Rigassificatore galleggiante: «Sicuro e non impattante»

A Kostrena si è tenuto un incontro sul tema del tanto discusso impianto offshore di Castelmuschio che entrerà in funzione a partire dal prossimo 1º gennaio

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Rigassificatore galleggiante: «Sicuro e non impattante»

Il mercato del petrolio è un’ottima cartina di tornasole del grado di globalizzazione. Basta soltanto ricordare i prodotti che derivano dal greggio come plastica, asfalto, gasolio, benzina, GPL, oli combustibili, fertilizzanti… Tutti prodotti alla base della nostra economia. In quanto vettore energetico e materia prima, il petrolio muove tutti i settori economici: primario, secondario e terziario. I suoi derivati alimentano, nel vero senso della parola, i mezzi di trasporto che viaggiano attorno al globo, generando il traffico mondiale dei beni. Parlando proprio di mezzi di trasporto, la prima associazione sono le petroliere, gigantesche navi cisterna che solcano i mari di tutto il mondo trasportando nei loro serbatoi enormi quantità di greggio. Uno dei punti più dibattuti è chiaramente la questione della sicurezza. Le immagini di maree nere, balene e delfini spiaggiati e uccelli con le piume impastate dal petrolio sono ancora negli occhi di tanti. Un po’ come il disastro ecologico delle Mauritius della scorsa estate, che ha visto prima incagliarsi sulla barriera corallina, e successivamente spezzarsi in due la portarinfuse MV Wakashio, provocando lo sversamento di oltre mille tonnellate di olio combustibile riversatesi nella vicina laguna e costringendo il governo locale a dichiarare lo stato d’emergenza. Grazie al progresso tecnologico, al rafforzamento delle misure di sicurezza e all’applicazione di determinate norme legislative (come ad esempio il bando delle petroliere monoscafo imposto dall’Unione europea in seguito all’affondamento della Prestige nel 2002 al largo delle coste galiziane), il numero di incidenti è sensibilmente diminuito negli ultimi anni. L’argomento della sicurezza riguarda molto da vicino la nostra Regione dal momento che questo tipo di navi si alterna con una certa frequenza nello scalo petrolifero di Castelmuschio. Prendendo spunto da ciò, nella Biblioteca civica di Kostrena si è tenuto un incontro incentrato sul tema dei trasporti di greggio via mare, organizzato dall’Associazione dei capitani di Kostrena e moderato dal comandante della Capitaneria di porto di Fiume, Darko Glažar.

Super sicure
“Le petroliere di oggi sono super sicure – ha sottolineato in apertura Siniša Jović, che nella sua carriera è stato comandante su questo genere di navi –. È più facile che due pescherecci provochino un disastro ambientale piuttosto che tutte le petroliere che solcano l’Adriatico in questo momento messe insieme. Ma non sono soltanto le unità a essere sicure, bensì anche gli impianti. Mi riferisco in particolare al terminal della Janaf di Castelmuschio, che in 40 anni di attività non ha mai visto un incidente. C’è chi vedendo Ragusa (Dubrovnik) vorrebbe che anche Fiume viva di turismo, ma la nostra realtà è diversa. E lo è sempre stata. Il nostro è il porto più grande del Paese e come tale deve orientarsi di più sull’industria che non sul turismo”.

L’arrivo della nave LNG Croatia, che fungerà da terminal metanifero, è atteso per la prossima settimana

Gli ha fatto eco il collega Marin Radović, oggi pilota del porto, ma anch’egli con alle spalle un lungo servizio su portarinfuse, portacontainer e petroliere.

Top 3 mondiale
“Nella mia carriera – ha raccontato – ho visto tanti terminal petroliferi in quasi tutti i continenti e posso tranquillamente affermare che, a livello di sicurezza, quello della Janaf rientra nella top 3 mondiale. E non sto scherzando. Anche gli altri scali a Fiume e Buccari non sono da meno e infatti non ricordo nessun incidente di una certa portata, indipendentemente che si tratti di sversamenti, incendi o danni alle infrastrutture portuali. A contribuire a ciò sono chiaramente anche navi sempre più sicure, soprattutto le petroliere perché alle volte basta il più piccolo errore per causare una catastrofe. Le compagnie di navigazione lo sanno bene e non possono quindi permettersi di correre rischi perché in caso di un disastro ambientale, qualora venisse accertata la loro responsabilità, sarebbero costretti a dover chiudere la baracca”.

Dorijan Turk, Darko Glažar, Siniša Jović e Marin Radović nel corso dell’incontro

Ampio spazio è stato poi riservato al tanto discusso progetto del rigassificatore galleggiante (offshore) di Castelmuschio, che entrerà in funzione a partire dal prossimo 1º gennaio. I lavori davanti alla baia Sepen stanno ormai volgendo al termine e nel frattempo la nave LNG Croatia (ex Golar Viking), che fungerà da terminal metanifero, ha da poco lasciato la Cina dov’è stata sottoposta all’operazione di refitting, ossia riconvertita in unità galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FSRU). In questo momento è in navigazione verso il Quarnero dov’è attesa martedì prossimo.

Diffidenza immotivata
“C’è una diffidenza ingiustificata nei confronti di queste navi – ha chiosato Dorijan Turk, nel cui curriculum figurano sei anni di lavoro a bordo delle FSRU –. Questa tipologia di navi è la più sicura in assoluto, ben più rispetto alle petroliere. Se nel mondo non si sono mai verificati incidenti gravi, un motivo ci sarà. Nel caso di Castelmuschio alzeremo ulteriormente il livello di sicurezza. Tutte le metaniere che si alterneranno nel terminal verranno ‘intercettate’ ancor prima di entrare nel canale di Faresina (Porozina). Qui i piloti di porto le condurranno verso l’isola di Veglia e una volta giunti a circa due miglia dalla costa, verranno ‘consegnate’ ai rimorchiatori per essere trainate in tutta sicurezza nella struttura. Oltretutto, un rimorchiatore sarà sempre di guardia nelle immediate vicinanze in modo da intervenire tempestivamente in caso di criticità come può essere un incendio oppure il forte maltempo. L’impatto sull’ecosistema? Sarà minimo. Nel processo di rigassificazione verrà usata l’acqua di mare clorificata per riscaldare il metano liquido, raffreddato a -161 gradi, e riportarlo allo stato gassoso. Una volta utilizzata, l’acqua verrà riversata nel mare, ma le concentrazioni di cloro saranno bassissime e inoltre quest’acqua non sarà gelida come sostengono alcuni, bensì avrà una temperatura di circa 10 gradi e quindi ci vorrà poco prima che la porzione di mare interessata ritorni alla sua temperatura ambiente”.

Tre grandi vantaggi
Sulla tipologia del terminal, inizialmente sembrava che la soluzione adottata sarebbe stata quella del rigassificatore a terra (onshore), giudicato meno impattante sull’ambiente (oltre che sotto il profilo paesaggistico), salvo poi essere abbandonata a favore della soluzione offshore.
“L’impianto galleggiante offre tre sostanziali vantaggi. Innanzitutto il costo in quanto la sua costruzione s’aggira sui 300-400 milioni di dollari contro il miliardo di quello a terra. Il secondo vantaggio riguarda le tempistiche, con la realizzazione di quest’ultimo stimata in almeno cinque anni. Terzo, i costi di manutenzione sono molto più contenuti rispetto alla struttura onshore”, ha concluso Turk aggiungendo che il numero di metaniere che si alterneranno davanti a Castelmuschio sarà di circa 20 unità all’anno.

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