San Nicolò, il «faro» dei marittimi

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San Nicolò, il «faro» dei marittimi

San Nicolò, uno dei santi più venerati nell’area quarnerina, è molto popolare tra le genti di mare, che in tempi passati come al giorno d’oggi, rivolgono le preghiere al Santo protettore per poter affrontare un viaggio felice, privo di naufragi o altri incidenti. Celebrato da tutte le religioni che ammettono il culto dei santi, la sua popolarità è percepibile a Fiume grazie anche alla presenza delle tre chiese dedicate alla sua persona ovvero quella di San Nicolò vescovo, situata nei pressi dell’omonima scuola elementare italiana, di San Nicolò Tavelić, sita nel rione di Torretta alta e quella ortodossa in centro. La festività a lui dedicata è stata celebrata oggi nel capoluogo quarnerino con numerosi appuntamenti, sempre nel rispetto delle disposizioni antipandemiche. In mattinata, una delegazione dell’Apostolato del mare assieme ai rappresentanti della Città e della Regione ha acceso un cero nell’atrio di Palazzo Adria dinanzi al monumento in ricordo di tutti i marittimi che hanno perso la vita nella Guerra patriottica.

Le delegazioni nell’atrio di Palazzo Adria

La preghiera è stata guidata dal commissario per la pastorale dei marittimi e dei migranti, monsignor Matija Matačić. Di seguito, la motovedetta della Capitaneria di porto ha preso il largo con a bordo i rappresentanti delle autorità cittadine, regionali e religiose, per gettare una corona di fiori in mare in ricordo di tutti i marinai scomparsi svolgendo una delle professioni più impegnative e pericolose, quella marittima. Alle cerimonia hanno preso parte il vicesindaco di Fiume, Goran Palčevski, la vicepresidente della Regione litoraneo-montana, Marina Medarić, Zdravko Prebilić della Port Authority locale, Marica Njegovan dell’Apostolato del mare dell’Arcidiocesi di Fiume, il capitano Kristijan Vukušić a nome dell’azienda Plovput e monsignor Matija Matičić, che ha recitato la preghiera.
Giunta a Kostrena, la delegazione a bordo della motovedetta Vid ha gettato ila corona di fiori nelle acque antistanti il porticciolo di Stara Voda, nel punto in cui nel 1959 affondò la nave “Igrane” e nel cui naufragio persero la vita sette marinai.

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