Sfide e opportunità dei grandi centri costieri del Nord Adriatico

Discussione sul futuro dei porti di Capodistria, Trieste e Fiume

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Sfide e opportunità dei grandi centri costieri del Nord Adriatico
Seduti: Giuditta Trani, Lorenzo Lazzari, Martin Valinger e Marin Nižić. Foto: RONI BRMALJ

L’evento culturale “Saluto dalla Riviera Fiumana” organizzato dall’associazione Urbani Separe si è svolto con successo offrendo tra l’altro un interessante dibattito che ha coinvolto giovani architetti, urbanisti e ricercatori sui tre grandi porti costieri di Capodistria, Trieste e Fiume. La discussione ha esaminato le similitudini, le differenze e le prospettive future di questi centri urbani chiave del nord Adriatico.

Marin Nižić ha introdotto il dibattito, ricordando che un incontro simile si era svolto solo un mese prima a Trieste. I relatori principali includevano Martin Valinger dalla Slovenia, Giuditta Trani e Lorenzo Lazzari da Trieste. Valinger, urbanista e ricercatore presso la Facoltà di Architettura di Lubiana, ha sottolineato l’importanza del contesto geografico e storico nella comprensione delle città portuali del nord Adriatico. Ha evidenziato come Capodistria, Trieste e Fiume, nonostante le loro similitudini geografiche, abbiano vissuto storie diverse che hanno influenzato il loro sviluppo urbano e portuale.
La posizione strategica di questi porti nel nord Adriatico li rende cruciali per l’economia europea. Tuttavia, ogni città ha seguito un percorso unico di sviluppo e sfide, dal dominio veneziano all’impatto delle due guerre mondiali. Ad esempio, durante il dominio veneziano, Capodistria era in vantaggio su Trieste, ma l’arrivo dell’Austria ha portato Trieste alla ribalta. Eventi storici come lo status di porto franco e la ferrovia meridionale austriaca hanno contribuito al successo di Trieste e Fiume come importanti porti europei, mentre Capodistria ha attraversato periodi di stagnazione. Le due guerre mondiali hanno portato sfide significative, con Fiume tagliata a metà e Trieste e Fiume danneggiati dai bombardamenti. Il periodo successivo ha visto la Jugoslavia rivitalizzare Fiume, mentre Trieste ha avuto una crescita più lenta. Capodistria, d’altra parte, ha visto un notevole sviluppo come porto internazionale.
La connessione tra i cittadini e i porti è stata un tema centrale del dibattito, con discussioni sul modo in cui la presenza del porto influenza la vita urbana e le bellezze naturali delle coste. A Fiume, ad esempio, la costa non è facilmente accessibile ai cittadini a causa della presenza del porto, sollevando dubbi sull’equità dei benefici derivanti dalle attività portuali. La percezione comune tra i residenti di Fiume oscilla tra il desiderio di un porto funzionante che sostenga l’economia locale e il timore che la presenza stessa del porto sia più una facciata di prestigio industriale che una reale fonte di progresso per la città.
Le opportunità economiche offerte dai porti sono significative, ma la distribuzione dei benefici tra i cittadini locali spesso non è equa. Marin Nižić ha sottolineato che, per affrontare queste sfide, è essenziale sviluppare piani urbanistici ben studiati che non solo mitigano gli effetti negativi del porto, ma massimizzano anche i benefici per l’intera comunità. Questo richiede un approccio inclusivo e partecipativo che coinvolga attivamente i cittadini nella definizione del futuro delle aree portuali e nel miglioramento della qualità della vita urbana nel suo complesso.
Durante l’evento, Giuditta Trani e Lorenzo Lazzari hanno parlato del loro impegno nel progetto POP Adriatico – Porto Osservatorio Partecipato, che prevede una serie di attività culturali per rivitalizzare gli spazi in disuso del Porto Vecchio di Trieste. L’obiettivo è non solo attraversare questi spazi, ma viverli pienamente, passandovi giornate intere. Il progetto mira a raccogliere idee e opinioni per realizzare attività da proporre ai cittadini di Trieste, organizzando sopralluoghi collettivi in cui invitano le persone a esprimere opinioni, ricordi e percezioni, sostituendo la raccolta dati con il dibattito.
Le tre associazioni che lavorano insieme in questo progetto sono Adriatico Book Club, Eterotopia e l’associazione Casa del Cinema di Trieste. Lorenzo e Giuditta coordinano le attività, supportati da una decina di professionisti che collaborano con loro. Sperano che i loro sforzi trovino terreno fertile e convincano gli organi dirigenti della città a fare buon uso degli spazi del vecchio porto, un utilizzo che tenga in considerazione le esigenze di tutti i cittadini.

Evento in stile Urbani Separe.
Foto: RONI BRMALJ

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