Quando il fondale marino funge da cantina vinicola

Il Festival enologico «Vino di mare» ha fatto riemergere dal porto di Ica ben 3mila bottiglie di vino pregiato. La nuova edizione è stata ampliata con circa 5mila esemplari di varie specie

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Quando il fondale marino funge da cantina vinicola

Le sorgenti marine del porticciolo di Ica vivono una vita fatta di tradizione ma pure di vino. Dal 2015, con i vini dell’annata del 2014, un gruppo di vignaioli ha aderito al Festival enologico “Vino di mare” (Vino i vruja), organizzato nella località liburnica dall’associazione “I barcaioli di Ica” (Ikarski barkajoli), con il sostegno dell’Ente turistico di Abbazia, “affogando” nella sorgente per un anno una determinata quantità di bottiglie di vino. Nasce così una bevanda particolare che si sposa perfettamente con questo tratto di mare dove l’acqua salata si mescola con quella delle sorgenti del Monte Maggiore. Con gli anni la manifestazione è cresciuta avvicinando sempre di più i vignaioli del territorio, dell’Istria, di altre aree vinicole del Paese e pure dall’estero, precisamente dall’Austria.

 

Estratte 3mila bottiglie di vino…

Dopo un anno di permanenza nell’acqua della sorgente marina, nel fine settimana sono state estratte ben 3mila bottiglie di varie qualità di vino provenienti dalle cantine vinicole e delle aziende a conduzione familiare Rossi, Ferenac, Fuhtar, Prelac, Kabola, Ancinger, Herman, Smilović, Sosich e Iločki podrumi. I sommozzatori hanno fatto riemergere i vini proprio di quest’ultima azienda vinicola conosciuta a livello mondiale che ha la propria sede nella Regione di Vukovar e dello Srijem all’estremo oriente del Paese. “Siamo un’azienda che produce dai 3,7 ai 4 milioni di bottiglie annuali di ottimo vino – ci fa sapere Juraj Mihaljević, uno dei proprietari dell’azienda – si tratta in prevalenza di ‘Graševina’, ‘Traminer’ o ‘Termeno’ e ‘Chardonnay’. Questa serie, appena ripescata, rimarrà a riposare per un periodo di tempo per essere quindi piazzata sul mercato nazionale, su quello del Canada e del Giappone, al prezzo di 150-200 euro per bottiglia”.

Juraj Mihaljević e Ivona Panifer

Il particolare microclima che si viene a creare con temperatura costante, assenza totale di luce e ossigeno, a cui si aggiungono il movimento delle correnti e delle onde che cullano le bottiglie nonché il completo riparo dalle fasi lunari, fanno sì che si creino le condizioni ottimali per la maturazione del vino. “Un connubio di vini dal continente con un clima del tutto differente, con il mare. Possiamo affermare che i nostri vini hanno trovato il loro posto al sole, o nel mare, sulle sponde del Quarnero”, ha affermato Ivona Panifer, responsabile del reparto pubblicitario dell’azienda slavone.

Vjekoslav Zahej

…e immerse 5mila

La manifestazione, seppur cresciuta nel corso degli anni con vari eventi enogastronomici, d’intrattenimento e culturali, ha subito un arresto con la pandemia. “Purtroppo, nelle ultime due edizioni, causa le norme antipandemiche, abbiamo desistito da tanti appuntamenti ma non potevamo annullare il nostro incontro con i vini e il mare. I nostri fedeli viticoltori sono giunti alla ‘cerimonia’ d’estrazione e rimarranno finché la nuova serie di casse non verrà immersa nel mare, alla profondità di 20 metri e a una temperatura che varia dai 7 ai 13 gradi. Verranno posate ben 5.000 bottiglie di vino”, fa sapere Vjekoslav Zahej, presidente dell’Associazione “I barcaioli di Ica”. Questo particolare metodo d’invecchiamento del vino, che porta a una qualità eccellente è stato riconosciuto pure dai viticoltori istriani.

Per la prima volta a partecipare è stato Josip Vorić, dell’omonima cantina vinicola di Ferenci nei pressi di Visinada. “Le condizioni sono ideali: buio, fresco constante, ambiente protetto dai fattori esterni. Tutto questo fa maturare un ottimo vino. Nel nostro caso si tratta di 600 bottiglie di ‘nettare’ istriano, la Malvasia”.

Il viticoltore istriano Josip Vorić

Come da tradizione, sulla riva della località di Ica non è mancata la degustazione dei vini che verranno conservati per un anno nei fondali del porto, curati e controllati dai membri dell’associazione dei barcaioli.

Oltre che ad occuparsi di enologia marittima, i barcaioli di Ica sono riusciti ad organizzare una regata delle tradizionali barche quarnerine in legno con vela che hanno rallegrato la baia della pittoresca località della Liburnia.

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