Politica abitativa. «Legge basata su dati sbagliati»

Appello dell'Iniziativa civica «Salviamo i piccoli affittuari familiari» ai deputati a non approvare il pacchetto di leggi che penalizzerebbe un settore a favore delle catene alberghiere

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Politica abitativa. «Legge basata su dati sbagliati»
Vedran Tomić in conferenza stampa davanti al TIC in Corso. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

L’iniziativa civica “Salviamo i piccoli affittuari familiari” davanti al “TIC” (Info point turistico) in Corso, per incontrare i media e parlare del Piano nazionale per le politiche abitative.
Vedran Tomić, portavoce dell’Iniziativa civica, si è riferito a quelle che definisce manipolazioni chiave dei dati che costituiscono la base delle leggi proposte dai Ministero del Turismo, delle Finanze e di quello dell’Edilizia. “Secondo i piani – detto Tomić –, saranno messe al voto al Sabor venerdì 13 dicembre. Ecco perché i deputati non dovrebbero approvare le proposte. Per prima cosa il numero di 231.000 unità abitative a cui si fa rifeirmento è stato inserito nel contesto dell’affitto a breve termine a scopo turistico, mentre in realtà si tratta di immobili non categorizzati tra gli alloggi non commerciali che non pagano tasse e non contribuiscono alla comunità locale. I piccoli affittuari familiari si trovano ad affrontare ostacoli amministrativi e tasse elevate, mentre viene trascurato il vero problema. Le leggi costringeranno i piccoli affittuari a vendere le loro proprietà a proprietari stranieri, mentre le famiglie saranno costrette a lasciare la Croazia a causa dell’impossibilità di vivere dignitosamente nel proprio Paese”. Si invitano i media, i cittadini e le istituzioni competenti – è stato detto – a prendere seriamente in considerazione la questione e a impedire l’adozione di leggi che favoriscano gli interessi delle corporazioni straniere a scapito delle famiglie croate. Il Governo, in questo senso, viene indicato come corresponsabile di quanto sta avvenendo: “Viene favorito apertamente il settore alberghiero e l’HUP, l’Associazione dei datori di lavoro, non lo nega, anzi, lo ritiene un atteggiamento equo e giusto. Invece, si indica intenzionalmente un numero molto maggiore di unità adibite al turismo rispetto a quello reale che è di 120mila, comprese quelle degli affittacamere, per i quali i proprietari pagano regolarmente le relative tasse. Insisteremo sul ritiro della proposta e sulla loro modifica, sulla flessibilità nello stabilire gli importi dei forfait e di non adottare la tassa sugli immobili per gli appartamenti categorizzati. Se il pacchetto dovesse venire approvato in Parlamento, ci rivolgeremo anche alla Corte Costituzionale e, se necessario, anche alla Corte europea”.

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