Teuta Duletić: «A Fiume l’eccellenza è di casa»

Intervista ad ampio raggio con Teuta Duletić, direttrice del Lürssen Design Kvarner Center, i cui uffici sono stati inaugurati di recente nell’ambito del terminal in Molo longo

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Teuta Duletić: «A Fiume l’eccellenza è di casa»
Teuta Duletić. Foto: Goran Žiković

Nel maggio di quest’anno sono stati inaugurati formalmente, nell’ambito del terminal in Molo longo, gli uffici quarnerini della Lürssen Werft, rinomata impresa tedesca a conduzione familiare – è stata fondata a Brema il 27 giugno 1875 dal 24.enne Friedrich Lürßen ed è guidata oggi da Peter Lürßen, quinta generazione –, specializzata in progettazione,
design e costruzione di yacht di lusso e navi militari. In realtà, la componente croata dell’azienda opera nelle nostre zone sin dall’estate del 2020, quando si era insediata come piccolo team, in piena pandemia, nei vani dell’albergo Ambasador di Abbazia, per poi trasferirsi appunto a Fiume agli inizi del 2022. Da un organico iniziale di circa trenta
ingegneri esperti del settore, oggi la sede quarnerina, il cui nome preciso è Lürssen Design Center Kvarner, conta poco più di cento dipendenti ed è guidata, sin dall’inizio, da una donna, anch’essa ingegnere navale, la fiumana Teuta Duletić. L’abbiamo incontrata nel suo ufficio in riva al mare, per farci raccontare la genesi di una succursale che, a quanto sembra, funziona a meraviglia in un contesto globale non tanto bello e tutt’altro che promettente, in cui si fa
fatica a trovare forza lavoro, con riferimento soprattutto al settore terziario. Ne abbiamo discusso, a più riprese, anche con la nostra interlocutrice, chiedendole se nel “reclutamento” del personale si siano incontrate difficoltà in questo senso. La sua risposta non ha lasciato spazio a dubbi: il mondo sta cambiando a grande velocità e bisogna adattarsi alle nuove tendenze, ma anche alle galloppanti sfide economiche a cui si devono accompagnare stipendi adeguati e ambienti lavorativi motivanti. “L’approccio dell’azienda verso i dipendenti e l’attenzione verso gli stessi sono, secondo me, essenziali per attirarli e farli rimanere, a prescindere dal settore di riferimento – ha esordito la direttrice esecutiva del Lürssen Design Center Kvarner –. Ormai è un dato di fatto, non soltanto in Croazia, ma anche e soprattutto a livello globale, che le professioni IT stanno attirando sempre più giovani, che prediligono questi tipi di studi anziché altri. Credo che per quanto concerne il settore terziario, bisognerebbe rivedere innanzitutto il punto paga, che dovrebbe andare di pari passo con l’aumento dei prezzi. Forse questo convincerebbe le persone che vi lavorano a non
andarsene all’estero, in cerca di lidi più fortunati, in cui per lo stesso mestiere vieni pagato meglio. Il contesto in cui lavoro è una realtà completamente diversa, in cui il processo d’assunzione non ha incontrato finora difficoltà in termini di scarso interesse da parte di chi era in cerca di lavoro, anzi. Interesse c’è stato, e anche parecchio. Al momento dei colloqui, da parte dell’azienda viene richiesto il superamento di diversi step e l’adempimento di vari criteri, tra cui ovviamente degli specifici sapere e istruzione, ma anche una carta estroversione che facilita e favorisce la comunicazione e di conseguenza l’apertura mentale. Quando abbiamo iniziato a cercare personale nel 2020, il nostro obiettivo era assumere una quarantina di ingegneri di vario profilo: navale, elettrotecnico, meccanico, informatico.
Eravamo in piena emergenza sanitaria e la situazione era incerta. Credevamo non sarebbe stato facile attirare qualcuno in un contesto simile. Devo dire, però, che dopo un iniziale indugio, in cui si tentava probabilmente di capire come funzionare con un titolare straniero, le cose hanno ingranato superando tutte le nostre aspettative. Oggi, in quanto a organico, abbiamo raggiunto la magica cifra di 100 dipendenti. È stato questo, uno dei motivi, per cui a un certo punto c’è stata la necessità di trovare spazi più adeguati. La nostra sede in Molo longo è davvero perfetta e molto stimolante vista la vicinanza del mare, ma anche del centro cittadino”.
Alta reputazione
La Lürssen, come detto prima, è un’impresa di lunga tradizione, che ha saputo costruirsi nel tempo un’innegabile reputazione nel settore della progettazione e della costruzione di unità navali di lusso – la cui lunghezza varia da un minimo di 60 a un massimo di 200 metri – e che dà lavoro a 3.500 persone in otto stabilimenti in Germania. A Teuta Duletić abbiamo chiesto quali siano gli utili che un’azienda di questo calibro si possa aspettare di ottenere da una
succursale in Croazia, precisamente nel Quarnero. “Innanzitutto la deficitarietà di questo profilo professionale. In Germania la domanda in questo senso ha ormai superato l’offerta e le Università non ‘sfornano’ più un numero sufficiente di ingegneri del settore, che noi d’altro canto abbiamo e i quali sono anche molto apprezzati, come in patria così all’estero. Un altro motivo è rappresentato dal fatto che siamo ancora sempre molto convenienti per un
imprenditore straniero, sotto tutti i punti di vista. Ciò che, a mio avviso, ha convinto però la Lürssen a investire da noi è l’alta competenza e preparazione del nostro personale – la cui età media è di 33,5 anni e che comprende ingegneri provenienti un po’ da tutto il Paese e qualcuno anche tornato in patria dopo avere lavorato per qualche anno all’estero
–, condita da un grande entusiasmo verso l’attività che si svolge. Credo che dagli altri ci contraddistingua una certa fame di farci valere, di dimostrare tutto il sapere e le abilità, ma anche l’originalità e la creatività per le quali alla Lürssen ci stimano particolarmente. È proprio grazie alle ultime due caratteristiche, che siamo riusciti in poco tempo a convincere i nostri dirigenti a lasciarci mani libere in determinati progetti, addirittura a sorprenderli con i softwer da noi usati. In poco più di un anno, ci siamo imposti in maniera naturale e, da iniziale supporto nei progetti, siamo passati a essere partner a tutti gli effetti, con possibilità di proporre e, perché no, anche di decidere e di avere una certa autonomia. Non mi stancherò mai di ripetere che alla base di tutto stanno la gentilezza nella comunicazione e il rispetto. Un approccio simile è capace di aprire tutte le porte”.
Un progetto che porterà grandi vantaggi
La sede quarnerina della Lürssen collabora strettamente con il consorzio ACI-Gitone, aggiudicatosi la concessione per la costruzione e gestione del futuro marina in Porto Baross. Una volta aperto, il marina accoglierà mega yacht di lusso, tra cui anche quelli progettati dalla compagnia tedesca. Nonostante la riqualificazione di Porto Baross rappresenti un progetto di grande portata per Fiume, le critiche al riguardo non mancano. Lo scetticismo deriva soprattutto dal timore che la città stia finendo sempre di più in mani private. Qual è il parere della nostra interlocutrice al riguardo? “Credo che il progetto del marina sia di fondamentale importanza e necessità per Fiume in quanto, una volta realizzato, aprirà tante opportunità che riguarderanno un po’ tutti, ma soprattutto aprirà nuovi posti di lavoro dando innumerevoli chance di sviluppo anche ad altri settori, offrendo una serie di contenuti che contribuiranno a migliorare la qualità di vita dei cittadini. Il marina in Porto Baross, a mio avviso, darà nuova linfa a Fiume segnando un ulteriore progresso della città”. Alla nostra domanda sul grado e sulla natura delle collaborazioni a livello locale e se abbia mai incontrato chiusure di
qualsiasi tipo, Teuta Duletić ha risposto in maniera affermativa definendole ottime. “Qui torniamo a quanto ho detto poc’anzi: un approccio giusto è fondamentale. Dev’esserci apertura da ambo le parti, anche quando l’obiettivo finale sembra divergente. Si può sempre trovare una soluzione che vada bene a tutti, basta essere flessibili. Una mente fluida può risultare molto spesso la chiave di tutto”.
La collaborazione con l’Università
Uno dei partner strategici del Lürssen Design Center Kvarner è l’Università di Fiume. In che cosa consiste questa collaborazione? “Sotto questo punto di vista vedo un futuro roseo. È una sinergia che sta facendo nascere cose molto interessanti. Abbiamo aperto due cluster: quello marittimo-innovativo, il cui obiettivo è riunire in un unico posto esperti di vario tipo e lavorare su progetti relativi all’idrogeno, all’autonomia delle navi, ai marina intelligenti e alla
trasformazione dei rifiuti in energia, e quello turistico-innovativo, il cui scopo è contribuire allo sviluppo del personale turistico e all’accelerazione del processo di digitalizzazione del Quarnero. Il nostro scopo è rendere queste nostre aree riconoscibili nel mondo per l’alto grado di trasformazione digitale e di transizione verde in ambito navalmeccanico. Con
l’Ateneo stiamo lavorando intensamente sull’istituzione di una specie di Arena dell’innovazione nell’ambito del Campus, un hub d’incontro per le varie imprese e comunità scientifiche che metterebbero l’accento su progetti di una certa portata per i quali richiedere fondi europei. Checché se ne pensi, la nostra gente, i nostri giovani ingegneri sono molto quotati all’estero, viaggiano molto, si nutrono di esperienze e di sapere, e si adattano con facilità ai cambiamenti di mercato. Non vogliono essere legati da contratti a tempo indeterminato. Prediligono quelli a breve termine, a progetto, per essere poi liberi di andare in cerca di altre sfide”. In un contesto simile, come Teuta Duletić vede Fiume tra un decennio? “La vedo come un centro marittimo d’eccellenza, un luogo in cui arriverà anche gente da fuori per educarsi e lavorarci. L’internazionalizzazione oggi ha un ruolo principale e c’è sempre più bisogno di team di lavoro multinazionali e polivalenti. Sono convinta che Fiume si trovi in un momento cruciale del suo progresso, in cui dovrà saper giocare al meglio tutte le sue carte”.

Gentil sesso, un valore aggiunto
L’ingegneria navalmeccanica è sempre stata considerata un lavoro per soli uomini, ma ormai vi possiamo trovare anche rappresentanti del gentil sesso. Com’è la situazione in seno al Lürssen Design Center Kvarner? “Anche se prevalgono i maschietti, da noi lavorano anche 20 donne. Ancora non ci siamo, ma le cose stanno a piano a piano cambiando. Bisognerebbe partire dal contesto scolastico, stuzzicare l’interesse delle ragazze per studi di questo
tipo, spiegando loro che il contributo femminile può essere alla pari di quello maschile. La sensibilità delle donne, soprattutto per quanto riguarda il design, può rivelarsi a volte un punto di forza e un valore aggiunto”.

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