Il vincitore di quest’anno è Ivan Jug, sommelier al ristorante zagabrese “Noel”. In finale ha superato Monika Neral della “Vinner”, azienda che svolge servizi di sommelier e di formazione, e Kristijan Harjač che presta servizio al ristorante rovignese “Agli amici”, che fa parte del gruppo “Maistra”. Jug, pertanto, si riconferma il numero uno in Croazia, bissando il successo dello scorso anno. È il verdetto dell’edizione numero 25 del Campionato croato dei sommelier svoltosi all’hotel Ambasador di Abbazia. A febbraio Jug parteciperà alla rassegna mondiale a Parigi, come rappresentante della Croazia. Quella nazionale, iniziata lunedì e conclusa ieri, è organizzata dal Club croato dei sommelier e vi hanno aderito 27 candidati giunti da ogni parte del Paese, in servizio presso ristoranti, alberghi, osterie, wine bar e altre strutture in cui il vino viene proposto non solo come una bevanda. C’è tanto sapere, tanta esperienza, ma anche grandi doti comunicative. La competizione si è svolta in tre fasi. A quella eliminatoria hanno partecipato tutti il primo giorno. I migliori 12 hanno potuto accedere alle semifinali e tra questi i tre migliori si sono contesi il titolo in finale. È curioso scoprire a che tipo di esami si sottopongono i candidati. La competizione è iniziata con l’esame scritto, anonimo, a cui si partecipa con un nome in codice. Entro 60 minuti occorre rispondere a domande sulla viticoltura, enologia, sulla legislazione che comprende la denominazione d’origine, la tutela e altro, passando poi per i quesiti che riguardano i rudimenti del mestiere del sommelier. Segue l’esame pratico, che consiste nella degustazione “alla cieca” di un vino, bianco o rosso. Il candidato deve valutare e descrivere il vino, tentare di identificarne l’origine, il produttore, l’annata e le potenzialità per il suo invecchiamento. Quindi deve suggerire un piatto da abbinare e poi correggere una lista dei vini appositamente “contaminata” con delle informazioni sbagliate. Qui l’accento è sui vini croati. Se fin qui la cosa non pare abbastanza seria, ogni dubbio svanisce in semifinale dove c’è l’esame scritto, relativo alla conoscenza dei vini nel mondo, il tutto rigorosamente in inglese. Anche la parte pratica, con degustazione “alla cieca”, l’abbinamento alle pietanze, le descrizioni e le considerazioni vengono espresse in inglese. In finale, i tre con il punteggio più alto sono chiamati a esprimersi su vitigni internazionali, riconoscere i distillati per passare alla decantazione di un vino rosso per concludere con la correzione della lista dei vini internazionali “truccata”. La finale, a differenza delle due prime fasi, si è disputata sia davanti alla giuria che al cospetto di un pubblico appassionato con momenti di tifo da stadio, il che rientra nell’atmosfera generale che si respirava ieri prima della semifinale dei Mondiali di calcio tra Croazia e Argentina. Anche ad Abbazia c’era grande suspense, con momenti di tensione agonistica e dosi industriali di adrenalina. La posta in palio era altissima e al titolo di migliore ci tenevano davvero tutti. Lo ha ribadito Sandi Paris, moderatore, ma più volte partecipante alla gara in passato con ben 4 titoli vinti. “È il mestiere del futuro”, ha commentato, ma le donne vi si affacciano timidamente. Soltanto 4 su 27 al Campionato croato e una sola tra le prime dodici.