Quarnero. Operazioni di bonifica a buon punto

Al Centro operativo regionale per l'attuazione del programma di intervento in caso di inquinamento del mare è stato fatto ilpunto della situazione dopo l'incidente avvenuto a Urinj lo scorso 9 novembre

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Quarnero. Operazioni di bonifica a buon punto
L’operazione di bonifica della costa nell’area di Kostrena. Foto: GORAN KOVACIC/PIXSELL

Bonifica a buon punto, noti i responsabili, si valutano i danni e si fanno i bilanci. Ieri si è riunita la Task force del Centro operativo regionale per l’attuazione del programma d’intervento in caso di inquinamento del mare il cui presidente Darko Glažar della Capitaneria di porto fiumana ha fatto il punto della situazione in merito al riversamento di mazut dalla centrale termoelettrica di Urinj avvenuto lo scorso 9 novembre. “L’intervento è stato messo in atto dopo che l’HEP ci ha informati dell’incidente. Eravamo nel tardo pomeriggio con un forte vento di scirocco, che ha reso difficili le operazioni per arginare l’inquinamento. L’HEP ha ammesso correttamente le proprie responsabilità – ha commentato Glažar –, dopo di che si è proceduto con l’intervento. Prima che facesse buio, le unità della Dezinsekcija hanno piazzato le barriere assorbenti all’imboccatura del porticciolo Stara voda, impedendo che la chiazza potesse imbrattare le circa 250 barche ormeggiate all’interno”. Sono state mostrate delle immagini dalle quali si comprendeva l’entità dell’incidente per quanto riguarda la spiaggia più vicina, ricoperta da uno strato denso di idrocarburi. Glažar, per descriverla, ha usato l’espressione “Nutella”, rendendo bene l’idea di quanto è successo. Parte del materiale è stato aspirato e smaltito dalla “Dezinsekcija”, che ha quindi sistemato le “panne”, cioè le barriere galleggianti assorbenti. Contemporaneamente, nell’area della centrale, le operazioni sono state avviate dal personale della ditta a cui l’HEP ha assegnato l’appalto per operazioni di questo tipo sulla terraferma. Il 14 novembre il mazut ha imbrattato le spiagge dell’area liburnica, a Laurana, Medea e Draga di Moschiena. “Ieri abbiamo effettuato un sopralluogo – ha aggiunto Glažar –, e ci siamo accertati che la situazione è buona. Comunque, non è ancora arrivato il momento per dire che l’emergenza è terminata del tutto. Abbiamo istituito un servizio di monitoraggio permanente in quanto il mare stesso, soprattutto con lo scirocco, può rimescolare tutto e far affiorare nuove tracce dell’inquinamento. Nel complesso, il piano d’intervento è stato messo in atto secondo le modalità stabilite”.

La seduta del Centro operativo negli ambienti della Capitaneria di porto.
Foto: RONI BRMALJ

Come ha detto Glažar, ci si riunisce con una certa frequenza con i rappresentanti del Comune di Kostrena e con gli addetti dell’azienda che si occupa della pulizia, che ci aggiornano quotidianamente sull’andamento delle operazioni e sulle quantità di idrocarburi recuperati. “Pertanto, siamo felici di potere ospitare i rappresentanti dei media per informare l’opinione pubblica su ciò che viene fatto. Sono stati prelevati i campioni di materiale, nella nostra e nella vicina Regione istriana. Non possiamo essere certi che la fonte sia la stessa. Noi abbiamo fatto tutto secondo i protocolli, con l’Istituto regionale di salute pubblica che si è occupato dei prelievi in presenza della Capitaneria e della Polizia. Sono stati stesi i verbali e informata la Procura di Stato. Aspettiamo i risultati finali delle analisi dei campioni messi a confronto. La Dezinsekcija riferisce sulle attrezzature e sulle metodologie utilizzate per il risanamento delle spiagge e della costa nei punti inaccessibili dalla terraferma. Fortunatamente, l’incidente non si è verificato nel corso della stagione turistica, ma il fatto che sia successo ora non aiuta. Le condizioni meteo non agevolano le operazioni. La pulizia avviene senza l’utilizzo di solventi. Ci si limita all’acqua calda sotto pressione”. Per quanto riguarda le spiagge di Kostrena, sarà necessario sostituire parte dei ciottoli. Il prossimo passo sarà la firma di un accordo con l’HEP per regolare i rapporti e quindi le dinamiche per il risarcimento dei danni e per le spese di pulizia. L’HEP aveva dichiarato che sono stati svasati accidentalmente 700 litri di mazut, ma spetta agli inquirenti stabilire quanto materiale sia effettivamente finito in mare.

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