Raccolta differenziata. L’importanza dei piccoli grandi gesti

Campagna di sensibilizzazione promossa dalla Città e dalla municipalizzata Čistoća

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Raccolta differenziata. L’importanza dei piccoli grandi gesti

Ogni anno in tutto il mondo vengono usati circa 500 miliardi di sacchetti di plastica, ovvero un milione al minuto, ma soltanto una minima parte di questi viene riciclata. Il resto finisce nelle varie discariche o, ancora peggio, in mare. Stiamo soffocando il pianeta con la plastica e se non reagiremo in tempo possiamo aspettarci scenari tipici dei film catastrofici. L’inquinamento da plastica è una delle emergenze ambientali più gravi dell’epoca moderna. Il nostro mare è la sesta grande zona per inquinamento da plastica al mondo. Motivo per il quale la Città di Fiume, in collaborazione con la municipalizzata Čistoća, ha messo in atto una campagna educativo-informativa. “Il tema principale di questa campagna è la gestione sostenibile dei rifiuti – spiega Milan Zagorac, portavoce della Čistoća –. In questo senso sono stati stampati dei dépliant, finanziati dai Fondi europei, per sensibilizzare i cittadini su questo grave problema. Tra poco sarà inaugurata anche una pagina web, ci saranno annunci pubblicitari sui quotidiani e verranno distribuiti volantini in lingua straniera ai turisti. Il tutto per evitare di venire travolti dalla plastica, in primis dai sacchetti monouso. Questo tipo di gestione dei rifiuti richiede grandi sforzi anche da parte dei cittadini. I sacchetti, purtroppo, sono soltanto la punta dell’iceberg. Dobbiamo educare le persone affinché il riciclaggio diventi un compito quotidiano. Inoltre dobbiamo imparare a non sprecare nessun tipo di oggetto, alimenti inclusi. È necessario coinvolgere tutte le fasce d’età perché il tema dell’inquinamento è il più gettonato del momento. Grazie a campagne del genere si nota che ogni anno la quantità di materiale riciclato aumenta, il che significa che i cittadini hanno a cuore il nostro futuro”.

Immondizia in sensibile calo
Cosa ne pensano invece i cittadini stessi? “Ho acquistato tempo fa alcune borse di stoffa e uso solo quelle. Mi sono munita anche di sacchetti per la frutta e verdura. Se a volte prendo quelli monouso poi li riciclo. Da quando il Comune di Mattuglie ha introdotto i sacchetti colorati per la raccolta differenziata, ci siamo resi conto che in fondo l’immondizia cosiddetta vera è in minoranza. Tutto il resto può venire riciclato”, spiega Sanja Stambul Brajković.
Meno convinto invece Giorgio Krmpotić. “Uso i sacchetti di plastica e poi li riuso per metterci dentro la spazzatura che getto nei cassonetti. Riciclare? Per quale motivo? Tanto poi la municipalizzata arriva con il camion e raccoglie tutto in un solo scompartimento. Riciclare diventa allora un lavoro inutile”. Scettico anche il connazionale Bruno Paladin. “Da tre anni regolarmente ricicliamo la carta, il vetro e la plastica. Poi vedo arrivare il camion della Čistoća che non si attiene assolutamente a questa divisione e sono altamente deluso. Personalmente però preferisco i materiali naturali. Sia per quanto riguarda le borse della spesa che altri prodotti d’uso quotidiano”, ha detto Paladin.
Troppa plastica in giro
Molto più “diligente” Magdalena Asić. “Facciamo troppo uso di plastica. Io l’abolirei completamente. Faccio la spesa solo e esclusivamente con le borse di tela, anche se preferisco quelle di carta. Visto che vivo in Gorski kotar, tutta questa carta la smaltisco d’inverno gettandola nella stufa a legni. La elimino”, ha dichiarato Magdalena Asić. Con la fedele borsa di tela anche Marta. “I sacchetti di plastica li uso solo quando acquisto prodotti preconfezionati, e quindi non posso scegliere l’imballaggio. Altrimenti no. Ho sempre con me anche i sacchettini riusabili per frutta e verdura, visto che sono i miei alimenti preferiti assieme al pesce. Alla carne ho rinunciato anni fa”, conclude Marta.
Per quanto riguarda il problema del “non riciclaggio” da parte della Čistoća, abbiamo chiesto spiegazioni a Milan Zagorac. “La cultura del riciclaggio sta pian piano prendendo vita. Bisogna però sapere che se uno di questi materiali viene ‘inquinato’, deve venir per forza trattato come indifferenziato e quindi non riciclabile”, ha detto Zagorac. Per fare un esempio: se la scatola di cartone nella quale si trovava una pizza da asporto è stato ‘inquinato’ dalla salsa con il pomodoro, questo non potrà più entrare nel cassonetto della carta, ma solo in quello dell’indifferenziato. Riciclare comporta lavoro e impegno. Però ne vale la pena”.

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