Rijeka è già Fiume almeno in cartolina

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Rijeka è già Fiume almeno in cartolina

Senza roboanti, enfatici proclami, è stato già sdoganato l’uso del nome di Fiume, accanto a quello ufficiale di Rijeka. Nelle cartoline illustrate, che si possono acquistare anche negli uffici delle Poste croate. Non particolarmente suggestive, ce ne sono di diverse in circolazione (alcune con fotografie un po’ datate, considerato che riportano la Torre civica senza la statua dell’Aquila bicipite). A pubblicarle è la ditta fiumana Tisak MORE, che già in precedenza ha dimostrato una particolare interesse anche per il retaggio storico del territorio, collocando ad esempio Abbazia nell’Istria, fatto questo già riportato dal nostro quotidiano. Nel frattempo, è arrivato quest’ulteriore passo. Beninteso, al momento niente affrancature o francobolli: per questo ci vorrebbero soluzioni legislative a più alto livello.

Si dirà, che cosa non si fa per vendere! E benvenga quest’iniziativa editoriale, che è a chiaro scopo turistico – non ce n’eravamo accorti prima, persa ormai l’abitudine della corrispondenza scritta –, probabilmente da contestualizzare nell’ambito di un aumentato flusso di visitatori, anche dall’Italia, che fanno tappa nel capoluogo quarnerino; un’iniziativa che oggi acquista una nuova valenza. Andando a inserirsi (splendidamente, oserei dire) in quell’operazione culturale di grande respiro europeo che è il ripristino parziale del bilinguismo visivo a Fiume. A 65 anni dalla sua improvvisa abolizione. Correva l’anno 1953. Lungo il confine italo-jugoslavo, due nazioni si stavano confrontando su Trieste in quello che fu un complicato contenzioso diplomatico postbellico. Si concluderà a Londra il 5 ottobre 1954, con la firma del Memorandum d’Intesa, assegnando definitivamente la parte occidentale dell’Istria alla Jugoslavia di Tito, mentre Trieste tornava a tutti gli effetti all’Italia. Dopo 10 anni di amministrazione straniera, alleata e jugoslava, il 26 ottobre del 1954, i bersaglieri entravano nel capoluogo giuliano.
A fare pagare il costo delle mire annessionistiche di Tito su Trieste ci fu anche Fiume, insieme con Abbazia, Cherso, Lussino, Albona e altre località che subirono la chiusura di scuole-asili italiani e l’abbattimento di insegne con diciture in italiano. Molti la definirono la “notte dei cristalli” (ricordando la furia antisemita del 9-10 novembre 1938): chiuse il capitolo del bilinguismo visivo a Fiume, senza alcun atto formale.
Entro l’anno – così è stato promesso – compariranno le tabelle con gli odonimi storici di una trentina di via del centro. Presto potrebbe essere collocata anche la targa con la scritta Fiume all’ingresso dalla città. Un importante contributo alla valorizzazione del passato, dei valori e del patrimonio culturale, nel rispetto di quello spirito di quel multiculturalismo, di quell’europeismo ante litteram che si respirava a Fiume prima dei mutamenti prodotti dagli “ismi” del Novecento.
Come emerge dalla mostra “Un saluto da Fiume”, che s’inaugura domani sera al Museo civico, nella cornice delle Giornate della cultura italiana del Consolato generale d’Italia, la cartolina illustrata è una preziosa miniera di dati, veicolo di storia, cultura, arte e tradizioni… Oggi la scopriamo un mezzo per fare arrivare il progetto Rijeka – Fiume in tutti i Paesi del mondo.

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