Regione litoraneo-montana. Medici di famiglia: situazione drammatica

Il dott. Leonardo Bressan ha annunciato l'ultima manifestazione di protesta per il 18 marzo a Zagabria, prima dello sciopero generale

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Regione litoraneo-montana. Medici di famiglia: situazione drammatica
Zlatko Komadina con alle spalle Silvia Hunjadi Korošec, Leonardo Bressan e Alen Šimatić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“La situazione nel settore dell’assistenza sanitaria primaria e soprattutto in quello dei medici di famiglia è allarmante ed è giunto il momento che lo Stato intervenga”, ha puntualizzato il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare il problema, che verrà discusso anche alla prossima sessione dell’Assemblea regionale, prevista per domani. Presenti il dott. Leonardo Bressan, presidente del Coordinamento regionale dei medici di famiglia, Silvia Hunjadi Korošec, capodipartimento provvisorio per la sanità e Alen Šimatić, f.f. di direttore della Casa della salute della Regione.

“Attualmente tutto il peso delle specializzazioni della Casa della salute, ricade sulla Regione e obera il Bilancio. È inconcepibile che lo Stato non abbia valutato la situazione dei medici convenzionati. In questo momento la Regione finanzia 56 specializzazioni, di cui 38 di assistenza sanitaria primaria di cui 22 di medicina generale, 8 di pediatria e altrettante di ginecologia. In Regione operano 164 ambulatori, di cui 78 della Casa della salute, mentre i rimanenti medici hanno un contratto con l’HZZO. L’obbligo della Regione è di gestire il 25 per cento degli ambulatori tramite la Casa della salute, mentre ora siamo al 45 per cento. Di questo passo, dopo il pensionamento dei medici convenzionati, bisognerà prendere in consegna tutti gli ambulatori, a scapito del Bilancio e con tagli agli investimenti”, ha spiegato Komadina.

«Rete primaria allo sfascio»
“La rete dell’assistenza sanitaria primaria è allo sfascio. La Regione litoraneo-montana è tra le poche Regioni che stanno cercando di risolvere il problema, ma non basta per mantenere stabile la rete. In Regione servono 24 specializzazioni all’anno”, ha esordito il dott. Bressan. A suo giudizio il generatore di questa situazione è l’Istituto nazionale per l’assicurazione sanitaria (HZZO). “Nel 2021 l’HZZO ha terminato l’anno con 3,5 miliardi di kune di esubero, ma non ha restituito questi soldi al sistema sanitario. Nel 2022 è successa la stessa cosa con 2,5 miliardi di kune, invece di risolvere in questo modo le esigenze più urgenti e soprattutto le specializzazioni”, ha spiegato il medico connazionale, il quale ha annunciato l’ultima manifestazione di protesta che si svolgerà il 18 marzo prossimo a Zagabria, in piazza San Marco, prima dello sciopero generale dei medici e ha invitato la cittadinanza ad appoggiare la protesta.
Durante la conferenza stampa è stato sottolineato pure il problema dei diritti materiali dei medici, che andrebbero aumentati e dei modelli di stimolazione, soprattutto nelle zone rurali, cercando di risolvere il problema abitativo dei medici che decidessero di operare in queste aree. Komadina si è detto pronto a presentare la questione ai sindaci delle Città e dei Comuni della Regione. “Sarebbe importante, inoltre, assicurare borse di studio aggiuntive per gli studenti di medicina generale perché altrimenti produciamo medici per l’Europa”, hanno specificato Komadina e Bressan. “Sarebbe utile pure aumentare il numero delle specializzazioni per i medici di medicina d’urgenza, perché se verranno a mancare quelli di famiglia, la mole di lavoro ricadrà su di loro”, ha concluso Bressan.
Alen Šimatić ha spiegato che la Casa della salute proseguirà comunque con le specializzazioni. “Finora in Regione nessun ambulatorio è rimasto senza il medico e la Casa della salute continua ad assumerne. Attualmente una decina di medici ha raggiunto l’età del pensionamento, ma tutti hanno deciso di continuare a lavorare”, ha spiegato.

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