Orietta Marot: «Lascio con l’amaro in bocca»

0
Orietta Marot: «Lascio con l’amaro in bocca»

“È stata un’esperienza non semplice ma ne esco arricchita, anche se un po’ delusa”. Così la presidente uscente della Comunità degli Italiani di Fiume, Orietta Marot, traccia il bilancio del suo mandato ripercorrendo i quattro anni vissuti a capo del sodalizio.

“Quattro anni fa – ricorda in conferenza stampa –, quando si è insediata la nuova dirigenza, la Comunità rischiava seriamente di chiudere in quanto pressata da grandi difficoltà: uno statuto obsoleto, un elevato debito nei confronti della Vodovod e la mancanza di personale amministrativo stabile”.

«Lascio una CI senza debiti»

Proprio il debito di 165mila kune verso la municipalizzata è stato il più grande macigno del suo mandato. “Alla fine posso però affermare con soddisfazione che siamo arrivati alla scadenza dell’incarico limitando le spese allo stretto necessario, pur promuovendo al massimo l’attività, riuscendo a pagare tutti i debiti verso la Vodovod, come pure i dirigenti artistici per il primo semestre dell’anno corrente, sempre con i mezzi del 2017. Tutto questo grazie anche al bando indetto dall’UPT riguardante i mezzi della Regione FVG. In più siamo riusciti a risolvere la questione del rinnovo relativo ai contratti d’affitto della nostra sede senza dovere versare il deposito di 20mila euro previsto in precedenza. In altre parole, lascio alla nuova dirigenza una CI liquida, senza debiti e senza avere toccato i fondi per il 2018”.

Il rimpianto più grande

Il rimpianto più grande di Orietta Marot rimane la mancata realizzazione dell’asilo italiano. “È quasi imbarazzante se si considera che la Città ha fatto tutto quanto previsto nella lettera d’intenti, mentre l’UI ha palesemente mostrato il suo totale disinteresse. Ora siamo più che mai preoccupati della possibilità che la Città ridestini l’area e che quindi l’asilo non si faccia più. Noi, da parte nostra, abbiamo fatto il possibile”.

«L’ho fatto per il bene della Comunità»

La presidente ha poi voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Quando quattro anni fa presi in mano la Comunità l’ho fatto perché ne sentivo il bisogno ed ero convinta di dare una mano, e in parte ci sono riuscita. Evidentemente la mia figura è un po’ ingombrante perché magari sono un po’ troppo severa e rigorosa, però questa sono io, è la mia personalità. Lascio con la consapevolezza che più di tanto da sola non posso fare. Per guidare una Comunità serve una squadra con un obiettivo comune da perseguire. Ero convinta di essere in grado di lavorare con tutti, ma mi sbagliavo. Colgo comunque l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali mi sono stati vicini sostenendomi nel mio non facile lavoro. Come detto, sono stata oggetto di resistenze e posizioni avverse del tutto ingiustificate e senza questi ostacoli i risultati sarebbero certamente stati migliori e forse oggi sarei una dei candidati alle imminenti elezioni”.
L’ultimo pensiero è invece rivolto alla nuova governance. “Il nuovo o la nuova presidente dovrà avere un grande senso di sacrificio, serietà, responsabilità e prendere le decisioni unicamente nell’interesse della nostra Comunità”, ha concluso la presidente uscente Orietta Marot.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display