«Rijeka Plus», il Tribunale regionale vieta lo sciopero

L'agitazione organizzata da uno dei due sindacati che operano in seno alla municipalizzata (NSRH) non avrebbe la legittimità procedere in modo legale

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«Rijeka Plus», il Tribunale regionale vieta lo sciopero
Il Tribunale regionale di Fiume. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Rijeka Plus”. Niente sciopero oggi, ma il Sindacato indipendente dei lavoratori della Croazia (NSRH) annuncia ricorso, ribadendo di voler procedere quando ci saranno le condizioni per farlo. Ieri, infatti, il Tribunale regionale di Fiume ha emesso un provvedimento provvisorio che vieta lo sciopero annunciato dal NSRH per oggi, poiché considerato illegittimo. Lo riporta il sito della municipalizzata fiumana che si occupa della gestione dei parcheggi a pagamento, dei Mercati cittadini, delle riparazioni del parco macchine di “Autotrolej”, “Čistoća” e altre aziende cittadine e del traffico. Il provvedimento è stato adottato dopo l’avvio di una causa da parte di “Rijeka Plus”. La legittimità dello sciopero è stata messa in discussione in considerazione dell’accordo firmato per la conclusione della procedura di contrattazione con i sindacati, che, ai sensi dell’articolo 209 della Legge sul lavoro, ha piena validità legale.
NSRH si richiama alla Legge sulla rappresentatività. Gli accordi con la dirigenza sono stati ragginti con uno dei due sindacati, non quello che ha optato per lo sciopero. Comunque, entrambe le organizzazioni sindacali hanno i numeri per considerarsi rappresentativi.

Sul sito di “Rijeka Plus”, infine, viene sottolineato che i motivi e le modalità di annuncio dello sciopero non sono legittimi poiché non è chiaro come si sarebbe svolto lo sciopero. Non era chiaro, come si legge, se sarebbe stato totale o parziale in riferimento al numero di lavoratori coinvolti. Sono dati che consentirebbero al datore di lavoro di assicurare i servizi essenziali in funzione della sicurezza dei cittadini. Il sindacato deve revocare la decisione, almeno per ora, ma annuncia di voler tornare alla carica facendo valere le proprie ragioni, al momento non riconosciute dal Tribunale regionale.

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