Chissà come la prenderebbero il sindaco di Fiume, il presidente della Regione, il direttore dell’azienda HC (Hrvatske ceste-Strade croate) e una figura di spicco dell’opposizione (che, laddove detengono il potere, non fanno mancare nulla nemmeno quando si tratta delle zone più rurali possibili) se fossero costretti a dover vivere nel rione di Pehlin, magari anche in ville magnifiche e abitazioni lussuose, complete di piscina, giardino immenso e vista spettacolare sul Golfo del Quarnero. Sarebbe proprio interessante se fosse possibile emanare un decreto che li obbligasse a prendere dimora in questi angoli di… Paradiso. La felicità del sottoscritto sarebbe davvero incontenibile. Unica condizione, però: dovrebbero tornare a casa attraversando il quartiere via strada e raggiungendola esclusivamente dal versante est.
E sapete perché? Perché finalmente quei punti pieni di buche, tombini, crepe abissali, che solo in alcune regioni del Terzo mondo osano ancora definire strade, verrebbero sistemati. Ora ci sono i lavori in corso, ma non si tratta di un problema recente: lì la strada è trascurata da anni. Magari sarebbe ora di intervenire anche per garantire una maggiore sicurezza sia ai conducenti dei veicoli che vi passano, sia ai pedoni sul marciapiede, ma anche per la tutela dei mezzi di trasporto che sicuramente ne risentono. Forse, una volta finiti i lavori e tracciando uno strato di asfalto tutto nuovo, non ci sarebbe più bisogno di fare il segno della croce per evitare che l’automobile si danneggi su quel terreno ostico per raggiungere il sempre più accogliente centro di Viškovo dal suo lato est, qualora lo si preferirebbe al vicino tratto di tangenziale che costeggia la zona. Non ci sarebbe più necessità di pregare San Cristoforo, protettore dei viaggiatori e automobilisti, e troppo spesso invocato a gran voce dagli utenti del traffico stradale. Non sarebbe più necessario avere un fuoristrada 4×4 per affrontare il percorso, né tantomeno un SUV solitamente impiegato su strade sterrate, grazie alla trazione integrale e all’altezza da terra maggiore. Per tutta la gente che vive in queste zone, ormai rassegnata, nemmeno i veicoli militari sono più un sogno: progettati per operare in condizioni estreme e su terreni difficili, sono una delle poche soluzioni che restano per percorrere il tratto di strada che va dall’ultimo spezzone di via Vukovar all’altezza delle strisce pedonali ai piedi del centro commerciale che opera in zona Podmurvice fino alla Scuola elementare Pehlin. Se un drone scattasse una foto dall’alto, l’arteria stradale che attraversa il rione di Pehlin potrebbe essere scambiata per una di quelle strade nei quartieri di Bakhmut, in Ucraina, simbolo della devastazione del conflitto in corso.
A breve, una volta completati i lavori, Pehlin riceverà molto probabilmente l’ennesima “toppa” in asfalto volta a coprire soltanto il pezzo danneggiato, considerato come una specie di caso isolato, e che, osservato dall’alto, potrebbe comodamente apparire come l’ennesimo tassello di un mosaico variegato, che chiaramente rappresenta una prova lampante del caos che vige in questo versante di Fiume.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.