Regione litoraneo-montana. Lukanović candidato SDP?

Incontro con i media dell'ex sindaco di Castua e presidente della sezione regionale del partito e Saša Đujić, segretario politico, entrambi deputati al Sabor

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Regione litoraneo-montana. Lukanović candidato SDP?
Ivica Lukanović e Saša Đujić. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Il 66% dei cittadini croati non ce la fa ad arrivare a fine mese”. Questa la considerazione introduttiva di Ivica Lukanović, deputato al Sabor, presidente dell’SDP regionale, che ieri ha incontrato i rappresentanti della stampa assieme a Saša Đujić, anch’egli deputato, nonché segretario politico del partito.

Si è parlato soprattutto di quesioni di livello nazionale, ma i media locali erano interessati anche alle vicende dell’SDP in relazione alle amministrative in programma in primavera. A livello regionale, l’SDP ricopre tradizionalmente un ruolo di un certo peso. Inevitabile la domanda dei giornalisti: sarà Lukanović il candidato SDP per la carica di presidente della Regione litoreno-montana come successore di Zlatko Komadina? “Ci stiamo preparando seriamente alle prossime elezioni amministrative, secondo il programma che abbiamo stabilito alla nostra convention regionale dove abbiamo sottolineato la necessità di rafforzare le nostre sezioni locali. Ci presenteremo nelle Città e nei Comuni con candidati di qualità, più di quanto è stato fatto finora. È prematuro indicare dei nomi, ma ritengo probabile che ci possa essere anch’io tra i candidati in qualche lista”, ha risposto Lukanović con quella che sembra una conferma alle ipotesi già ventilate negli ambienti politici locali. “Non vorrei aggiungere altro su questo tema in quanto le decisioni spettano alla sezione regionale del partito che elegge il suo candidato. Abbiamo tutto il tempo per presentare i piani e le ambizioni nonché i nomi dei candidati SDP”. Altra domanda stuzzicante: può incidere, in qualche modo, l’eventuale candidatura di Oleg Butković, HDZ? “Se noi ci impegniamo a fare ciò che da noi ci si aspetta e se lo facciamo bene, importa poco chi c’è dall’altra parte. Se poi c’è un buon progetto, dei buoni propositi, come individuo e come parte di un gruppo, non si teme l’avversario. Occorre mettere a confronto due programmi, due modi di vedere le cose. Nella nostra regione l?SDP ha una grande responsabilità, come pure in questa città, dove i cittadini riconoscono la nostra piattaforma politica”.
L’intento era comunque sottolineare le questioni che riguardano l’intero Paese. “C’è una netta differenza tra l’immagine ottimistica che l’attuale Governo presenta e la realtà che i cittadini croati vivono. Nel rapporto sul lavoro del Governo per il 2023, che il premier ha presentato in Parlamento, la vita in Croazia è stata descritta in toni superlativi. Tuttavia, la percezione dei cittadini è ben lontana da questa rappresentazione. Le ultime ricerche mostrano che addirittura il 74% dei cittadini ritiene che la Croazia stia andando nella direzione sbagliata. Anche la fiducia nell’operato del Governo e del Parlamento è a livelli bassissimi”, ha detto Lukanović.
Sul tenore di vita e il potere d’acquisto Đujić ha aggiunto: “Circa il 66% dei cittadini ha difficoltà a coprire le spese di base, collocando la Croazia tra i membri più poveri dell’Ue, come Bulgaria e Romania. Il potere d’acquisto è limitato e il consumo pro capite è del 38% inferiore rispetto alla media dell’Ue. L’alta inflazione e l’aumento dei prezzi riducono il reddito reale, specialmente di quelli con entrate più basse. Lo stipendio netto medio in Croazia attualmente è di 1.326 euro, e sebbene sia aumentato, è ancora al di sotto della media di molti Paesi dell’Ue, dove gli stipendi superano i 2.000 euro, e in Lussemburgo e Paesi Bassi arrivano persino oltre i 2.500 euro”.
Lukanović ha precisato che uno dei successi spesso enfatizzati dal Governo è la crescita del rating creditizio, che rappresenta la valutazione della capacità e della volontà dello Stato di restituire i propri debiti: “Sebbene questo sia sicuramente un indicatore positivo, è importante rivedere le basi di questa crescita. Questo aumento del rating non è il risultato della creazione di valore aggiunto nell’economia e nella società croata, ma è una conseguenza di generose donazioni dai fondi dell’Ue e, ciò che è più importante per i cittadini croati, della riduzione delle spese dello Stato per le pensioni e dei bassi investimenti nei servizi pubblici, come la sanità, l’istruzione, lo sport e la cultura”.

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