Il Consiglio per la sicurezza nel traffico stradale della Regione litoraneo-montana si è riunito ieri per fare il punto sul numero di incidenti e vittime nei primi dieci mesi dell’anno, rapportando i dati con quelli degli anni passati e cercando di capire cosa si possa fare in futuro per migliorare il livello di sicurezza stradale.
Come spiegato da Hrvoje Baričević, professore alla Facoltà di Marineria di Fiume, nonché presidente del Consiglio, i primi dati che saltano all’occhio sono un aumento del numero totale di incidenti, che nei primi dieci mesi del 2024 ammontano a 3.147 per quanto riguarda la Regione litoraneo-montana, mentre un anno fa erano 3.040, ossia circa il 3,5 per cento in meno. Baričević ha però voluto sottolineare come questo dato sia di importanza relativa, in quanto è assai più rilevante capire quali siano in media le conseguenze di questi incidenti. A detta del professore il dato più indicativo è dunque quello dei decessi avvenuti in strada o in seguito a incidenti stradali.
Meno schianti mortali
“Fino a fine ottobre di quest’anno abbiamo avuto 20 decessi sulle strade della nostra Regione. L’anno scorso, invece, nei primi dieci mesi erano 26. Per quanto non si possa mai essere contenti, fin tanto che ci sarà anche un solo morto in strada, siamo comunque soddisfatti di aver fatto meglio rispetto all’anno scorso”, ha affermato il presidente del Consiglio, che ha evidenziato pure come soltanto 11 di questi 20 sono cittadini croati, mentre gli altri erano stranieri in transito per le strade della Regione litoraneo-montana.
Il Consiglio ha discusso su quanto le azioni quotidiane della polizia possano influire su questi dati e più in generale sulla sicurezza stradale. Dejan Hriljac, a capo dell’Ufficio per la sicurezza nel traffico stradale della Questura litoraneo-montana, ha spiegato come gli agenti abbiano evidenziato circa 38mila infrazioni del Codice della strada nel corso dei primi 10 mesi di quest’anno, contro le circa 39mila infrazioni durante lo stesso periodo dello scorso anno. Hriljac è entrato molto nei dettagli spiegando come sia cambiata la struttura delle infrazioni rilevate. “Va detto innanzitutto come la stragrande maggioranza delle multe continui a essere per un eccesso di velocità. Abbiamo però notato un aumento molto considerevole del numero di multe per il mancato uso della cintura di sicurezza, attorno al 30 per cento”, ha evidenziato Hriljac, il quale ha anche spiegato come non è che da un anno all’altro gli automobilisti della Regione abbiano dimenticato di allacciarsi la cintura, bensì come la Questura abbia deciso di controllare con maggior severità questa infrazione. “Se limitare la velocità è il miglior modo per evitare del tutto gli incidenti, avere la cintura allacciata è un ottimo modo per limitarne la gravità. Per questo durante l’anno ci siamo concentrati particolarmente su questa infrazione”, ha dichiarato Hriljac.
Segnaletiche per categorie vulnerabili
Il Consiglio ha poi parlato a lungo di come tutelare i gruppi più vulnerabili nel traffico, che risultano essere motociclisti e pedoni, ma anche tutti quelli che vanno in bici o su di un monopattino elettrico. Di questo si è discusso in vari punti all’ordine del giorno, affrontando il problema da varie angolazioni a partire dalla sicurezza delle strade, dove in alcuni tratti è già in opera una segnaletica apposita per segnalare la particolare severità di una tratta, o con educazioni specifiche dedicate ai motoristi, che in un prossimo futuro si dovrebbero concentrare maggiormente sulla popolazione più giovane.
Una delle maggiori criticità è stata individuata nell’assenza di una normativa che dia ai giovani delle competenze prima di permettere loro di guidare bici o monopattini nel traffico. Secondo le leggi attualmente in vigore in Croazia questo diritto viene acquisito automaticamente all’età di 14 anni, senza che sia previsto alcun tipo di esame o di corso legato alle regole del traffico stradale. La normativa è diversa per i ragazzi più giovani, che però possono venir abilitati a guidare una bici nel traffico soltanto attraverso gli istituti scolastici, in quanto la legge prevede che siano questi i promotori dei programmi di abilitazione. Al momento però in tutta la Regione due sole scuole elementari stanno lavorando su questo campo, quella di Tersatto e quella di Čavle. Il Consiglio ha evidenziato questo modo di procedere come una mancanza, dovuta innanzitutto alle indicazioni date dal Ministero, che punta tutto sulle scuole, le quali sono però già troppo oberate con programmi educativi di altro tipo e che raramente hanno le competenze tecniche per portare avanti dei programmi che insegnino ai ragazzi a navigare nel traffico in sicurezza.
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