Obiettivo: seguire le migrazioni dei volatili

Sedicesima edizione del tradizionale campo ornitologico nell’ambito del progetto «Monte Maggiore a 360°», che si svolge nei pressi della pozza Rovozna, tappa obbligatoria degli uccelli

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Obiettivo: seguire le migrazioni dei volatili

Per il 16° anno consecutivo, l’associazione Biom, in collaborazione con l’Ente Parco naturale del Monte Maggiore, organizza, nell’ambito del progetto “Monte Maggiore a 360°”, il tradizionale campo ornitologico che quest’anno si concluderà il prossimo 4 settembre. L’obiettivo come sempre è quello di catturare, mediante specifiche reti, gli uccelli che prima di migrare si fermano vicino alla pozza Rovozna. In seguito questi vengono inanellati per effettuare ulteriori ricerche sulle migrazioni, il loro comportamento, le patologie e altri segmenti dell’ornitologia e della biologia in generale.

 

Il campo ha preso il via domenica scorsa e per il momento ci sono delle piccole difficoltà tecniche. “Il vento di bora sta creando parecchi problemi in quanto muove le reti che diventano più visibili ai volatili, i quali a loro volta le evitano e quindi diventa difficile catturarli. Le reti vengono innalzate due volte al giorno e controllate ogni ora, ovvero dalle 5 del mattino fino alle 11 e poi dalle 16 alle 21 circa.

Josip con una bigiarella

Siamo in questa zona in quanto la pozza Rovozna è la più grande del Monte Maggiore e non si prosciuga mai. Motivo per il quale è fonte di ristoro per quasi tutti gli animali che vivono in questi territori. In questi giorni abbiamo inanellato una ventina di uccelli che appartengono alle specie più frequenti in questa zona, ovvero il luì piccolo (Phylloscopus collybita), il pettirosso, la bigiarella (Sylvia curruca), il merlo e il fringuello. Quelle più interessanti e inusuali per questa zona si presentano in uno o due esemplari sui 2.500 circa che vengono catturati ogni anno, ovvero nell’arco di 50 giorni.

A volte ne catturiamo di meno, altre di più. Abbiamo avuto un minimo di 1.000 e un massimo di 3.600 esemplari. Ricordo che nel 2016 abbiamo catturato un grande gufo reale. Un evento più unico che raro che non si è mai più ripetuto. La cosa interessante è che pur essendo un grande uccello, questo non abbia distrutto le reti. Stava fermo in attesa che qualcuno venisse a liberarlo, senza preoccuparsi più di tanto”, spiega Tomislav Hudina della Biom.

Tomislav

Pochi frutti di bosco

Il numero degli esemplari in migrazione dipende tantissimo anche dal clima e dalle condizioni meteorologiche, nonché dal cibo che gli uccelli possono trovare.

“Quest’anno sul Monte Maggiore abbiamo carenza di frutti di bosco. Il motivo esatto non lo so: può essere che ci sia stato un lungo periodo di siccità oppure che le piante siano state bruciate dal gelo che ha caratterizzato questa zona nella tarda primavera. Motivo per il quale sicuramente gli uccelli migreranno ancora in cerca di cibo prima dell’inverno”, ha detto Tomislav.

Vanja mentre libera un volatile

Per quanto riguarda i volontari, al momento ce ne sono una decina. “Alcuni hanno rinunciato a venire in questi giorni in quanto il tempo era instabile, ma penso che fino alla fine dell’evento ospiteremo un centinaio di persone provenienti da varie parti del mondo: Portogallo, Polonia, Russia, Germania. Ognuno di loro riceve un preciso compito giornaliero: dalla pulizia, alla preparazione del pranzo, al controllo delle reti e altre mansioni. Non mancano però gli ospiti che decidono di venire a vedere ciò che facciamo senza però venire coinvolti direttamente. Si tratta per lo più di ciclisti che scelgono questo tragitto e che spesso cercano riparo nelle nostre tende in caso di pioggia. Se arrivano al momento dell’inanellamento possono assistere all’attività e acquisire nuove nozioni”, ci ha spiegato.

Il petirosso catturato dalla rete

Un’oasi di pace

Tra i volontari anche Josip Turkelj, inanellatore presso la Biom, giunto assieme alla moglie Agata, alla figlioletta di qualche mese Julia nonché al cane Shadow. “Vengo per il quinto anno consecutivo sul Monte Maggiore e visto che siamo spesso in montagna abbiamo deciso di partecipare tutti assieme. Il fatto che ci troviamo lontano dalla civiltà è un pregio: c’è pace e silenzio”. Il suo compito è quello di inanellare gli uccellini e di registrare i vari dati come la lunghezza delle ali, il peso e la massa grassa. La procedura dura alcuni minuti, dopodiché gli uccelli vengono lasciati liberi. “Una volta catturati, vengono marcati con un piccolo anello metallico che possiede un codice particolare grazie al quale il volatile può venire identificato in qualsiasi parte del mondo. Chi trova un uccellino marcato può contattare l’Istituto ornitologico nazionale è rendere noto se magari è ferito o, purtroppo, se è stato trovato già morto. In questo modo si riesce a tenere sempre aggiornato il registro”, ha aggiunto Josip.

Controllo del peso

Bigiarella ribelle

Vanja invece partecipa per la seconda volta e arriva da Zagabria, dove lavora come volontario per la Biom. “Ho partecipato lo scorso anno e mi è piaciuto tantissimo. Ora vorrei diventare un inanellatore e quindi devo avere alcuni mesi di prassi assieme a un mentore per poi potere accedere all’esame dopo due anni di volontariato”, ha detto la studentessa.

L’inanellamento

A causa della bora ieri sono stati catturati in mattinata solo sei esemplari, alcuni dei quali “recidivi” del giorno prima. La maggior parte di questi non ha “posto resistenza” e quindi toglierli dalle reti non è stato un problema. L’unica ribelle è stata una bigiarella, la quale però ha poi collaborato senza protestare ed è stata liberata in men che non si dica.

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