzione dell’attuale assetto amministrativo del Paese, separandosi dall’ex Comune di Fiume assieme a diversi insediamenti di quello che viene definito Anello fiumano. In quel 1993 la pittoresca cittadina, con la sua ricca storia, era tutt’altro che attraente per venirci a vivere. Le notti venivano illuminate dalla torcia della Cokeria, i panni stesi ad asciugare coperti da polvere rossastra, l’aria satura di odori sgradevoli e vapori malauguranti. In funzione dal 1977, lo stabilimento venne chiuso nel 1994 e l’area che occupava, al termine di interminabili dispute giuridico-patrimoniali, è diventata oggi una risorsa. La ciminiera alta 256 metri, fu smantellata nel 2005, simbolo di una parentesi che gli abitanti di Buccari, ma anche di un’area ben più vasta, preferirebbero dimenticare.
Non sono cambiati soltanto il paesaggio e la qualità dell’aria. “Quand’ero bambino, arrivare da Hreljin a Fiume era una vera avventura, attraversando Praputnjak e Krasica, fermi per mezz’ora al passaggio a livello di Škrljevo, per poi scendere attraversando Draga prima di arrivare in centro. Oggi ci arriviamo in dieci minuti. Quando verrà collegato il nodo di Križišće a Povile, alle spalle di Novi Vinodolski, verso Segna e Žuta Lokva, si potrà venire a lavorare nella Zona industriale di Kukuljanovo anche dalla Lika. Io vivevo a Zlobin e raggiungevo Fiume in treno, a bordo di vagoni pieni zeppi di pendolari”.
La distribuzione del territorio dell’ex Comune di Fiume ha assegnato alla Città di Buccari un territorio (126 chilometri quadrati) di quasi quattro volte maggiore rispetto a quello della Città di Fiume, che si estende al giorno d’oggi su 44 km2. Trent’anni fa, Fiume era il punto di riferimento, il centro economico e industriale. “Oggi i Bilanci di Buccari, Kraljevica, Kostrena, Čavle, Jelenje, Viškovo, Castua e Mattuglie, sommati superano quello del capoluogo quarnerino. Secondo me, è una cosa assurda perché Fiume ha un grande potenziale”.

Il «boom» in cifre
Anche Buccari, diventata Città, si è ritrovata con una discreta dote, un patrimonio che ha saputo far fruttare nei tre decenni successivi. “Il Bilancio di previsione per il 1994 era di circa 2,5 milioni di kune, mentre quello che abbiamo approvato per il 2023 è di 127 milioni. Credo che in questi numeri – ha sottolineato Klarić –, sia visibile la dinamica dello sviluppo, i grandi investimenti, specie nelle infrastrutture. Cerchiamo di operare in funzione dello sviluppo dell’economia creando delle risorse proprie. Questo è il motivo per il quale non abbiamo nuovi crediti, mentre quelli precedenti sono estinti. Il processo di sviluppo avviato 15 anni fa sta procedendo in modo deciso. Proprio in questi due anni, 2022 e 2023, affrontiamo il più grande ciclo d’investimenti della storia di Buccari in un periodo così breve. In questo momento sono in corso i lavori alla rete fognaria con il depuratore e lo scarico delle acque reflue trattate in profondità. La Città di Buccari ha stanziato 60 milioni di kune per quest’opera. Inoltre, abbiamo costruito il lungomare e stiamo progettando la spiaggia. Nella Zona industriale vengono costruiti oltre venti nuovi capannoni, due strade e due rotatorie. Abbiamo appena completato un’arteria con tutte le infrastrutture, per la lunghezza di due chilometri. Stiamo predisponendo nuovi 300.000 metri quadrati di terreni per aprire un’altra zona da un milione di metri quadrati. Il nostro obiettivo è di arrivare a 10.000 posti di lavoro a Kukuljanovo. Sono convinto che ci arriveremo”.

Quadro demografico…
Eccezion fatta per Viškovo e Kostrena, gli unici due Comuni della Regione litoraneo-montana che nel 2021 hanno registrato un incremento demografico, tutti gli altri hanno segnato un calo o, nel migliore dei casi, un quadro stabile. Dai 7.773 del 2001, si è arrivati a 8.279 abitanti nel 2011. Con il Censimento del 2021, il numero è sceso a 7.573. “Il numero non varia più di tanto, ma siamo in un periodo intenso per quanto riguarda l’edilizia residenziale. La direzione verso cui sono indirizzate le nostre politiche è quella di creare i presupposti rappresentati dallo sviluppo economico per decidere di venire a vivere a Buccari. La stessa ha una superficie pari a 126 chilometri quadrati, il che può rappresentare un vantaggio, ma non è sempre così. In questi ultimi 15 anni abbiamo affrontato una serie di interventi nelle infrastrutture, coprendo il territorio con l’acquedotto, raggiungendo anche quota 900 metri. Ci sono spese notevoli per assicurare anche i servizi invernali visto che il territorio cittadino va dal livello del mare fino a 1.200 metri di altitudine. Oggi ci ritroviamo a gestire oltre 120 chilometri di strade locali non classificate. Quello che viene fatto è in funzione di un miglioramento dello standard e della qualità di vita per i nostri cittadini, dalle visite mediche gratuite ai libri di testo e quaderni attivi gratis per i bambini. Abbiamo costruito due nuovi asili, rinnovato e ampliato quello esistente soddisfando il fabbisogno della nostra Città. C’è il soggiorno prolungato a scuola, abbiamo istituito un’azienda municipalizzata per le attività comunali che si occupa anche dei trasporti pubblici all’interno del nostro territorio, con autobus moderni su cui c’è anche la TV, a bordo dei quali i nostri cittadini e i visitatori possono viaggiare gratis. C’è la nuova biblioteca, la palestra dell’Istituto nautico… e tant’altro. Ci stiamo preparando per la costruzione di un grande centro sportivo a Kukuljanovo con un palasport e tre piscine, con locali commerciali e spazi adibiti a ospitare quelli che chiamiamo incubatori d’impresa. Ora stiamo predisponendo le vie di comunicazione, mentre entro la fine del prossimo anno contiamo di ottenere il permesso di costruire. Parliamo di un’opera valutata a oltre 100 milioni di kune. Nel 2025 dovrebbero iniziare i lavori e nel 2026 il complesso potrebbe venire inaugurato. Investiamo anche nello sport, rinnovando il campo del Borac calcio e in tanti altri contenuti, tenendo conto del trend demografico, preoccupante qui come in quasi tutta la Regione e nel resto del Paese”.

C’è anche il turismo
Trent’anni fa era inimmaginabile, per tanti motivi, inserire Buccari in un contesto turistico. Nella baia c’era la Cokeria che non c’è più, mentre rimangono lo scalo petrolifero della raffineria di Urinj e il terminal rinfuse. Inoltre, ha ricordato Klarić, vi erano 36 scarichi diretti in mare, incompatibili con la balneazione. Le acque reflue del nucleo storico verranno convogliate verso l’area dell’ex Cokeria dove viene costruito il depuratore. “La passeggiata con la nuova diga che ne è la continuazione, ha come funzione primaria quella di proteggere la riva, ma allo stesso tempo è un polo d’interesse. Ve ne sarà un’altra sul lato opposto della baia. Viene rivalutato il vecchio tunnel sottomarino della Cokeria in cui verranno allestiti dei contenuti per raccontare la storia di Buccari in un modo originale. Nell’entroterra, se parliamo di turismo, troviamo numerose case con piscine. Nel 2009 la nostra visione del futuro della città ci portò a fondare l’Ente per il turismo quando vi erano soltanto pochi posti letto presso gli affittacamere e un albergo di proprietà dell’ex Cokeria. Da allora, i posti letto sono aumentati e così in tutte le frazioni vi sono case e appartamenti in affitto per i turisti, strutture con diverse stelle. L’Ente per il turismo organizza nel corso dell’anno vari eventi e nel complesso si rivela sempre più importante. Avremo presto anche 200 nuovi posti barca, oltre ai 110 ormeggi esistenti, un numero che pochi marina possono vantare. L’albergo? Dopo tante peripezie l’investitore si è trovato, ma ora i lavori sono fermi in seguito all’intervento della Sovrintendenza ai beni culturali”.

Vicini scomodi
Per quanto oggi sia piacevole passeggiare sulle rive, lungo le strette calli del nucleo storico, è decisamente meno gradevole la vista sul lato orientale della baia dove c’è il terminal rinfuse del porto. “Stiamo facendo pressione affinché lo scalo venga modernizzato o convertito per altre tipologie di merci. Così com’è, non è bello da vedere e con i metodi di manipolazione adottati si sollevano delle polveri, portate talvolta dalla bora, parte del materiale finisce in mare, la cui qualità nella zona del porto è decisamente compromessa. Inoltre, una ventina d’anni fa il porto ha provveduto abusivamente a creare un terrapieno su cui si depositano vari materiali. Il porto è stato già sanzionato con una multa di 300.000 kune e con 40.000 il direttore, ma non cambia granché”. In pratica, le grandi profondità della baia di Buccari, più che un vantaggio, sono una sorta di maledizione in quanto in grado di ricevere anche le navi più grandi tra quelle esistenti. “Buccari è nata come porto e sviluppata come porto, ma oggi sarebbe il caso di cambiare qualcosa”, ha concluso Tomislav Klarić, che spera di togliersi anche questo sassolino dalla scarpa dopo essersi preso diverse soddisfazioni, condivise evidentemente con i concittadini, assicurandogli, tra l’altro, di restare primo cittadino per tanti anni.

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