Slovenia. Pirc Musar ricorda il Papa: «Una vita dedicata alla speranza»

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Slovenia. Pirc Musar ricorda il Papa: «Una vita dedicata alla speranza»
Papa Francesco in una foto scattata nel gennaio scorso. Foto: Shutterstock

“Profondamente addolorata per la scomparsa di Sua Santità. La sua voce per la pace e la giustizia ha ispirato milioni di persone. La sua scomparsa avvenuta il Lunedì di Pasqua non fa che accrescere il simbolismo della sua eredità: una vita dedicata alla speranza e al rinnovamento. Porgo le mie più sentite condoglianze alla Chiesa cattolica”. Sono le parole espresse dalla presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar su X.
Il capo dello Stato sloveno aveva avuto modo di incontra Papa Francesco il 5 dicembre dell’anno scorso. Il colloquio privato con il Pontefice era durato circa 25 minuti. Successivamente aveva incontrato anche il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Mirosław Wachowski, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segretaria di Stato – aveva informato in quell’occasione la Sala Stampa della Santa Sede – sono stati rilevati i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Slovenia e si è fatto cenno anche ad alcune questioni aperte nei rapporti Chiesa-Stato, evidenziando il contributo della Chiesa cattolica alla società slovena. Ci si è poi soffermati su diverse tematiche di carattere internazionale, con particolare attenzione alla regione dei Balcani occidentali ed ai conflitti nel Medioriente ed in Ucraina”. Il Papa aveva donato alla presidente un libro sui perseguitati greco-cattolici ucraini, dal titolo “Perseguitati per la verità”, a cura della Lev, e una scultura che rappresenta una colomba con ulivo, con la scritta “Siate messaggeri di pace”. L’opera era stata realizzata a mano in bronzo policromo, che riproduce un dettaglio decorativo dell’atrio di ingresso della Segreteria di Stato, oltre ai volumi dei documenti papali, al Messaggio per la pace di quest’anno e al libro sulla Statio Orbis della Lev. La presidente Pirc Musar aveva donato invece al Papa un “cuore sloveno” di legno fatto a mano, che simboleggia il credere nella bellezza e nella bontà del cuore umano ed è dedicato a “tutti coloro che combattono con il loro cuore per la pace e la solidarietà tra popoli e nazioni” e alcuni prodotti tipici sloveni.
Al termine dell’udienza dal Santo Padre, Nataša Pirc Musar aveva espresso soddisfazione per il fatto che durante la visita di Papa Francesco a Trieste nel 2024, al termine della 50esima Settimana Sociale dei cattolici in Italia, durante la liturgia si sia sentito anche lo sloveno. A suo avviso “si era tratta di un importante riconoscimento alla Comunità Nazionale Slovena e ai credenti di lingua slovena in Italia, che sono parte integrante della Chiesa cattolica nell’area in cui convivono le comunità italiana e slovena”. La presidente aveva pure invitato Papa Francesco a visitare la Slovenia.
Era la coscienza del mondo
“Papa Francesco ci ha lasciato in tempi estremamente difficili che non ci onorano come umanità. Le guerre alle quali Francesco desiderava ardentemente porre fine e le divisioni tra le nazioni che ha cercato di riconciliare, tutta la sua opera ci ha dato speranza e fede nella nostra capacità di farcela e che il bene e la pace prevarranno. Papa Francesco se n’è andato, ma la speranza rimane. Era la coscienza del mondo, ci mancherà”. Questo il messaggio del premier sloveno Robert Golob pubblicato su X in occasione della scomparsa del Santo Padre.
Un grande uomo
“Un papa eccezionale e un grande uomo. Il suo senso di compassione per gli emarginati, i deboli, gli svantaggiati sociali è stata fonte di ispirazione per molti. Le sue azioni, che hanno dato speranza a molti, non saranno mai dimenticate. Le mie più sincere condoglianze a tutti i cattolici”. Così, sempre su X, la ministra degli Affari esteri ed europei della Slovenia, Tanja Fajon.

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