Restauro degli edifici nel centro storico di Fiume

La Città ha pubblicato il concorso per accedere ai finanziamenti per la ristrutturazione degli stabili sotto tutela

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Restauro degli edifici nel centro storico di Fiume
La Casa veneziana di via Dolac. Foto: KRISTIJAN VUČKOVIĆ

Ristoratori, negozianti e altri esercizi pubblici che svolgono la loro attività in un edificio con lo status di bene culturale o in uno stabile compreso entro una zona urbanistica protetta, definita dal Ministero della Cultura, pagano, tra le altre cose, la tassa sui monumenti. Si tratta di mezzi che finiscono nelle casse della Città e che devono venire riutilizzati, tassativamente, per le ristrutturazioni, restauri e riparazioni dei beni culturali. La scorsa settimana la Città ha pubblicato il nuovo concorso rivolto ai proprietari e comproprietari di immobili sotto tutela o che si trovano nelle zone protette, per accedere ai finanziamenti. Il concorso è aperto fino al 28 settembre.

La Città, comunque, copre soltanto parzialmente i costi dei lavori, cioè per il 50 per cento nella zona A e per il 40 per cento nelle zone B-C, per un ammontare massimo rispettivamente di 500.000 e 400.000 kune. Se si tratta di un condominio in cui la Città è proprietaria di una o più unità abitative o locali commerciali, la quota può aumentare e viene stabilita proporzionalmente.
L’intera operazione, va precisato, è piuttosto complessa e necessita di un accordo tra i comproprietari prima di richiedere il coofonanziamento. In ogni caso, c’è il tempo sufficiente per provvedere a tutte le procedure preliminari per poter pianificare la ristrutturazione di facciate e tetti. Sul sito della Città c’è la mappatura dettagliata in cui vengono delimitate le varie zone urbanistiche protette.
I lavori alla facciata e al tetto vengono approvati in pacchetto e solo in via eccezionale si può richiedere soltanto la ristrutturazione di uno dei componenti dell’edificio. La richiesta può venire presa in considerazione se giustificata e comprovata da una perizia edile-architettonica. Comunque, quando si tratta di restaurare una facciata, occorre considerarla nell’insieme, cioè comprendendo tutti i lati verso l’esterno. In altre parole, possono venire escluse soltanto le eventuali facciate interne, lucernari e via dicendo.
Le richieste possono arrivare da parte di persone fisiche e giuridiche, ma non gli esercenti che hanno accumulato dei debiti nei confronti della Città a titolo di tassa sui monumenti. Le notifiche vanno effettuate in forma elettronica, compilando i moduli reperibili sul sito ufficiale ella Città e allegando i vari documenti richiesti. Occorrono quelli relativi alla proprietà, del Catasto e una valutazione dei costi basata su un preventivo predisposto da un’impresa edile convenzionata con la Sovrintendenza ai beni culturali.
Una volta portata a termine l’operazione, sarà una Commissione apposita a valutare le singole richieste e a stabilire la lista prioritaria in base alla quale si andrà a operare, partendo dalla firma dei contratti preliminari con i richiedenti. Entro novembre il sindaco, Marko Filipović dovrà stabilire la graduatoria e in base alle disponibilità finanziarie del Bilancio, fissare il numero di interventi che sarà possibile realizzare.
Attraverso questo programma si è intervenuto su 61 edifici, mentre per altri 20 sono stati predisposti tutti i presupposti amministrativi per dare inizio ai lavori. Tra le opere realizzate utilizzando questo modello troviamo Casa Witehead in via Dolac, conosciuta anche come Casa veneziana.
A proposito di tassa sui monumenti e del suo utilizzo, resta in sospeso la questione della “Galeb”, la futura nave museo. Il Consiglio cittadino, infatti, ha già respinto la proposta di spendervi altri 3 milioni per concluderne il restauro, non trovando il numero necessario di voti. Si torna alla carica alla prossima sessione del Consiglio cittadino che si dovrebbe riunire il 21 luglio.

Al Consiglio cittadino la decisione se indirizzare o meno altri soldi per la ristrutturazione della “Galeb”.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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