Porto Etno. Un giro del mondo gastronomico

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Porto Etno. Un giro del mondo gastronomico

Se la scorsa, prima, edizione del Festival della musica e della gastronomia Porto Etno, tenutasi nel 2017, è stata un successo, quella di sabato scorso, svoltasi nell’ex magazzino dell’Exportdrvo, l’ha superata in ogni segmento. Soddisfatti soprattutto i rappresentanti delle 14 minoranze nazionali presenti in Regione che hanno preparato le prelibatezze da presentare al Festival, in quanto quest’anno l’ambiente del magazzino si è dimostrato molto più adatto a contenere i numerosi partecipanti e il folto pubblico, a differenza dell’edificio T nel complesso Benčić nel quale l’anno scorso, nonostante l’ottima atmosfera, si boccheggiava per la mancanza d’aria.

Davvero variegata e interessante l’offerta di pietanze tipiche delle varie minoranze nazionali nelle bancarelle. Per assaggiarle era necessario acquistare un buono di dieci kune per una porzione. Ad accompagnare il segmento gastronomico c’era un programma artistico-culturale che ha ravvivato ulteriormente l’atmosfera di questa azzeccatissima manifestazione.

Quattordici minoranze etniche

A presentare i piatti tipici della loro nazione sono stati i rappresentanti delle Comunità degli Italiani di Fiume e Abbazia, la SAC Prosvjeta di Fiume, la Comunità dei Rom “Romska budućnost”, il Consiglio delle donne della Comunità islamica, l’Unione democratica degli Ungheresi della Regione litoraneo-montana, la Società culturale degli Ucraini e Russini, la Comunità degli Albanesi, la Matica degli Slovacchi, la Češka beseda, la SAC macedone Ilinden, la Società russa, l’Expats di Fiume e Are You Syrious, la Comunità delle nazioni della Bosnia ed Erzegovina e la Società culturale slovena “Bazovica”.

La cucina tipica italiana è stata presentata dalla “squadra culinaria” delle Comunità degli Italiani di Fiume e Abbazia, formata da Deborah Voncina Ivanić, Patrizia Chiepolo Mihočić, Silvana Zorich, Ester Sterpin e Rita Brozina. Le brave cuoche connazionali hanno preparato spaghetti all’amatriciana, tagliatelle al ragù, arrosto di maiale al latte, insalata di riso, frittata di spaghetti, babà al rum, biscotti al tartufo, torta di mele, torta di carote e mandorle tostate, quattro tipi di focacce, gnocchi alla romana e “fritole”.

Organizzazione perfetta

“Quest’anno la manifestazione è stata organizzata molto meglio rispetto all’anno scorso – ha osservato Patrizia Chiepolo Mihočić, giornalista del nostro quotidiano –. Gli organizzatori hanno pure annunciato che a partire dall’anno prossimo il Festival Porto Etno si svolgerà in un determinato weekend del mese, com’è il caso con certe fiere e altre manifestazioni. Un altro fatto positivo è che questa volta una porzione veniva a costare 10 kune, mentre l’anno scorso i visitatori pagavano 20 kune e potevano mangiare tutto ciò che volevano, per cui si creava tanta confusione”, ha rilevato la nostra interlocutrice. Molto contenta anche Silvana Zorich, per la quale questo è il terzo anno che rappresenta la CI di Fiume in una manifestazione incentrata sulla gastronomia delle minoranze (ricordiamo, infatti, che il Festival deriva dalla tradizionale Rassegna etno – Giornate delle minoranze nazionali a Fiume, alla quale si è unito il programma gastronomico Bakanalije – baka nije odavde/Baccanali – La nonna non è di qua, presentato per la prima volta due anni fa e che ha suscitato grandissimo interesse).

“Questa è una manifestazione molto bella, anche se c’è molto da fare, ma ci si diverte pure tanto. Le mie colleghe sono molto brave. Ho notato, però, che diversi visitatori hanno espresso un po’ di disappunto a causa dei coupon di 10 kune che sono stati introdotti e con i quali non è più possibile mangiare a volontà”, ha concluso Silvana Zorich. Al termine della manifestazione, alla bancarella delle CI di Fiume e Abbazia sono state vendute in tutto 120 porzioni. Per ogni coupon venduto, gli organizzatori doneranno una kuna e la cifra raccolta verrà data in beneficenza. Come riferitoci da Patrizia Chiepolo Mihočić, con le 120 kune raccolte verrà acquistato il cibo per l’asilo dei gatti Kitten safe house. Il cibo che non è stato cucinato, come diversi chilogrammi di pasta, salse e sughi, è stato invece donato al Rifugio per i senzatetto “Rose di San Francesco”.

Ricco programma musicale

Come riferitoci da Etem Fazli, presidente della Comunità dei Rom “Romska budućnost”, i rom di Fiume si sono presentati con “baklave”, “pite” di formaggio fresco e carne, nonché con la “romska pljeskavica”. “Quest’anno partecipiamo con la nostra gastronomia, ma non con il nostro folclore. Il canto rom si sentirà, però, con l’esibizione dell’Esma’s Band – Esma Redžepova Retrospective dalla Macedonia”, ha precisato Fazli.

Nelle ore serali, l’evento è stato arricchito dal concerto dell’orchestra Porto etno, affiancata da Jennifer Cabrera Fernandez (Messico), Bandanera Afrobeat (Senegal e Italia), Denis Dantas (Brasile) e la succitata Esma’s Band – Esma Redžepova Retrospective.
Nell’ambito della manifestazione non sono mancati neppure i laboratori per bambini, come pure il puzzle etnico, le lezioni di pizzo e di pittura.

Ricordiamo che Il Festival viene organizzato dalla Città di Fiume e dalla Società Rijeka 2020, in collaborazione con il collettivo multidisciplinare Manufaktura e il Consolato generale d’Italia a Fiume.

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