Palatucci. Zanin: «La normalità del bene sconfigge la banalità del male»

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Palatucci. Zanin: «La normalità del bene sconfigge la banalità del male»

“La normalità del bene che ha sconfitto la banalità del male”. Così Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, ha riassunto la vita di Giovanni Palatucci, l’ex questore di Fiume che ebbe il coraggio di opporsi alle leggi razziali e all’orrore nazista salvando molte vite e perdendo la propria nel campo di concentramento di Dachau, a pochi mesi dalla liberazione del 1945.
Zanin è intervenuto alla cerimonia organizzata nel parco della Rimembranza dal Comune di Udine, che ha voluto piantare un gelso e ha eretto una targa per ricordare – come ha ricordato il sindaco del capoluogo friulano, Pietro Fontanini – il sacrificio di un uomo onorato da tre Stati, medaglia d’oro al merito civile della Repubblica italiana, Giusto tra le nazioni per Israele e servo di Dio per il Vaticano che ha avviato il processo di beatificazione.
Il presidente dell’assemblea legislativa regionale – parlando davanti al questore di Udine Manuela De Bernardin, ai tanti rappresentanti della Polizia, delle altre forze dell’ordine e
delle associazioni combattentistiche e d’arma – ha fatto riferimento ai dubbi espressi qualche anno fa dal Centro studi Primo Levi di New York circa il numero delle persone salvate
dall’ex questore di Fiume, per sottolineare come questo rappresenti un falso problema. “Ci sono testimonianze dirette di persone salvate da Palatucci – ha detto il presidente – e poi non
dobbiamo pensare agli eroi come a dei superuomini, perché basta salvare delle vite, basta salvare anche una sola vita, in una situazione tragica come quella degli anni Quaranta, per far
vincere il bene e diventare eroi”.
“Gabriele Nissim, presidente dell’associazione Foresta dei giusti – ha aggiunto Zanin – ha interpretato il sacrificio di Palatucci proprio come la normalità del bene. Per questo l’ex questore merita tutti questi riconoscimenti”. Un eroe normale che si contrappone a quella che la filosofa Hannah Arendt definì, seguendo il processo ad Adolf Eichmann, “la banalità del male, rappresentato da un uomo con gli occhiali, piccolo e insignificante, che era stato però capace di immaginare e ordinare la soppressione di milioni di persone”.
Alla cerimonia – seguita da decine di cittadini – sono intervenuti il sindaco Fontanini con l’assessore Fabrizio Cigolot, il questore De Bernardin e il docente universitario Tommaso Piffer, a cui è stata affidata la prolusione ufficiale. Toccanti anche le parole di Paola Del Din, l’ex partigiana medaglia d’oro al valor militare, che ha ricordato il clima di quegli anni. L’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, ha impartito la benedizione prima che venisse scoperta la targa dedicata a Palatucci.
Il vicegovernatore Riccardo Riccardi ha voluto invece accostare il ricordo di Palatucci all’attualità della guerra mossa dalla Russia nei confronti dell’Ucraina: “Mai avremmo immaginato di rivivere in Europa momenti del genere. Per questo oggi, ricordando i gesti eroici del passato, dobbiamo fare ogni sforzo per far ripartire il dialogo e fornire il massimo sostegno alla popolazione colpita”.

L’intervento di Piero Mauro Zanin oggi al Parco della Rimembranza di Udine
La simbolica piantumazione del gelso da parte del sindaco di Udine, Pietro Fontanini
La benedizione impartita dall’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato

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